Qual è il vino più venduto in Italia? Abruzzo e Sicilia dominano le classifiche

Il Vinitaly ha visto emergere la crescente popolarità dei vini autoctoni, con Abruzzo e Sicilia che dominano le classifiche delle vendite. Ma qual è il vino più venduto in Italia?

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Il Vinitaly, rinomata fiera del vino che ogni anno attira enologi, produttori e appassionati da tutto il mondo, ha visto emergere una tendenza interessante nel panorama vinicolo italiano: la crescente popolarità dei vini autoctoni, con le etichette di Sicilia e Abruzzo che dominano le classifiche. Ma qual è il vino più venduto in Italia? In cima alla lista dei vini che hanno fatto segnare i più alti tassi di crescita nelle vendite troviamo una sorpresa: il Cerasuolo d’Abruzzo.

Questo non è però l’unico nome che è emerso tra le preferenze. Vediamo nel dettaglio quali sono i vini legati al territorio che hanno fatto registrare i maggiori incrementi di vendite.

I vini più venduti in Italia, Abruzzo e Sicilia dominano le classifiche

Presentata durante il Vinitaly, l’analisi condotta da Coldiretti e basata sui dati Circana riguardo alla scelta dei vini ha sottolineato come nell’ultimo anno sia emersa una preferenza sempre più marcata degli italiani per le tipicità locali.

In particolare, in cima alla lista dei vini che hanno fatto segnare i più alti tassi di crescita nelle vendite troviamo una sorpresa: il Cerasuolo d’Abruzzo, un vino rosato, che si posiziona per la prima volta al vertice della classifica con un impressionante aumento del 19,7% in volume. Questo boom evidenzia la crescente popolarità dei rosé tra i consumatori italiani, confermando una tendenza in continua crescita.

Al secondo posto troviamo il Grillo di Sicilia, con un aumento del 12,2%, seguito a breve distanza dal Pecorino, tipico delle regioni Marche e Abruzzo, che registra un aumento del 12%.

La classifica prosegue con altre eccellenze regionali, tra cui Lugana della Lombardia e del Veneto (+9,5%), Ribolla friuliana (+8%), e Orvieto del Lazio e dell’Umbria (+7,6%). Al settimo posto, troviamo invece il Friuliano (+7,2%), seguito da due vini rossi: il Primitivo della Puglia (+5,2%) e il Valpolicella Ripasso del Veneto (+4,6%). Chiude la top ten il Nebbiolo, un vino caratteristico del Piemonte ma anche della Lombardia, che registra un aumento del 4,4%.

Il paradosso del mercato vino italiano

Un dato interessante che emerge dall’analisi Coldiretti è l’aumento delle vendite dei vini autoctoni in netto contrasto con l’andamento complessivo del mercato vinicolo italiano, che nel 2023 ha registrato un calo del 3,3% in volume. Si tratta cioè di un vero e proprio paradosso, che ovviamente ha diverse implicazioni a livello economico.

L’aumento delle vendite dei vini autoctoni indica un cambiamento nelle preferenze dei consumatori italiani. Questo può essere attribuito a una maggiore consapevolezza riguardo alla provenienza e alla qualità dei vini, nonché alla loro crescente preferenza per prodotti autentici e legati al territorio. Perché è importante non sottovalutare questo dato? Perché sicuramente ci sottolinea una strategia vincente in un momento in cui il settore è sotto pressione, ovvero l’importanza di promuovere e tutelare le specificità territoriali, evidenziando il ruolo cruciale che il patrimonio enologico italiano svolge nella cultura del Paese.

Da qui la necessità di promuovere politiche di tutela e promozione delle specificità territoriali, che possono includere l’etichettatura di origine controllata (DOC) e di origine controllata e garantita (DOCG), nonché programmi di promozione per valorizzare le tradizioni enologiche regionali.

In conclusione, le vendite dei vini autoctoni in crescita sono un segnale positivo per le regioni produttrici, poiché conferma il valore economico e culturale del loro patrimonio enologico. E questo può contribuire a sostenere l’occupazione e lo sviluppo economico locale nelle aree rurali dove sono situati i vigneti. Si tratta di uno snodo importante per capire il mercato del vino ma soprattutto per contribuire alla sua crescita.

Qualche informazione in più sul Cerasuolo d’Abruzzo, il vino più venduto in Italia

Nelle terre collinari dell’Abruzzo, tra vigneti baciati dal sole e brinate mattutine, nasce uno dei tesori enologici più affascinanti d’Italia: il Cerasuolo d’Abruzzo, il vino più venduto in Italia nell’ultimo anno. Questo vino rosato, dalle sfumature di rosa tenue e dai profumi delicati, incanta i palati di chiunque lo assaggi, offrendo un’esperienza sensoriale unica che riflette la terra da cui proviene.

Il Cerasuolo d’Abruzzo ha radici profonde nella storia e nelle tradizioni vitivinicole dell’Abruzzo. Prodotta principalmente con uve Montepulciano, questa pregiata denominazione rappresenta una celebrazione dell’arte millenaria della viticoltura abruzzese.

Assaporare un bicchiere di Cerasuolo d’Abruzzo è come intraprendere un viaggio attraverso i paesaggi suggestivi di questa splendida regione. Al naso, si aprono fragranze di ciliegie mature, fragole selvatiche e fiori di campo, che evocano l’atmosfera primaverile delle colline abruzzesi. In bocca, il vino rivela una freschezza vibrante, bilanciata da una piacevole morbidezza e da una leggera nota tannica, regalando un finale lungo e persistente che invita a un altro sorso.

Uno dei tratti distintivi del Cerasuolo d’Abruzzo è la sua versatilità in tavola. Grazie appunto alla sua freschezza e leggera struttura, questo vino si presta a una vasta gamma di abbinamenti gastronomici. È perfetto come aperitivo, accompagnamento ideale per antipasti leggeri, insalate estive e piatti a base di pesce, ma si sposa anche splendidamente con la cucina tradizionale abruzzese, come arrosti di carne, formaggi stagionati e salumi locali.

Forse anche per questi motivi il Cerasuolo d’Abruzzo ha conquistato la sua crescente popolarità, con un aumento costante della domanda sia sul mercato nazionale che internazionale.