Meloni, figuraccia sul DEF: Governo va sotto alla Camera

Nuovo voto nella mattinata di oggi. La Presidente del Consiglio ammette: "brutto scivolone ma il decreto si farà"

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Redazione

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Figuraccia senza precedenti per il Governo Meloni che ieri è andato sotto alla Camera non riuscendo così ad approvare la relazione del governo sul Documento di economia e finanza: conti sbagliati ed eccessiva leggerezza hanno mandano in tilt la maggioranza proprio mentre cresce il pressing di Bruxelles su Roma e sotto la lente dei mercati.

Meloni, figuraccia sul DEF

Sono circa le 17 e all’appello mancano 45 voti tra deputati assenti ingiustificati e in missione (14 di FdI; 15 della Lega; 24 di Forza Italia e 2 di Noi moderati): Fabio Rampelli che presiede l’aula  certifica – non senza stupore – il mancato raggiungimento della maggioranza assoluta. Tra gli assenti anche ministri e deputati esperti.

“Capisco l’euforia dell’opposizione“, ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che ha lasciato Montecitorio decisamente scuro in volto, mentre dall’opposizione piovevano applausi.

Sotto alla Camera

Nulla può la Presidente del Consiglio Meloni – in missione a Londra –  se non ammettere il brutto scivolone. “Nessun problema politico”, dice ma ammette: “Una brutta figura”, per un “eccesso di sicurezza“, il pensiero di Meloni, secondo cui “tutti vanno richiamati alle loro responsabilità. Credo che si debba fare una valutazione ulteriore, e concentrare l’attenzione sui parlamentari in missione, su chi ha un doppio incarico”. Dopo questo incidente vuole “organizzare meglio tutta la filiera”, serve più comunicazione “tra di noi, con i capi delegazione, con i capigruppo, perché tutti devono essere coinvolti. Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo. Sto già organizzando”.

Opposizioni affondano

Anche se in missione, Giulio Tremonti, ex ministro delle Finanze,  fiuta il rischio e decide di partecipare alla votazione. Del resto,  secondo Openopolis, da inizio legislatura a inizio marzo su 47 votazioni chiave in 12 casi il margine della maggioranza è stato sotto i 20 voti, spesso salvato dalle defezioni delle opposizioni. Questa volta però lo scivolone arriva  sul Def, quasi inedito secondo parlamentari di lungo corso.

Le opposizioni ovviamente affondano. Che sia “sciatteria” o la “prova conclamata delle divisioni della maggioranza“, si “dimostra la totale inadeguatezza di questo Governo e di questa maggioranza”, l’attacco della segretaria Pd Schlein. “Impreparazione e irresponsabilità politica”, dicono dal Terzo polo. “Il frutto di questa incapacità lo pagheremo noi”, avverte Giuseppe Conte, mentre il centrodestra corre ai ripari.

Oggi nuovo voto

Tutto da rifare, dunque. Nuovo voto in programma oggi. L’Aula della Camera voterà la nuova Relazione al Parlamento con la richiesta di un ulteriore indebitamento  intorno alle 11,30 (discussione generale prevista dalle 9 e le relative dichiarazioni di voto dalle 10). E’ richiesta la maggioranza assoluta. L’Assemblea procederà quindi al voto delle risoluzioni al Def, di maggioranza e opposizioni, e al voto di sei componenti dei consiglio di presidenza delle magistrature speciali. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio