Il Parlamento europeo fa causa alla commissione per i fondi a Ungheria, Egitto e Tunisia

Il Parlamento europeo fa causa alla Commissione per i fondi all'Ungheria, all'Egitto e alla Tunisia ritenuti illegittimi

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Redazione

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Il Parlamento europeo vuole fare causa alla Commissione europea per aver sbloccato 10 miliardi di euro in fondi dell’Ue destinati all’Ungheria poco prima di un consiglio europeo che riguardava l’Ucraina. Oltre a questa azione legale, potrebbe nascerne un’altra anche per i finanziamenti a Egitto e Tunisia nell’ambito della crisi monetaria del primo e migratoria della seconda.

L’assemblea critica la discrezionalità dell’elargizione di questi fondi, che non avrebbe rispettato i trattati europei e le norme che i paesi che li ricevono dovrebbero seguire nel campo dei diritti umani e della trasparenza delle istituzioni. Un duro colpo soprattutto per Ursula von der Leyen, la presidente della commissione che punta alla rielezione a giugno.

Il Parlamento europeo fa causa alla Commissione: i fondi all’Ungheria

Il Parlamento europeo vuole fare causa alla Commissione europea, l’organo di governo dell’Ue, per il modo in cui ha elargito 10 milioni di euro in fondi dell’Unione all’Ungheria nel dicembre 2023. La presidente dell’Eurocamera dovrà presentare alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea i documenti necessari per procedere entro il 25 marzo.

L’accusa da parte del Parlamento alla commissione è di aver sbloccato questi fondi in vista di un Consiglio europeo che si sarebbe tenuto pochi giorni dopo e che avrebbe a sua volta dovuto elargire i fondi per il sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa, a cui l’Ungheria per voce del suo presidente Orban si opponeva.

Dopo quel consiglio i fondi a Kiev non si sbloccarono, ma l’Ungheria non si oppose all’avvio delle procedure per rendere sia l’Ucraina che la Moldavia Paesi candidati a entrare nell’Unione europea. Altri circa 20 miliardi di fondi europei tra quelli di coesione per le aree più povere e del Recovery Fund destinati all’Ungheria sono ancora bloccati.

La Commissione ha ribattuto alle accuse sostenendo che quei fondi erano dovuti all’Ungheria per via delle riforme applicate a marzo 2023 da Orban sulla questione dell’indipendenza della magistratura, che avevano sortito effetti sufficienti.

I fondi a Egitto e Tunisia e la candidatura di von der Leyen

Non sono soltanto i fondi destinati all’Ungheria a essere finiti nel mirino del Parlamento europeo. L’Eurocamera sta infatti contestando anche l’invio di 7 miliardi di euro all’Egitto, Paese ritenuto autoritario ma in grave crisi economica e soprattutto monetaria. Domenica 17 marzo von der Leyen dovrebbe incontrare il leader del Paese, il generale Al-Sisi.

Discorso simile anche per l’accordo con cui l’Ue sei mesi fa aveva promesso di fornire fondi alla Tunisia per gestire l’emergenza migratoria. Il Parlamento ha approvato una risoluzione per chiarire quali siano state le circostanze di questo accordo, dato che non ritiene che il Paese africano abbia i requisiti per ricevere questo tipo di sostegno da parte dell’Ue.

Queste accuse arrivano a pochi mesi dalla fine della legislatura e quindi delle elezioni europee. Ursula von der Leyen ha manifestato il desiderio di un secondo mandato alla presidenza della Commissione ed è diventata il candidato ufficiale del Partito Popolare Europeo, il più importante del Parlamento e la principale forza di centrodestra. Va sottolineato che raramente un candidato di uno dei partiti europei diventa presidente della Commissione, dato che solitamente la maggioranza all’Eurocamera va trovata tramite un accordo tra forze molto diverse.