Quello che Google sa di te: come scoprire quali informazioni memorizza

Con lo scandalo Cambridge Analytica, gli utenti non possono fare a meno di chiedersi quali dati vengono raccolti dai big di Internet: ecco cosa Google sa di noi

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Redazione

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Da quando le inchieste su Cambridge Analytica sono state pubblicate dal New York Times, dal Guardian e in seguito da Channel 4, il tema “raccolta e utilizzo dei dati online” è diventato uno degli argomenti da prima pagina.

Lo scandalo che ha colpito Facebook e la stessa Cambridge Analytica, sta minando la fiducia che molti utenti ripongono nei confronti di altri grandi colossi di Internet, come i principali social network e i motori di ricerca. Fiducia che in molti casi era già altalenante, e che ora sembra essere stata tradita.

Dopo aver letto a proposito di dati rivenduti a terzi e profili psicometrici su più di 50 milioni di utenti, viene spontaneo chiedersi che cosa realmente diciamo di noi stessi agli strumenti online che utilizziamo.

Nelle Norme sulla privacy, Google scrive chiaramente: “Raccogliamo dati per offrire servizi migliori a tutti i nostri utenti, ad esempio per capire elementi fondamentali come la lingua parlata dall’utente oppure elementi più complessi come quali annunci potrebbero essere più utili per l’utente, le persone che potrebbero interessare di più all’utente online o quali video di YouTube potrebbero piacere all’utente”.

Attraverso le pagine relative alla privacy, è possibile sapere quali informazioni Google dichiara di raccogliere dai nostri account: “Durante la creazione [dell’account] chiediamo informazioni personali quali nome, indirizzo email, numero di telefono o carta di credito da associare all’account dell’utente” e “raccogliamo informazioni sui servizi utilizzati dall’utente e sulla modalità di utilizzo”.

Le Norme sulla Privacy si riferiscono agli utenti che hanno un account Gmail e che utilizzano un dispositivo Android o un iPhone loggandosi nel loro account Gmail; quali sono quindi le informazioni che vengono raccolte in base all’utilizzo dei servizi Google da parte dell’utente?

Forse non molti sanno che a questo indirizzo Google fornisce un elenco esaustivo di tutte le informazioni che dichiara di memorizzare; qui è dove si può trovare traccia di tutto ciò che si fa da pc, smartphone o tablet con l’account Google. Non solo: in alcuni casi è possibile anche trovare traccia di attività con altre app (ad esempio: “hai utilizzato Netflix”).

Dividendole in categorie, troviamo informazioni su:

  • posizione e movimenti: se i servizi di posizione di Google sono abilitati, l’azienda sa dove ci si trova, dove si è stati e per quanto tempo. Non solo: il colosso americano cerca di capire anche in che modo ci si è spostati (se con i mezzi o a piedi, ad esempio) e raccoglie tutta la cronologia degli spostamenti, sotto “Altre attività di Google – Cronologia delle posizioni”;
  • ricerche e link visitati: Google memorizza tutte le ricerche effettuate da ogni dispositivo associato all’account. Nell’elenco attività compariranno sia ciò che si è digitato nella barra di ricerca di Google, sia le pagine e i contenuti visualizzati dei siti web visitati. Cliccando su “dettagli” si può leggere l’ora e il giorno ai quali risalgono queste informazioni e se ad un sito web ci si è arrivati per ricerca organica o meno. Tra le altre cose, Google scrive anche se avete utilizzato Chrome in modalità anonima, ma senza dare ulteriori dettagli;
  • musica, film, app, eventi: se si utilizzano le app Google Music, Play e Film, l’elenco attività del proprio account riporta fedelmente quando sono state aperte le app, quali canzoni e film sono stati scelti, quali app sono state scaricate e quali ricerche sono state effettuate all’interno di queste applicazioni. Tramite Google Calendar l’azienda conosce gli eventi aggiunti e quelli ai quali l’utente ha effettivamente partecipato: degli eventi conosce luogo, ora, durata ed eventuali altri utenti Google partecipanti;
  • preferenze e profilo pubblicitario: Google vuole conoscere bene i nostri gusti e utilizza tutti i dati in suo possesso per cercare di definire un profilo pubblicitario il più accurato possibile. Un aspetto interessante è che è possibile visitare e modificare il proprio profilo pubblicitario: cliccando su “Altre attività di Google – Impostazioni annunci pubblicitari” compare infatti una pagina in cui Google ci dice che consumatori siamo secondo lui. Possiamo anche cambiare queste impostazioni, creando manualmente un profilo diverso, oppure disattivare completamente la personalizzazione degli annunci;
  • applicazioni aperte: se si utilizzano smartphone o tablet android loggandosi nell’account Google, l’azienda registra le applicazioni installate sul dispositivo e che vengono aperte. Se si apre ad esempio l’applicazione Contatti per scorrere la Rubrica, nell’elenco attività verrà riportata la frase “hai utilizzato Contatti” e indicherà data, ora di utilizzo e dispositivo.

Anche tramite Youtube si forniscono informazioni a Google: il motore di ricerca dei contenuti video infatti è di proprietà dell’azienda californiana e tiene traccia di tutti i video ricercati, guardati, commentati.

Le informazioni raccolte vengono utilizzate per migliorare l’incontro tra domanda e offerta: le aziende utilizzano i dati di Google (tramite AdWords ad esempio) per creare pubblicità mirata. Non solo: i registri delle attività riguardanti le ricerche effettuate e i siti web visitati, vengono utilizzati da Google per personalizzare e adattare sempre di più al singolo utente i risultati di ricerca.

D’altronde, come recita la sua mission, il motore di ricerca più famoso vuole “organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle accessibili e utili per tutti”: in particolare Google vuole rispondere alle domande degli utenti nel modo più breve e migliore possibile.

Google tiene traccia anche delle attività relative agli accessi sugli account; nell’area “Security” dedicata alla sicurezza del proprio account, è infatti possibile vedere tutti i dispositivi che Google ha registrato come connessi all’account: dei dispositivi, viene registrato il modello, l’indirizzo IP e la posizione in cui si trovano. Da questa stessa interfaccia, è possibile scegliere di disconnetterli cliccando sull’apposito bottone.

Sempre nella sezione “Security” è possibile vedere le applicazioni esterne che hanno accesso all’account: sono infatti elencate le app che hanno qualsiasi tipo di accesso ai dati dell’account (dal permesso parziale a quello sull’intero account); qui viene mostrato il tipo di autorizzazione concessa all’applicazione e, ad ogni applicazione, è possibile revocarne l’accesso.

Un’altra funzione che può essere utile nell’ambito della gestione dei propri dati, è quella che permette di scaricare tutte le proprie email, le attività, i documenti su Google Drive e molto altro, in modo da tenere una copia sul proprio hard disk.

All’interno delle Norme sulla privacy Google scrive: “Il nostro obiettivo è essere chiari riguardo ai dati che raccogliamo in modo da consentire agli utenti di prendere decisioni informate sulla modalità di utilizzo di tali dati”.

Questa è solo una parte dei dati che Google memorizza per ogni utente e per avere altre informazioni si può consultare il link alla privacy del proprio account. Dopo questo ulteriore scandalo e le incertezze circa i dati raccolti dalle piattaforme che utilizziamo online, è importante conoscere quali strumenti abbiamo per gestire queste informazioni, revocando autorizzazioni e personalizzando il nostro profilo.