Ci conviene comprare il gas dall’Algeria?

I nuovi accordi firmati dal presidente del Consiglio prevedono di sostituire quello russo con nuove forniture dal Nord Africa: ma davvero risparmieremo?

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

“Subito dopo l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con la massima celerità per ridurre la dipendenza dal gas russo“. Con queste parole il premier Mario Draghi ha reso pubblica la decisione di sottoscrivere nuovi accordi commerciali per cercare di sganciare il nostro Paese dalla dipendenza energetica nei confronti del Cremlino.

“Gli accordi con l’Algeria firmati in occasione di questo viaggio – ha proseguito il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa tenuta al palazzo governativo di Algeri, dove ha incontrato il leader algerino Abdelmadjid Tebboune – sono una prima e significativa risposta a questo obiettivo strategico. Il governo è al lavoro per difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto che sta devastando il popolo ucraino”.

Gas russo, l’accordo firmato da Draghi per sganciarsi da Mosca

L’accordo siglato tra Mario Draghi e il leader algerino aumenta sino alla soglia di 9 miliardi di metri cubi di gas in più le forniture che arriveranno per l’Italia nel medio periodo. Questo infatti non accadrà subito come sembrava sino a poche settimane fa, ma ci vorranno tempi di realizzazione pratica un po’ più lunghi, un arco temporale che vedrà crescere le importazioni dall’Algeria in modo graduale, sino ad un pieno regime fra il 2023 e il 2024.

Si tratta in assoluto del tassello più importante mai inserito sino ad oggi all’interno della strategia di diversificazione delle fonti energetiche messa in campo dall’Italia dopo lo scoppio della guerra voluta da Vladimir Putin. L’accordo è stato rinominato Eni-Sonatrach perché fa parte del piano Eni per sostituire il gas russo e perché coinvolge appunto le due principali aziende di Stato attive ed operanti nel settore. Toccherà ai loro dirigenti e ai tecnici sul campo rendere tangibile e concreto quello che i due presidenti hanno messo per iscritto durante il bilaterale.

Ora le domande che tutti gli italiani si pongono sono due. Quanto costerà il gas acquistato in Algeria? Ma soprattutto, andando a sostituire il fornitore di materia prima, avremo davvero una riduzione del costo delle bollette?

Gas dall’Algeria, quanto pagheremo le nuove forniture

Secondo quanto previsto dal nuovo contratto di fornitura, pagheremo il gas indicizzandolo al petrolio, metro di riferimento per l’Algeria, grande produttore di combustibile oltre che di metano. Ci costerà di più di quanto ci offrano in media i contratti dell’Eni con l’azienda russa Gazprom (stipulati ormai tempo fa), in cui il prezzo previsto della commodity era molto più contenuto.

Lo pagheremo però meno, secondo alcune proiezioni, di circa il 20% di quanto viaggia ora il prezzo alla Borsa di Amsterdam (parametro del mercato in Europa), cresciuto di otto volte in appena un anno. Come si diceva saranno 9 miliari di metri cubi di gas, ma l’accordo prevede che si possa arrivare fino a 11, che rimangono comunque pochi per coprire i 30 miliardi di metri cubi che ad oggi compriamo da Mosca.

Proprio per questo il Governo ha previsto nuovi vertici bilaterali per mettere a terra le intese raggiunte negli anni da Eni anche in Congo, in Egitto e in Qatar. Inoltre verrà incrementata anche la nostra produzione nazionale tramite il potenziamento dei rigassificatori già esistenti nel nostro Paese.