Nuova stretta UE sui prodotti da supermercato: come cambiano le etichette

Il Parlamento europeo contro il greenwashing: ma di cosa si tratta esattamente? E cosa c'entrano le etichette dei prodotti in vendita nei supermercati?

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Il Parlamento europeo ha votato a favore di una legislazione UE più forte per proteggere dalle pratiche commerciali sleali, l’obiettivo è contrastare il greenwashing e ogni azione che potrebbe danneggiare ambiente e consumatori: ma di cosa si tratta esattamente? E cosa c’entrano le etichette dei prodotti in vendita nei supermercati?

La nuova direttiva UE contro il greenwashing

La direttiva UE contro le pratiche di greenwashing mira a promuovere la transizione verde e a ridurre le tattiche ingannevoli delle aziende che ostacolano le scelte sostenibili dei consumatori. A fine marzo la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) del Parlamento europeo ha rafforzato la proposta originaria promossa dalla Commissione europea, con l’obiettivo di introdurre una normativa che fissi nuove obblighi per le aziende, a partire dalle etichette dei prodotti destinati poi ai supermercati e al consumatore finale. Giovedì 11 maggio i deputati al Parlamento europeo hanno confermato di voler continuare con il progetto di legge, così da migliorare l’etichettatura e la durata dei prodotti e per porre fine alle dichiarazioni fuorvianti.

In particolare, quello che si vuole fare è assicurare che dati e informazioni sulla sostenibilità di un determinato bene siano più affidabili e meno ingannevoli.

Inoltre, il Parlamento ha affrontato il problema della cd. “obsolescenza precoce”, inserendo nella lista nera tutte le qualità e le caratteristiche di un prodotto che inficiano sulla sua durata. In questo caso non si tratta solo di cibi e alimenti, poiché l’intervento coinvolge anche i dispositivi in generale e la loro riparazione. In particolare, le aziende saranno tenute a fornire maggiori informazioni ai consumatori sulla riparabilità dei loro dispositivi, compresa la disponibilità di pezzi di ricambio, nonché su determinate pratiche che potrebbero inibire la riparazione.

L’attivista dell’Ufficio europeo dell’ambiente, Miriam Thiemann, ha dichiarato: “Oggi il Parlamento europeo ha difeso i diritti dei consumatori e rafforzato gli obiettivi di questa legge: liberare il mercato dell’UE da indicazioni ed etichette verdi fuorvianti e consentire ai consumatori di scegliere prodotti veramente sostenibili e durevoli”.

Come cambiano le etichette dei prodotti con la nuova direttiva UE

Dopo il voto in commissione IMCO, la direttiva è stata esaminata dalla plenaria del Parlamento europeo, che ha confermato l’intenzione a procedere.

Il voto favorevole ha così aperto la strada a un nuovo sistema di certificazione, quindi: tutte le etichette di sostenibilità dovranno basarsi su un sistema di certificazione o essere stabilite da un’autorità pubblica. Inoltre, dovranno essere rispettate tutta una serie di disposizioni per migliorare la credibilità e l’imparzialità di tali sistemi di certificazione.

Secondo il Parlamento europeo garantire che le etichette e le dichiarazioni ambientali siano credibili e affidabili consentirà ai consumatori di prendere decisioni di acquisto più informate, ma potenzierà anche la competitività delle imprese che si stanno adoperando per aumentare la sostenibilità ambientale di prodotti e attività.

Per garantire che i consumatori ricevano informazioni ambientali affidabili, comparabili e verificabili sui prodotti, la proposta include:

  • l’individuazione di criteri chiari su come le aziende dovrebbero dimostrare le proprie dichiarazioni ed etichette ambientali;
  • requisiti precisi per la verifica di tali dichiarazioni ed etichette da parte di un verificatore indipendente e accreditato;
  • nuove regole sulla governance dei sistemi di etichettatura ambientale per garantire che siano solidi, trasparenti e affidabili.

Il mandato negoziale approvato dal Parlamento prevede il divieto dell’uso di dichiarazioni ambientali generali come “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile“, “climaticamente neutro” o “eco” se queste non sono accompagnate da prove dettagliate. Mira inoltre a vietare le dichiarazioni ambientali basate esclusivamente su schemi di compensazione del carbonio e altre pratiche fuorvianti come fare affermazioni sull’intero prodotto se l’affermazione è vera solo per una parte di esso. Sarà infine vietato dire che un prodotto durerà un certo periodo di tempo o che può essere utilizzato a un certo livello di intensità se ciò non è vero.

Per semplificare le informazioni sui prodotti, i deputati prevedono di consentire l’utilizzo solo di etichette di sostenibilità basate su schemi di certificazione ufficiali o stabilite dalle autorità pubbliche.

La proposta di green claims è strettamente legata ad altre politiche dell’UE, per esempio si inserisce all’interno degli interventi promossi dal Green Deal europeo, non a caso una delle azioni del piano d’azione per l’economia circolare è proprio la proposta – che si rivolge alle aziende – di comprovare le loro dichiarazioni ambientali utilizzando metodi solidi, basati su dati scientifici e verificabili.

Il 3 maggio il Consiglio dell’UE ha adottato il proprio mandato negoziale. Ciò significa che i negoziati tra il Parlamento e gli Stati membri sul contenuto finale e sulla formulazione della direttiva possono iniziare presto.

E a proposito di etichette: qui vi avevamo parlato della modifica il regolamento sugli imballaggi, ci sono novità anche per quanto riguarda la data di scadenza degli alimenti (qui qual è e come funziona la nuova dicitura da usare), mentre del nuovo decreto ministeriale sulle etichette Made In Italy ve ne abbiamo parlato qui.