Palazzo Chigi si aumenta gli stipendi: ecco quanto si guadagna ora

Un provvedimento adegua i livelli di stipendio tra ministeri, che fra arretrati e indennità vengono aumentati anche fino a 10mila euro

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Oltre alle novità per le buste paga “comuni”, è in arrivo una pioggia di aumenti per i dipendenti dei ministeri. Un decreto di Palazzo Chigi prevede 430 milioni di euro in più per i dipendenti dei dicasteri, che a marzo vedono crescere la loro busta paga già più consistente in forza di aumenti medi da quasi 1.400 euro lordi all’anno. Il tutto mentre il costo della vita è raddoppiato e si profilano rischi di stagflazione.

L’incremento degli stipendi dipende dalle quote di arretrato accumulato negli 82 mesi passati senza contratto. Soltanto negli ultimi giorni è stato infatti firmato dalla Corte dei Conti il contratto del 2016/2018, così come per il personale dei ministeri e delle Agenzie fiscali era stato siglato a gennaio quello relativo al biennio 2019/2021.

Palazzo Chigi si aumenta gli stipendi: la perequazione ai dipendenti ministeriali

Il provvedimento redatto dai ministeri dell’Economia e della Funzione pubblica integra gli incrementi portati dal contratto 2019/2021 firmato il 5 gennaio all’Aran, l’Agenzia nazionale che rappresenta l’amministrazione pubblica nelle contrattazioni collettive, con delle risorse sbloccate dalla Legge di Bilancio 2020, per rimediare alle differenze di stipendio che si sono venute a creare negli anni tra gli statali di diversi ministeri. Gli aumenti variano a seconda del dicastero e da area ad area di appartenenza del dipendente pubblico.

L’incremento medio è di 1.625 euro, suddiviso in 13 mensilità, a cui vanno aggiunti anche gli arretrati contrattuali medi, pari a circa 1.800 euro variabili, fino a un massimo di oltre 10mila euro all’anno raggiunto in determinati casi dalla somma di arretrati e indennità.

Un funzionario medio tra i ministeri più premiati, tra contratti e adeguamenti dell’indennità di amministrazione riceverà circa 300 euro lordi al mese e quasi 6mila euro di arretrati.

Palazzo Chigi si aumenta gli stipendi: i ministeri più premiati

A ricevere gli importi maggiori tra i 140mila impiegati statali sono quelli impegnati nei ministeri di Salute, Esteri, Istruzione, Università, Lavoro e Politiche agricole. Nell’area terza, quella dei funzionari, l’assegno è accresciuto fino a 2.449 euro lordi all’anno, mentre per la seconda e la prima lo stipendio arriva rispettivamente intorno ai 1.800 euro e ai 1.500.

L’intervento perequativo avrà un impatto più basso per i lavoratori del ministero dello Sviluppo economico, che vedranno salire gli importi fino a 1.890 euro ai funzionari, quasi 1.500 euro in area seconda e 1.258 in area prima, con cifre di poco superiori previste per il ministero dell’Interno.

Ancora inferiore l’aggiunta in busta paga per i dipendenti pubblici del Mef e del ministero della Giustizia, che sarà pari a 244 euro nei livelli gerarchici più bassi per arrivare a 418 euro in quelli più alti.

Gli unici ad essere esclusi dal decreto sono i lavoratori Anpal e dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, nonostante la Federazione dei lavoratori pubblici ricordi come si tratti di due strutture che nascono come articolazioni del ministero del Lavoro.

Palazzo Chigi si aumenta gli stipendi: il fondo per i dirigenti

Per quanto riguarda i dirigenti della Pubblica Amministrazione il provvedimento prevede un meccanismo di aumenti basati sui fondi che ogni amministrazione deve dedicare alla retribuzione “di posizione” e “di risultato”.

Sulla base di questi criteri il ministero della Giustizia, vede aumentare il fondo per i dirigenti di 4 milioni di euro tra i più rifinanziati, seguito da Viminale (2,4 milioni) e ministero dell’Economia (1,4 milioni). Per i dicasteri delle Politiche agricole, della Transizione ecologica e del Turismo, le risorse aggiuntive non arrivano a 100mila euro ciascuno.