Cancro, Parkinson e altro: come sta davvero Vladimir Putin?

I frequenti attacchi d’ira del presidente russo sarebbero causati da un mix di medicinali che assume ogni giorno: le reali condizioni del capo del Cremlino

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Nonostante tutto il mondo assista attonito alle sue scelte militari senza precedenti, Vladimir Putin sarebbe malato: soffrirebbe di demenza o Parkinson, oppure avrebbe attacchi d’ira provocati dalle cure per il cancro. A tornare sui presunti problemi di salute del presidente russo è il Daily Mail, quotidiano britannico molto letto dalle classi popolari inglesi, che cita fonti di intelligence occidentali e fonti vicine al capo del Cremlino.

In particolare, a fornire queste informazioni sarebbero stati alcuni funzionari esperti appartenenti all’organizzazione Five Eyes: si tratta dell’alleanza tra le diverse sezioni dei servizi segreti che comprende l’Australia, il Canada, la Nuova Zelanda, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Ma cosa c’è di vero?

A rischio la salute di Putin? Cosa emerge dalle immagini

Dietro ai comportamenti di Putin (molto contestati anche in patria, dove si vocifera di un tentativo imminente di deporlo tramite un golpe) ci potrebbero essere dunque spiegazioni di natura fisica e medica. Numerosi rapporti occidentali sarebbero giunti a questa conclusione sovrapponendo le ultime immagini pubbliche del presidente russo (che oggi ha 69 anni) con l’evidente gonfiore del collo e della testa apparso nei video più recenti.

A fomentare le teorie sulla sua salute cagionevole c’è anche la questione del notevole distanziamento fisico imposto durante le visite dei leader stranieri al Cremlino, con il lungo tavolo dei colloqui divenuto virale in tutto il mondo. “Negli ultimi cinque anni c’è stato un deciso cambiamento nel processo decisionale, chi è vicino a lui ha notato anche una minor chiarezza nel parlare e nel capire il mondo che lo circonda”, ha spiegato una fonte di Mosca al quotidiano britannico, confermando anche come l’assenza di pareri discordanti nel suo circolo ristretto gli impedirebbe di capire il fallimento della guerra lampo dopo l’invasione dell’Ucraina e di prendere atto della realtà delle cose. Una tesi un po’ debole e senza conferme, ma tant’è.

Le indiscrezioni e le ipotesi sul campo: i farmaci nel mirino

La congettura pubblicata dal Daily Mail si basa probabilmente su un’unica fonte ed è difficilmente confrontabile, ma rinforza i sospetti emersi nelle ultimi mesi. Già a novembre 2020 il politologo Valery Solovei, ex professore all’Istituto Statale di Relazioni Internazionali di Mosca allontanato nel 2019 perché considerato troppo critico nei confronti del Cremlino, aveva confermato a diversi media internazionali che il presidente russo soffriva di Parkinson, e per questo stava meditando il ritiro dalla scena pubblica in patria.

Ora fonti occidentali confermerebbero che le scelte di Vladimir Putin sarebbero influenzate proprio dal Parkinson, oppure da una forma più generica di demenza (forse causata dallo stile di vita sopra le righe adottato per lungo tempo in passato), ma c’è chi collega questa situazione all’uso prolungato di steroidi per curare il cancro, che ne avrebbe alterato l’equilibrio e la capacità di concentrazione.

Ma le problematiche del presidente russo non sarebbero soltanto queste. Quella più importante riguarderebbe la schiena: lo “zar” soffrirebbe infatti di diversi problemi alla colonna vertebrale per pregressi traumi sportivi, ma anche di una neoplasia al midollo spinale, la cui sintomatologia sarebbe compatibile con alcune difficoltà deambulatorie e certe irrequietezze posturali del leader russo.