La sfida di Menarini, nuovi antibiotici sul modello dei farmaci orfani

L'azienda farmaceutica italiana cresce attraverso acquisizioni mirate e rende disponibili nuovi farmaci e antibiotici fondamentali, in grado di essere riconosciuti per la loro innovatività

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Provate a mettere in fila 16 miliardi di compresse. Un obiettivo quasi impossibile da immaginare. Ma che nel 2023 ha rappresentato la realtà operativa  dei 18 stabilimenti produttivi di Menarini, azienda farmaceutica italiana che si apre sempre di più verso il mondo.

La crescita dell’azienda farmaceutica

La crescita è stata sostenuta da una crescita a volumi con 833 milioni di unità di cui 609 milioni prodotti internamente, pari a un aumento del 9,3%. Queste alcune delle cifre presentata da Lucia Aleotti, azionista e membro del Board di Menarini, in un incontro tenutosi a Firenze, città che ospita l’azienda dal 1915. Presente in 140 Paesi nel mondo con filiali, distributori e licenziatari, il gruppo attraverso acquisizioni mirate sta sviluppando un futuro che si muove lungo alcune direttive principali.

Nuovi farmaci disponibili

Dopo l’acquisizione di Stemline si è arrivati alla disponibilità di Elacestrant, un farmaco destinato al trattamento in monoterapia del carcinoma mammario avanzato o metastatico (positivo per i recettori ormonali ma non per HER-2). Il medicinale è già stato approvato da EMA in Europa e FDA negli USA. E si sta sviluppando Tagraxofusp, per il trattamento di specifici tumori del sangue, target per altri medicinali come Selinexor (per il trattamento del mieloma multiplo) ed altri principi attivi in fase precedente di ricerca. Non solo. Si avvicina la disponibilità di nuovi farmaci mirati a ridurre il colesterolo e quindi a limitare il rischio di infarti, ictus e patologie cardiovascolari che riconoscono proprio nel colesterolo LDL un fattore causale. È il caso di Obicetrapib, associato o meno ad altri medicinali con meccanismo d’azione che si integra per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo.

Nuovi antibiotici sul modello dei farmaci orfani

Infine, c’è il capitolo nuovi antibiotici. Farmaci per pochi pazienti, che ne hanno però un estremo bisogno. “Cosa facciamo quando, nonostante tutto, abbiamo un paziente con infezione resistente? – spiega Aleotti. Serve un antibiotico potente. L’azienda porta avanti il farmaco con difficoltà incredibili, è difficilissimo perché sono farmaci per pochi pazienti che devono essere trattati rapidamente altrimenti se ne vanno nel giro di dieci ore. Se invece di dare un premio per rendere attrattiva l’area, si continua a guardare ai prezzi degli antibiotici di decenni fa, il messaggio che ricevo come imprenditore è di non investite nei nuovi antibiotici. L’unico modello che può funzionare veramente è quello dei farmaci orfani con un premio per chi sviluppa questi farmaci innovativi”.

Insomma: per un’azienda farmaceutica è basilare accettare e fare proprie le sfide globali, come quella dell’antibiotico-resistenza, per la quale occorre trovare soluzioni non solo sul fronte della ricerca, ma anche della situazione regolatoria. Perché se è fatale che gli antibiotici progressivamente diventino meno efficaci nei confronti di batteri che “imparano” a sviluppare meccanismi di resistenza all’azione del farmaco, è fondamentale che esistano farmaci in grado di fare la differenza tra la vita e la morte di pazienti che si trovano ad affrontare infezioni resistenti. Ma è altrettanto importante che questi antibiotici vengano impiegati solo quando davvero servono, con la necessaria appropriatezza, e che quindi vengano considerati alla stregua dei farmaci per le malattie rare. Ovvero fondamentali, basilari. Ma anche in grado di essere riconosciuti per la loro innovatività.

Con la collaborazione di Federico Mereta