Data scadenza degli alimenti: l’Ue ora cambia le etichette

Anche in Italia sarà utilizzata la dicitura "Spesso buono oltre" per indicare il tempo dopo la data di scadenza in cui il cibo può essere mangiato senza rischi

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

La Commissione Europea continua la battaglia contro gli sprechi alimentari, da ridurre almeno del 50% entro il 2030, con l’introduzione di una nuova dicitura sulle etichette del cibo, che fornirà nuove e più precise informazioni ai cittadini. Considerato che molte vivande sono consumabili ben oltre la loro data di scadenza, l’Ue ha stabilito infatti di aggiungere la frase “Spesso buono oltre…” sulle confezioni. Indicherà la data entro cui sarà possibile ingerire un determinato cibo o una determinata bevanda senza correre rischi per la salute.

Perché ci sarà scritto “Spesso buono oltre…” sul cibo

L’obiettivo è proprio quello di far capire ai consumatori che, anche dopo la data di scadenza, molti prodotti possono essere ancora consumati senza alcun pericolo. La nuova normativa è infatti mirata a sensibilizzare i consumatori sul fatto che la data di scadenza non sia sempre indice dell’effettiva qualità del prodotto, rappresentando in molti casi solo un consiglio.

Secondo uno studio condotto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), ogni anno vengono sprecate circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo a livello globale.

La decisione della Commissione Europea è stata presa proprio per contrastare questa tendenza nel Vecchio Continente, dove ogni anno vengono prodotte ben 57 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari. Ovvero 127 chili per ogni abitante dell’Ue, con un costo a carico dei 27 Paesi membri di ben 130 miliardi di euro. Numeri da capogiro che potrebbero essere abbattuti con una rieducazione alimentare e in chiave sostenibile dei cittadini comunitari.

La data di scadenza è stata eliminata dall’Unione Europea?

La dicitura “Spesso buono oltre…”, come già detto, non sostituirà la data di scadenza, ma sarà solo affiancata a essa, fornendo ai consumatori maggiori informazioni sui prodotti alimentari. Inoltre la nuova normativa prevede anche l’obbligo di indicare la data di confezionamento del cibo, per permettere ai consumatori di valutarne meglio la freschezza.

Nonostante critiche arrivate da diverse parti politiche e le tante fake news che si stanno diffondendo su internet, il provvedimento non cancellerà la data di scadenza, e l’Unione Europea non sembra intenzionata in questo momento a prevederne l’eliminazione.

Le regole europee sull’etichettatura alimentare entreranno in vigore entro la fine del 2023, e le aziende avranno tempo fino al 2025 per adeguarsi e scrivere sulle confezioni tutte le informazioni necessarie al consumatore per evitare di sprecare cibo.

Quali cibi (non) consumare dopo la data di scadenza

Come i più anziani sanno bene, ci sono cibi che possono essere consumati molto più a lungo di quanto riportato sulle confezioni. La data di scadenza è infatti un valore indicativo nella maggior parte dei casi, e spetta più al buonsenso e all’occhio attento del consumatore accorgersi quando un cibo è effettivamente andato a male o quando è ancora commestibile senza rischi per la salute – al massimo con meno sostanze nutritive.

  • Possono essere consumati tranquillamente anche molto tempo dopo la data di scadenza i cibi secchi e disidratati, come pasta, riso, pane duro, biscotti e cracker, molti tipi di farine, e i cibi in scatola.
  • Meglio consumare entro pochi giorni dalla data di scadenza i cibi freschi come le uova e gli yogurt.
  • Meglio evitare sempre il consumo dopo la data di scadenza di salumi, carni, latticini freschi, frutta e succhi di frutta. Sulle superfici di questi alimenti, infatti, possono moltiplicarsi batteri e parassiti, come quelli dell’ultimo ritiro alimentare di cui vi abbiamo parlato qua.

Nel mentre in Europa continua la discussione sull’etichetta Nutri Score, di cui vi abbiamo parlato qua, e della nuova etichetta italiana sul cibo, illustrata qua.