Russia, Putin pronto ad usare il Rublo Digitale contro le sanzioni

Il capo del Cremlino teme una nuova crisi economica per il suo Paese come successo nel 2014 dopo l’annessione della Crimea: la strategia del leader russo

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Secondo quanto riportato nelle ultime ore dall’emittente americana Cnn e da diversi altri media internazionali a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina che sta tenendo in apprensione il mondo intero, pare che la Russia avrebbe trovato il modo per non cadere sotto il peso delle sanzioni che l’Occidente – a cominciare dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, seguito a ruota da quasi tutti i membri dell’Unione europea – sta minacciando di applicare nei confronti di Mosca.

Il presidente Vladimir Putin teme che possano ripresentarsi le conseguenze subite dalla sua economia nel 2014, quando il Cremlino venne tagliato fuori dagli scambi commerciali con molti partner internazionali in seguito all’invasione della Crimea e alla sua successiva annessione nel proprio territorio. Quelle scelte prese da parte di Usa e Ue sono costate alla nazione russa circa 50 miliardi di dollari all’anno. E così il leader sovietico pare stia valutando altre e nuove alternative per scongiurare questo scenario.

Sanzioni alla Russia: Mosca punta tutto sull’utilizzo del Rublo Digitale

La soluzione ipotizzata dai diversi studiosi ed esperti di economia della Casa Bianca di Mosca a seguito della guerra in Ucraina potrebbe essere quella rappresentata dalle criptovalute e nello specifico dal cosiddetto Rublo digitale. Si tratta di uno strumento che permetterebbe alla Russia di aggirare le sanzioni, continuando a fare accordi con chiunque nel mondo sia disposto a trattare con loro attraverso l’utilizzo dell’economia digitale e della loro tecnologia sempre più all’avanguardia negli ultimi tempi.

Ricordiamo che anche l’Italia ha in serbo l’Euro digitale che potrebbe invece eliminare la necessità di banche come intermediari tra la Banca Centrale Europea e famiglie/imprese per l’erogazione di fondi su decisione della Commissione.

A differenza delle conseguenze materiali e tangibili delle scelte dell’Occidente – come la decisione presa da parte della Germania di interrompere la costruzione del gasdotto Nord Stream 2, come annunciato nei giorni scorsi dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock – quelle virtuali potrebbero essere aggirate grazie al Rublo digitale, che non avrebbe bisogno di essere convertito in dollaro e riuscirebbe così a eludere i controlli su cui fanno affidamento i governi internazionali per bloccare il trasferimento di denaro russo alle banche.

Putin e il Rublo digitale: come funziona la criptovaluta

Inoltre, attraverso attacchi ransomware, gli esperti informatici credono che la Russia potrebbe rubare anche altre valute digitali al momento già operanti. Nonostante le transazioni in criptovalute siano registrate sulla blockchain e quindi trasparenti in superficie, i tecnici del Cremlino potrebbe riuscire a nascondere l’origine di queste operazioni. Grazie a questa modalità, qualsiasi azienda nel mondo potrebbe continuare a commerciare con entità e multinazionali con sede in Russia senza essere scoperta.

Ma chi potrebbe prestarsi a tutto questo e quali Paesi stanno già lavorando per andare incontro al tentativo di Vladimir Putin? Pare che il Cremlino abbia già un elenco nutrito di partner di tutto il mondo che sarebbero pronti a sostenere questa strategia. Prime fra tutti le altre Nazioni che sono state colpite a loro volta dalle sanzioni statunitensi come, ad esempio, l’Iran. E questo senza dimenticarsi come la stessa Cina del presidente Xi Jinping rimanga uno dei più importanti alleati commerciali della Russia e come Pechino stia correndo molto forte per sviluppare al meglio il proprio Yuan Digitale in futuro molto vicino.