Coronavirus, come ha avuto origine e come si è trasmesso all’uomo: i 4 scenari

Il rapporto degli esperti inviati dall'Oms in Cina suggerisce che il Sars-Cov-2 possa essersi originato in diversi modi, forse anche in laboratorio a Wuhan

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inviato un team di scienziati in Cina per indagare sulle cause del Sars-Cov-2, il coronavirus responsabile della pandemia di Covid-19, che avrebbe avuto origine nel mercato sinico di Wuhan, nella regione dell’Hubei. Il nuovo studio, partito proprio dal presunto epicentro dei contagi, ha prodotto importanti considerazioni sull’origine del virus e sulla sua effettiva data di nascita. Si tratta di informazioni importanti non solo per capire come sconfiggerlo, ma anche per prevenire la diffusione di malattie simili.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, ha sottolineato la necessità di effettuare ulteriori analisi nel Paese orientale, considerando i tanti quesiti che ancora rimangono aperte e le diverse ipotesi al vaglio degli esperti. La scienza è tenuta ora a ricostruire le modalità in cui il coronavirus ha iniziato la sua espansione, identificando gli animali in cui sono avvenute le prime mutazioni e rintracciando eventuali prove di un intervento umano.

Tutti gli scenari sono dunque ancora sul tavolo, e lo studio effettuato dal team di ricerca internazionale è solo uno dei primi passi per scoprire la verità sul Covid. Ghebreyesus ha sottolineato infatti, presentando il rapporto degli scienziati che hanno lavorato per l’Oms, che saranno necessarie altre analisi sul campo.

Cosa è emerso sul coronavirus dalle indagini dell’Oms a Wuhan

L’équipe, composta da esperti del luogo e altri provenienti da diversi Paesi, ha raccolto prove su diversi fronti. Utilizzando l’analisi comparata dei dati sulle malattie polmonari e le sindromi simil-influenzali tra il 2019 e gli anni precedenti, i camici bianchi hanno cercato evidenze sulla presenza del virus in un periodo precedente a dicembre 2019 e in città diverse da Wuhan. Inoltre hanno valutato i cambiamenti avvenuti nel mercato della città cinese nel momento in cui sarebbe scoppiato il primo focolaio noto del virus.

Le indagini hanno sottolineato che non ci sarebbero stati cluster importanti prima di quello principale, ma non è escluso che il Sars-Cov-2 circolasse già tra la popolazione, seppure in forma meno infettiva. Per questo i medici dell’Oms sottolineano l’importanza di compiere ulteriori analisi specifiche sull’incidenza di forme fatali di polmonite e sull’utilizzo di farmaci antinfluenzali e antipiretici nei mesi che hanno preceduto dicembre 2019.

Le 4 ipotesi dell’Oms sull’origine della pandemia di coronavirus

Sono quattro le ipotesi sull’origine del coronavirus che gli scienziati non hanno escluso, tutte altrettanto valide.

  • Zoonosi con salto di specie diretto da un animale infetto a un essere umano.
  • Zoonosi con ospiti intermedi tra il primo animale infetto e l’essere umano.
  • Trasmissione del virus attraverso il cibo o la catena del freddo.
  • Trasmissione del virus in seguito a un incidente di laboratorio.

Come avuto origine il coronavirus: l’ipotesi sul salto di specie

Nel primo scenario il Sars-Cov-2 o una sua forma primitiva sarebbero stati trasmessi da un animale all’essere umano, per poi diffondersi tra le persone, magari dopo specifiche mutazioni per adattarsi al nostro organismo. I contagi sarebbero stati velocizzati da eventi e circostanze superdiffusori, come gli assembramenti nell’affollato mercato di Wuhan.

Gli argomenti a favore di questa ipotesi prendono in considerazione animali come il pipistrello, il pangolino e il visone, serbatoi naturali di virus, che in passato hanno già trasmesso malattie all’uomo tramite il salto di specie. In particolare i coronavirus trasmessi da questi mammiferi potrebbero infettare gli esseri umani per la capacità di legarsi all’enzima Ace2.

Di contro, alcuni scienziati sottolineano che, nonostante le somiglianze tra il Sars-Cov-2 e i coronavirus dei pipistrelli, a dividerli ci sarebbero diversi decenni di mutazioni. Gli scettici ritengono improbabile che un virus possa aver infettato direttamente l’uomo senza ulteriori passaggi, considerando che solo all’interno di un unicio animale ospite avrebbe dovuto “imparare” a legarsi all’organismo umano.

Nonostante lo scenario sia considerato probabile, per confermare questa teoria sarà necessario trovare animali infetti con forme del Sars-Cov-2 con caratteristiche genetiche pericolose per l’uomo. A oggi nei tre principali sospettati, ovvero pipistrelli, visoni e pangolini, non sono state trovate prove abbastanza convincenti per suffragare il salto di specie diretto.

Come avuto origine il coronavirus: zoonosi con diversi animali

La seconda ipotesi è quella di una zoonosi con la trasmissione del coronavirus da una specie animale riserva a un’altra ospite, con conseguente epidemia tra gli individui dell’ultima specie e, solo dopo uno o più passaggi intermedi, tra gli esseri umani. Proprio la distanza evolutiva tra la forma del Sars-Cov-2 che ha colpito l’uomo e un virus simile nei pipistrelli dimostrerebbe la presenza di un anello mancante, uno o più organismi ospiti in cui il patogeno avrebbe effettuato le prime mutazioni prima di passare a noi.

Tra gli indiziati, in questo caso, rientrerebbero gli animali da allevamento e da compagnia, con cui le persone hanno più occasioni di contatto rispetto a specie selvatiche e difficilmente addomesticabili. Il virus, passando da animali infetti all’uomo e viceversa più e più volte per la vicinanza dovuta agli allevamenti intensivi, sarebbe così mutato fino alla versione che ha causato la pandemia. Questa ipotesi è considerata come molto probabile, nonostante non siano ancora stati identificati gli animali intermediari. Per confermare questa teoria sarà necessario condurre ulteriori indagini sugli animali venduti al mercato di Wuhan e sulla catena di distribuzione dei macelli.

Come avuto origine il coronavirus: trasmesso attraverso il cibo

Alla catena del freddo e della distribuzione alimentare è legata la terza teoria, che comunque non esclude una zoonosi diretta o indiretta, e potrebbe spiegare focolai successivi a quello del mercato di Wuhan. A favore di questa teoria ci sarebbero diversi studi che hanno mostrato la resistenza del coronavirus alle basse temperature, e il ritrovamento di tracce del patogeno sopra le confezioni di cibo surgelato. Questa ipotesi mette l’accento non tanto sull’origine del Sars-Cov-2, quanto sulla sua diffusione in tutto il mondo tramite l’importazione e l’esportazione di prodotti alimentari.

Questo scenario è considerato possibile, ma non ci sono prove definitive della trasmissione del coronavirus attraverso il cibo, considerando anche gli alti standard di igiene che l’industria alimentare è tenuta a rispettare in ogni parte del mondo, e il basso rischio di contrarre una malattia in questo modo.

Come avuto origine il coronavirus: un errore in laboratorio

Gli esperti dell’Oms hanno escluso, attraverso le indagini sul genoma del virus, che si tratti di un patogeno creato dagli scienziati in Cina. Tuttavia hanno preso in considerazione la possibilità che abbia iniziato a circolare in seguito a un incidente di laboratorio, con l’infezione di tecnici alle prese con attività su coronavirus animali.

Non è impensabile che la pandemia possa aver avuto origine a causa di condizioni di biosicurezza non ottimali o a causa di un errore umano, considerando anche che il virus di un’altra specie più simile al Sars-Cov-2, con una somiglianza del 96,2% è il Cov-Ratg-13, identificato in campioni di pipistrello prelevati in un centro di Wuhan. A confermare questo scenario ci sarebbe il fatto che proprio a inizio dicembre 2019 la sede del laboratorio è stata spostata vicino al mercato.

Contro questa ipotesi c’è però il fatto che i tre laboratori di Wuhan che lavorano con i coronavirus, sia con diagnosi che attraverso l’isolamento di alcuni ceppi, sono tutti centri di biosicurezza massima, di livello Bsl3 o Bsl4. Nessun membro dello staff ha inoltre contratto malattie compatibili con l’infezione da Covid e i tamponi sierologici non hanno rilevato tracce del Sars-Cov-2 tra i tecnici all’inizio della pandemia. Durante il trasferimento del Centro di controllo delle malattie di Wuhan nella nuova sede, inoltre, non sono stati segnalati incidenti.

Alla luce delle indagini condotte dall’équipe dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo scenario è ritenuto molto improbabile. Le quattro piste rimangono comunque tutte al vaglio degli scienziati, e ulteriori analisi potranno permettere di escluderne alcune o capire meglio l’origine del coronavirus e le modalità con cui si è diffuso, causando la pandemia di Covid che stiamo vivendo.