Putin è malato? Sta per morire? Cosa sappiamo sulla salute dello “zar”

Vladimir Putin sarebbe gravemente malato e prossimo alla morte, e per questo avrebbe accelerato i tempi della guerra

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

La veloce escalation della guerra in Ucraina, con l’inattesa invasione del Paese e un conflitto che non sembra volgere a favore di Mosca, ha portato giornalisti e analisti di tutto il mondo a chiedersi se Vladimir Putin stia bene.

Ci sono diversi elementi che proverebbero infatti una sua malattia, probabilmente grave. Si tratta di speculazioni, certo, ma che spiegherebbero anche l’inizio di una guerra in cui la Russia sta perdendo molte vite umane e il cui esito, con il supporto a Kiev della comunità internazionale, sembra già scritto.

Putin è malato? Cosa sappiamo sul suo gonfiore sospetto al viso

A far sorgere i primi dubbi sullo stato di salute di Putin sono stati il viso e il collo insolitamente gonfi, che potrebbero indicare l’assunzione di antinfiammatori steroidei. Cortisone, dunque. I cui effetti collaterali, sul lungo periodo, espongono il corpo a infezioni e possono portare anche a sensibili variazioni dell’umore e del comportamento del paziente. Un alto dosaggio può essere poi fonte di confusione e pensieri paranoici.

Alcuni giornalisti stranieri a Mosca hanno notato il gonfiore della faccia del presidente russo, e riportato che si sarebbe lamentato più volte per un forte dolore alla schiena. Tra l’altro il Cremlino avrebbe tagliato dei video recenti che mostrerebbero Vladimir Putin preso da attacchi incontrollabili di tosse.

Ma i problemi di salute del presidente russo sarebbero molto più gravi del mal di schiena e della bronchite. E il poco tempo a sua disposizione lo avrebbe spinto ad accelerare i tempi della guerra in Ucraina.

Il lungo tavolo di Vladimir Putin serve a evitargli infezioni mortali?

Un altro campanello di allarme è quello del tavolo a cui si sono seduti i leader mondiali, lungo ben sei metri. Decisamente troppi anche per il più attento degli ipocondriaci che teme di prendere il coronavirus. Tra l’altro anche i suoi più stretti collaboratori, come il ministro degli Affari Esteri Sergei Lavrov, non prendono posto vicino al presidente.

A causa dell’insolito distanziamento sociale, hanno iniziato a diffondersi voci che vorrebbero Vladimir Putin immunosoppresso, a causa di terapie che agiscono sul sistema immunitario e lo indeboliscono, come quelle per le malattie autoimmuni. Il Covid fa sicuramente più paura in un Paese con un basso tasso di vaccinazione come la Russia, ma le lunghe quarantene a cui si sono sottoposti gli ospiti del Cremlino e i protocolli per evitare contagi sono sembrati esagerati.

Anche in virtù del fatto che a Vladimir Putin, che ha 69 anni, sarebbe stato iniettato il vaccino anti-Covid russo, lo Sputnik. E dunque non dovrebbe avere bisogno di essere messo sotto una campana di vetro, come sembra che stia avvenendo.

I servizi segreti di Usa e Francia non hanno dubbi: Putin sta male

Gli agenti segreti americani si sarebbero già fatti una chiara idea sulla situazione. Lo ha suggerito Marco Rubio, senatore repubblicano e membro della Commissione intelligence del Parlamento statunitense, sottolineando che “qualcosa non va” in Putin. Il presidente russo, ha spiegato l’esperto, “è sempre stato un assassino, ma il problema oggi è diverso e significativo”. Infatti sarebbe affetto da “problemi di salute di tipo neurofisiologico“.

Anche in Francia sono sorti dubbi su una possibile malattia del numero uno del Cremlino. Membri dell’entourage di Emmanuel Macron hanno dichiarato che negli incontri di quest’anno tra il presidente francese e il suo omologo russo, quest’ultimo sarebbe apparso diverso. Più rigido e con posizioni ideologiche più estreme, ma anche “sgangherato” e fuori di sé, come una persona affetta da patologie neurologiche o psichiatriche.

Le ipotesi in Russia sullo stato di salute di Putin

Il professor Valery Solovei, ex docente di Storia dell’Istituto statale di Mosca per le Relazioni internazionali, ha lanciato la bomba. “Vladimir Putin ha il cancro e il morbo di Parkinson“, aveva dichiarato lo storico, spiegando che per questo sarebbe stato prossimo a lasciare l’incarico. Ipotesi subito smentite dal Cremlino e bollate come prive di ogni fondamento.

Il professore, che ha rinunciato al suo incarico a causa di “pressioni politiche”, non è l’unico russo ad avere dubbi sullo stato di salute del presidente. Ma come sempre più spesso accade, ogni forma di dissenso e ogni narrazione contraria a quella ufficiale del regime vengono prontamente silenziate.

Putin sta morendo? Perché gli esperti di guerra lo pensano

A dimostrare che Vladimir Putin sarebbe effettivamente malato gravemente c’è un altro elemento non di poco conto, che riguarda la guerra in Ucraina. Il presidente non si è mai mostrato così imprudente in alcuna delle tante “operazioni militari” in altri Paesi. Le forze russe hanno invaso la Georgia nel 2008 e la penisola della Crimea, e quindi l’Ucraina, nel 2014. Poi c’è stata la crisi del Donbass.

Nonostante l’occupazione militare di queste regioni e la loro annessione formale alla Russia, non riconosciuta dal resto della comunità internazionale, non ci sono mai state escalation come quella a cui stiamo assistendo oggi. Putin ha optato in quei casi per manovre sottotono e quasi passate inosservate in Occidente, che hanno portato a sanzioni lievi e non certo alla mobilitazione odierna, con tutto il mondo che osserva la guerra in Ucraina e, in qualche modo, partecipa al conflitto, con aiuti umanitari e forniture a Kiev e il boicottaggio di Mosca.

L’invasione del Paese ha scioccato i leader globali, e soprattutto i consiglieri bellici. Usare questo spiegamento di forze, senza la sicurezza di vincere, per sottomettere uno stato di 44 milioni di abitanti con un solo attacco dislocato su tutto il territorio è apparso insensato. Incomprensibile soprattutto perché, dopo un nuovo cambiamento della Costituzione che gli permetterebbe di rimanere al potere fino al 2036, Vladimir Putin avrebbe tutto il tempo per adottare la strategia “lenta” per annettere l’Ucraina, pezzo dopo pezzo, alla Russia.

Il conflitto potrebbe apparire per tutte queste ragioni come il canto del cigno di un leader ormai fuori di testa e che, forse a causa di una grave malattia degenerativa, non avrebbe più niente da perdere. O forse queste teorie sono solo un modo per spiegare un evento che di sano e razionale ha poco e nulla: l’orrore della guerra. Intanto sulla testa di Putin pende una taglia molto ricca.