Tariffe telefoniche in aumento: quali operatori alzano i prezzi

Alcune delle principali compagnie telefoniche hanno confermato che i prezzi delle loro tariffe aumenteranno in proporzione all'inflazione

Pubblicato: 3 Febbraio 2023 22:00

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Gli effetti dell’inflazione si abbattono anche sulle tariffe telefoniche, segnando nuove stangate per gli utenti di due delle principali compagnie che operano in Italia: Tim e WindTre. I noti operatori, dopo le indiscrezioni degli ultimi mesi, hanno confermato che andranno a incrementare i costi in modalità automatica a partire dal 2024. Il fine dei rialzi è quello di adeguare le offerte al nuovo quadro economico. A oggi le altre compagnie telefoniche non hanno annunciato rincari, ma non è escluso che prossimamente possano seguire la stessa scia. Intanto le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra.

L’annuncio di Tim

Come si legge sul sito ufficiale di Tim, “i cambiamenti dello scenario macroeconomico recentemente intervenuti, con particolare riferimento ai costi energetici e delle materie prime, incidono negativamente sull’equilibrio economico dei servizi forniti, rendendo quindi necessario prevedere un meccanismo predeterminato di adeguamento annuale dei prezzi praticati ai clienti finali”.

Le tariffe, stando a quanto reso noto dall’azienda, aumenteranno quindi “in misura percentuale pari all’indice di inflazione rilevato dall’Istat, non tenendo conto di eventuali valori negativi dello stesso, maggiorato di un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali”. Complessivamente non potrà essere superato il 10% di rincaro.

La variazione dei canoni mensili delle offerte sarà effettiva dall’1 aprile di ogni anno. A meno di eventuali passi indietro, il primo rialzo di Tim entrerà in vigore l’1 aprile 2024 sulla base dell’indice di inflazione rilevato per l’anno solare 2023. Le comunicazioni degli aumenti saranno fornite sul sito con almeno trenta giorni di anticipo rispetto alla loro data effettiva di applicazione, ma saranno inviate anche direttamente ai singoli clienti attraverso sms, mail e app.

Qui abbiamo parlato dell’offerta arrivata a Tim da parte di KKR.

La decisione di WindTre

WindTre ha spiegato sul proprio sito che dal mese di febbraio 2023 si attiverà la cosiddetta clausola Istat, per via della quale i costi mensili per i clienti saliranno a seconda del valore dell’inflazione. I rincari saranno però attivati a partire da gennaio 2024.

Accettando la clausola gli utenti prenderanno atto che da quella data, “in caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo Foi rilevata da Istat nel mese di ottobre dell’anno precedente”, l’operatore telefonico avrà la facoltà di aumentare il prezzo mensile del servizio “di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice o comunque pari almeno al 5% ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale”. Come reso noto, gli aggiornamenti sui costi delle offerte saranno prontamente segnalati sul portale ufficiale e su almeno un quotidiano nazionale.

Associazioni sul piede di guerra

La mossa delle due aziende ha scatenato l’ira delle associazioni di categoria Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon. “Tale pratica – si legge in una nota congiunta – impone agli utenti, già vittime di rincari diffusi in tutti i settori, un’interpretazione arbitraria delle regole, che squilibra il mercato delle telecomunicazioni, provocando danni in tutto il comparto”.

“Quello delle comunicazioni – viene precisato – è un settore vitale per il Paese: riveste un ruolo strategico nello sviluppo, nella democrazia, nonché si configura come un servizio universale e quindi indispensabile per i cittadini e per i consumatori, per questo richiede un’attenzione particolare e scelte strategiche nell’interesse dell’intera collettività“.

Secondo le associazioni occorre un intervento urgente del governo per garantire nell’immediato l’eliminazione delle condizioni contrattuali “ingiustamente introdotte”. La speranza sarebbe quella di aprire un tavolo tecnico “con tutti gli attori del comparto delle telecomunicazioni”.