Tassa d’imbarco in aumento nel 2023: ecco in quali città

Nuovi rincari in arrivo per i viaggiatori: in alcune città italiane è previsto un aumento dell'imposta d'imbarco negli aeroporti

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

A partire dal 2023 decollare da alcuni aeroporti italiani potrebbe costare un po’ di più. Il motivo? Il probabile aumento della tassa d’imbarco, con il conseguente rincaro dei biglietti in partenza. Mentre si inizia a parlare di 5G in aereo, le voci sono iniziate a circolare con insistenza nelle ultime settimane: dalle indiscrezioni ad essere interessati dai rialzi dovrebbero essere gli scali di Venezia, Napoli e Lecce. Ma all’elenco potrebbero presto aggiungersi anche altre città.

Cos’è la tassa d’imbarco

La tassa d’imbarco non è altro che l’imposta denominata ufficialmente addizionale comunale sui diritti d’imbarco, istituita dalla Manovra finanziaria del 2004 per rinvigorire le casse dello Stato. Non tutti coloro che acquistano un biglietto aereo sono a conoscenza del fatto che nel prezzo finale è presente anche questa tassa.

Sono infatti proprio i passeggeri a pagarla agli aeroporti, che a loro volta la versano ripartita tra Inps, Enav, servizi antincendio e ai Comuni sul cui territorio è presente lo scalo. Inizialmente l’imposta d’imbarco era stata stabilita per un solo anno al costo di 1 euro per ogni persona imbarcata. Ma con il passare del tempo non solo è stata prorogata trasformandola in una tassa fissa, ma il suo importo è cresciuto fino a 6,50 euro, come sottolineato dal ‘Corriere della Sera’.

Imposta d’imbarco in aumento? Ecco quanto e dove

Secondo il quotidiano milanese la nuova maggiorazione più consistente dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco dovrebbe registrarsi a partire dal 1° aprile 2023 a Venezia, per tutti i viaggiatori in partenza dall’aeroporto Marco Polo Tessera (residenti compresi). L’imposta aumenterebbe di 2,50 euro, arrivando così a quota 9 euro. A riscuoterla dovrebbe essere la società di gestione dello scalo, che si vedrebbe poi riconosciuta una commissione.

Nello scalo napoletano di Capodichino il rialzo dovrebbe attestarsi a 1 o 2 euro. Ma in questo caso non varrebbe soltanto per chi si imbarca in aeroporto, ma anche per chi parte utilizzando traghetto e nave. L’aumento secondo le indiscrezioni dovrebbe però escludere i pendolari. La tassa d’imbarco sarebbe poi in arrivo anche nella città di Lecce, con un incremento di 1 euro nel 2023, e di un altro euro nel 2024.

La reazione delle compagnie aeree low cost

Mentre si affaccia in Italia la nuova compagnia AviaRoma, le voci sul presunto incremento dell’addizionale d’imbarco hanno scatenato la protesta di EasyJet, Ryanair e Volotea. “La tassa a Venezia sarà 9 euro a passeggero, la più elevata in Italia”, ha lamentato Matteo Castioni, presidente dell’associazione delle compagnie aeree low fares (Aicalf).

Proprio nello scalo del capoluogo veneto, ha avvertito, si potrebbe determinare una perdita di competitività a vantaggio di altre destinazioni, in quanto la tassa “costringerebbe i vettori a rivedere il numero di rotte e la loro frequenza da e per Venezia a causa di una ridotta sostenibilità economica delle rotte stesse”. Ma lo stesso discorso varrebbe in generale per tutti gli aeroporti su cui le giunte comunali potrebbero introdurre le maggiorazioni.