In Italia torna la leva obbligatoria? Facciamo chiarezza

Circola un documento che prevede il ritorno della leva obbligatoria in Italia a causa della guerra tra Russia e Ucraina

Sono immagini strazianti quelle che arrivano da Kiev e dal resto dell’Ucraina. E assolutamente inquietanti, visto che la guerra condotta dalla Russia non accenna a dare segni di de-escalation. Lo spiegamento di forze militari della Nato ai confini orientali dei Paesi atlantisti preoccupa chi teme lo scoppio della Terza Guerra Mondiale. Uno scenario che fino a pochi giorni fa sembrava lontano e improbabile, e che oggi, dopo le azioni di Vladimir Putin, non fa dormire sonni tranquilli agli europei.

In Italia circola su WhatsApp e in rete un documento che sta preoccupando molte persone: una vera e propria chiamata alle armi per andare al fronte ad aiutare gli ucraini e difendere l’Unione Europea da un prossimo attacco della Russia. E che, unito alle nuove decisioni del Governo per fare fronte alla crisi, sembra confermare le paure di chi non vorrebbe partire per combattere.

Le misure dell’Italia per la guerra in Ucraina: cosa ha deciso il Governo

Il 25 febbraio 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato una serie di misure che riguardano la guerra in Ucraina. Sono le seguenti.

  • Stanziamento di fondi in aiuto dell’esercito di Kiev, con la distribuzione di mezzi militari non letali.
  • Stato di emergenza per tre mesi per consentire le operazioni della Protezione Civile all’estero.
  • Aumento degli uomini della Nato con nuove missioni in Europa orientale.

Proprio quest’ultimo punto, con l’invio di altre truppe al fronte, in Romania, terrorizza chi potrebbe essere chiamato alle armi. Ma per questa evenienza esiste una serie di regole specifiche che è bene conoscere.

In quale caso l’Italia è tenuta a entrare direttamente in guerra

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. È un noto passaggio della nostra Costituzione, che spiega che il nostro Paese non può avere un ruolo diretto in conflitti che non lo coinvolgono o non coinvolgono alleati internazionali.

La guerra, per il nostro ordinamento, è infatti possibile solo come strumento di difesa, in caso di attacco diretto, o se causata da obblighi relativi a patti e trattati internazionali. Come il Trattato dell’Atlantico del Nord che ha dato vita alla Nato.

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Leva obbligatoria: con l’Ucraina è cambiato qualcosa in Italia?

Il documento che circola in queste ore su internet, che porta la firma del generale Carmine Masiello, sottocapo di Stato Maggiore, contiene importanti decisioni sulla cessazione della sospensione della leva obbligatoria. L’oggetto è la “Verifica dei titoli di idoneità” per i nati dal 1990 al 2003, tenuti a presentarsi nel più vicino distretto militare. Questo nonostante la legge italiana stabilisca che “le chiamate per lo svolgimento del servizio obbligatorio di leva sono sospese a decorrere dal 1° gennaio 2005”.

Il Codice militare sottolinea che può essere solo il presidente della Repubblica, con delibera del Consiglio dei Ministri, a emanare una chiamata alle armi. E solo se la situazione dovesse aggravarsi, in caso di coinvolgimento diretto del nostro Paese in una guerra. In quel caso le Camere dovrebbero però prima deliberare lo stato di guerra e dare al Governo i “poteri necessari” per fare fronte a una crisi bellica. Con documenti che andrebbero prima discussi e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.

Chi può essere chiamato alle armi in Italia: solo il personale militare

Anche in questo caso, però, verrebbero richiamate alle armi solo le persone che hanno deciso di intraprendere la carriera militare e prestano servizio o hanno cessato il servizio da non oltre 5 anni nei seguenti corpi.

  • Esercito.
  • Marina militare.
  • Aeronautica militare.
  • Carabinieri.
  • Guardia di Finanza.

Dalla misura sarebbe escluso non solo chi non ha mai indossato una divisa, ma anche il personale di servizio nelle forze di polizia e nei Vigili del Fuoco. Qua il nostro approfondimento sulle modalità di chiamata alle armi in Italia.

Il documento firmato dal generale Masiello è dunque falso, una bufala confezionata ad arte a cui non prestare attenzione. Anche perché se l’Italia dovesse reintrodurre la leva obbligatoria, un provvedimento simile non passerebbe certo inosservato, e se ne discuterebbe in apertura di qualsiasi telegiornale.

Vi abbiamo parlato qui di qual è il ruolo dell’Italia nella guerra in Ucraina, come annunciato da Mario Draghi. L’Italia potrebbe perdere a causa di questo conflitto anche un miliardo di euro, come vi abbiamo spiegato qua.