Elezioni in Russia, Putin stravince con l’87% dei voti: come cambierà l’economia del Paese

L'affluenza complessiva delle elezioni in Russia è stata del 77,44%, un dato record e il più alto della storia del Paese

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Vladimir Putin governerà la Russia fino al 2030, con la possibilità di chiedere un ulteriore mandato secondo la Costituzione. La sua permanenza al potere, che supererà quella di Caterina la Grande e di Stalin, è stata confermata dalle elezioni degli ultimi tre giorni: vedendo i dati è stato un vero e proprio plebiscito. L’affluenza alle urne è stata del 74,2%, mentre Putin ha ottenuto oltre l’87% dei voti, un aumento rispetto al 63,6% del 2012 e al 76,7% del 2018.

I risultati e dove si è votato

La vittoria con l’87% dei voti rappresenta il più ampio consenso ottenuto nella storia postsovietica della Russia, cioè dall’anno 1991, dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica. Questo risultato serviva a Vladimir Putin, in quanto mirava a dissipare qualsiasi dubbio sulla stabilità del sostegno popolare nei confronti del leader e a rafforzare la sua immagine di leader forte agli occhi del mondo, specialmente dei paesi occidentali che appoggiano l’Ucraina nella sua resistenza all’invasione russa in corso da oltre due anni. Sulla televisione di stato russa, un giornalista ha commentato i risultati definendoli “un incredibile livello di sostegno e unità attorno alla figura di Vladimir Putin” e come “un segnale diretto ai paesi occidentali”.

Secondo i risultati finora pubblicati, nessuno dei tre candidati alternativi a Putin è riuscito a superare il 4% dei voti. Questi candidati erano Nikolai Kharitonov del Partito Comunista, Leonid Slutsky del Partito Liberal-Democratico, di orientamento nazionalista di destra, e Vladislav Davankov del partito Popolo Nuovo, autodefinitosi liberale.

In queste elezioni presidenziali, il governo russo ha incluso anche le quattro regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, che sono state occupate dall’esercito russo e annesse dalla Russia nel settembre del 2022 tramite un referendum considerato farsesco e illegale dalla comunità internazionale. I primi risultati della commissione elettorale, a seconda delle zone, indicano che Putin ha ottenuto un sostegno compreso tra l’88% e il 94% in queste regioni.

Le parole di Putin dopo la vittoria

“Il risultato delle elezioni rappresenta la piena fiducia dei cittadini nel nostro impegno a seguire il programma stabilito”, ha dichiarato il presidente russo Putin parlando dal quartier generale della sua campagna elettorale al termine delle elezioni. Ha anche espresso gratitudine ai soldati che combattono in Ucraina: “Devo parole di ringraziamento a tutti i nostri soldati che si sono impegnati a compiere il loro dovere davanti alla Patria”, ha dichiarato, assicurando che questa elezione non è stata una “formalità”.

Vladimir Putin ha sottolineato che la sua vittoria alle elezioni  consentirà alla Russia di consolidare la società e diventare “più forte ed efficace”. “Nessuno sopprimerà mai la Russia quando saremo consolidati, siamo una famiglia unita”, ha detto. “Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro”, ha aggiunto, tra l’esultanza dei suoi supporter. La mia vittoria, ha aggiunto, dimostra che la Russia ha fatto bene a scegliere la sua strada attuale.

Come ha vinto le elezioni, tra guerra ed economia

Certamente Putin ha ricevuto ampio consenso per quanto riguarda la guerra in Ucraina; prima dell’Operazione militare speciale, metà dei russi era favorevole a una sua ricandidatura, metà era contraria. Dopo il 24 febbraio 2022, i sostenitori di un nuovo mandato di Putin al Cremlino sono saliti dal 45% al 75%, poi al 78% e infine all’80%.

Ma il consenso nei confronti dello zar è alto anche grazie all’economia. Denis Volkov del Centro Levada ha evidenziato che grazie all’indicizzazione delle pensioni e dei salari, insieme all’espansione dei benefici sociali, si è verificata una significativa redistribuzione della ricchezza. “In più mezzo milione di russi hanno lasciato il Paese e un’altra mezzo sono stati reclutati o si sono arruolati come volontari. In totale oltre un milione di russi sono venuti a mancare all’economia il che, insieme all’industria militare a pieno regime, ha significato più occupazione e salari più alti”, spiega Volkov.

Secondo Volkov, non è stata la società russa ad adattarsi, come spesso si dice, ma è lo Stato che ha investito considerevolmente per aiutare la società ad adattarsi. E la società, a sua volta, ricambia questo sostegno con lealtà al regime. Un altro fattore importante, secondo lui, è che la maggioranza della popolazione non è direttamente coinvolta nel conflitto in Ucraina e può continuare a vivere una vita normale. L’unico grande shock è stato la mobilitazione parziale, ma è stato superato nel tempo.

Cosa farà in ambito economico nei prossimi anni

Nonostante le sanzioni occidentali, l’economia russa è cresciuta del 3% smentendo le stime del Fondo Monetario Internazionale che vedevano un calo del 2,3%.

Secondo Bloomberg, Putin ha pianificato una spesa di circa 15 mila miliardi di rubli (circa 150 miliardi di euro) fino al 2030. Tuttavia, solo una piccola parte di questa somma sarà destinata alla politica interna: circa 10 miliardi di euro per ospedali e circa 4 miliardi di euro per scuole e asili. È probabile che questi numeri aumenteranno, considerando che nel Paese sta emergendo, seppur con enormi difficoltà, un certo dissenso nei confronti della gestione della spesa pubblica.

Secondo l’oppositore Aleksei Miniailo, il 2024 segna il primo anno, dai tempi dell’Unione Sovietica, in cui il bilancio militare e quello della polizia superano insieme il bilancio sociale. Miniailo ha dichiarato a Newsweek: “Vedo che la gente è molto stanca della guerra e vorrebbe che il governo si concentrasse sugli affari interni”. Ha aggiunto che Putin vuole dare l’impressione di prestare maggiore attenzione alle politiche sociali, ma in realtà non è così.

E Putin parla per la prima volta di Navalny

Le elezioni si sono svolte in tre giorni, da venerdì a domenica, durante i quali si sono verificate varie forme di protesta ai seggi, più o meno esplicite, e diverse persone sono state arrestate. Domenica è stata organizzata la manifestazione nota come “Mezzogiorno contro Putin”, una protesta pacifica sollecitata dal dissidente russo Alexei Navalny prima della sua morte in una prigione siberiana un mese fa. Questa iniziativa invitava le persone a recarsi ai seggi tutti nello stesso momento (mezzogiorno) per esprimere il loro dissenso nei confronti del regime di Putin e dimostrare che nel paese esiste ancora una forma di opposizione, evitando al contempo la repressione sistematica esercitata dalle autorità russe su qualsiasi forma di protesta contro il governo.

Durante la conferenza per annunciare la sua vittoria, Putin ha risposto a una domanda riguardante il “Mezzogiorno contro Putin”, affermando di non essere rimasto impressionato e accusando alcuni partecipanti alla manifestazione di aver disturbato i seggi in cui avevano votato. Inoltre, per la prima volta in molti anni, Putin ha menzionato Alexei Navalny, di solito evitato nei suoi discorsi pubblici. Ha confermato un’informazione fornita nelle settimane precedenti da una collaboratrice di Navalny, secondo cui il governo russo aveva accettato di liberarlo in uno scambio di prigionieri.

Putin non ha specificato in cambio di chi Navalny sarebbe stato liberato e ha semplicemente affermato che Navalny è morto prima che ciò potesse accadere, sottolineando che “questa è la vita”. Tuttavia, molti governi democratici e analisti ritengono che Putin abbia enormi responsabilità nella morte di Navalny e che abbia persino favorito tale esito.

Chi è Putin

Vladimir Putin, 71 anni, ha garantito formalmente altri 6 anni di mandato fino al 2030 con la sua vittoria nelle elezioni presidenziali, anche se la sua rielezione non era mai stata messa in discussione. Questo sarà il suo quinto mandato da presidente: ha servito due mandati tra il 2000 e il 2008 e altri due dal 2012 fino ad oggi. Durante il periodo 2008-2012, è stato primo ministro mentre Dmitri Medvedev era presidente, ma era ampiamente considerato il vero detentore del potere nel paese.

La sua ricandidatura a queste elezioni presidenziali è stata resa possibile da una riforma costituzionale approvata nel 2020. Tale riforma gli consente di restare al potere per altri due mandati presidenziali oltre a quelli che ha già servito. Sebbene la riforma abbia imposto un limite di due mandati presidenziali consecutivi, ha azzerato il conteggio dei mandati presidenziali precedenti di Putin. Questo gli permette potenzialmente di rimanere al potere fino al 2036, quando avrà 84 anni. In questo modo, Putin diventa la persona che ha detenuto il potere più a lungo in Russia dopo Josef Stalin, che governò l’Unione Sovietica in modo dittatoriale per 31 anni.

Le reazioni dei paesi occidentali: “Elezioni non libere”

Tra i primi commenti giunti poco dopo che i media russi hanno diffuso i primi risultati degli exit poll, c’è stato quello del presidente ucraino, Volodymir Zelenski. Ha dichiarato: “Putin è un uomo ubriaco di potere che vuole regnare per sempre. Questa persona deve essere portata davanti al banco degli imputati dell’Aia”, ha detto il leader di Kiev.

I paesi occidentali più critici nei confronti dello “zar” hanno seguito con commenti altrettanto duri. La Casa Bianca ha dichiarato che le elezioni non sono né libere né giuste, mentre il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha sottolineato che “questo non è ciò che dovrebbero essere delle elezioni libere ed eque, gli elettori non hanno avuto scelta”. “Le elezioni in Russia non sono state né libere né regolari e hanno riguardato anche territori ucraini occupati illegalmente. Continuiamo a lavorare per una pace giusta che porti la Russia a terminare la guerra di aggressione all’Ucraina nel rispetto del diritto internazionale”, ha scritto su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.