Gas, perché la Germania paga meno dell’Italia? Rapporti Berlino-Mosca

Il confronto tra i dati Eurostat e quelli tedeschi mostra come la Germania goda di un prezzo quasi dimezzato: polemiche in Europa, quali sono le cause

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Con grande imbarazzo da parte di molte cancellerie europee, è in atto un braccio di ferro dai toni anche molto accesi (ma mai trapelati sui giornali o nei lanci delle agenzie) tra alcuni Stati membri dell’Unione europea. Il tema è chiaramente quello che sta preoccupando tutti i governi occidentali, ossia la questione delle forniture del gas provenienti dalla Russia. Negli ultimi giorni è stata proprio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ad intervenire in merito, avanzando l’ipotesi relativa all’introduzione di un price cap continentale per contrastare le speculazioni di Mosca.

Ma il dibattito non riguarda solamente il rapporto tra il Vecchio Continente e il Cremlino: ad occupare una fetta importante della discussione (ed è qui che si arriva alla diatriba in corso tra i Paesi dell’Ue) sono anche e soprattutto i legami che i singoli esecutivi hanno stretto – o stanno stringendo – con la più grande multinazionale russa del settore, ossia Gazprom. E l’accusa che si sente circolare nei palazzi di Bruxelles è che, in una fase di grande emergenza per tutti i cittadini occidentali, ci siano Stati che ricevono un trattamento privilegiato, riuscendo a pagare meno le forniture russe.

Bufera in Europa sulle forniture di gas russo: quali Paesi lo pagano meno

Il perno attorno a cui ruotano litigi e accuse è l’Agenzia statistica europea (l’Eurostat), che si occupa di raccogliere, rielaborare e diffondere numeri e dati relativi agli ambiti più disparati della vita comunitaria. Per quanto riguarda il tema in questione, Eurostat pubblica periodicamente la quantità di gas che ogni Stato membro acquista per sopperire al proprio fabbisogno nazionale, aggiungendo i dettagli su quanto viene pagato e da chi viene comprato. La Germania però ha bloccato la divulgazione relativa alle proprie spese (in particolare, quelle sostenute proprio a favore di Gazprom), facendo leva sul cosiddetto principio di confidenzialità, che per Eurostat risulta vincolante.

Berlino però non può nascondere completamente i propri numeri e infatti a renderli pubblici è l’agenzia di statistica tedesca Destatis. In questo modo è possibile comparare le banche dati dei due istituti e vedere così le eventuali differenze di trattamento che Gazprom riserva ai diversi Stati europei. Ed è qui che sta il pomo della discordia, perché le sorprese che emergono dal raffronto delle cifre sono di quelle che non possono lasciare indifferente chi sta lottando con le unghie e con i denti per emanciparsi dal ricatto della Russia sul gas.

Berlino nel caos sul prezzo del gas russo: quali sono gli accordi con Gazprom?

A balzare subito agli occhi è che, in questi mesi di emergenza sui prezzi, la Germania sta pagando il gas russo molto meno rispetto al resto d’Europa. Per esempio, osservando solamente lo scorso mese di giugno, si vede come le forniture tedesche da parte di Gazprom abbiano avuto un costo unitario pari a poco più di un terzo di quello che sostengono per lo stesso prodotto sia il resto dell’Unione Europea che l’Italia.

La spiegazione più immediata sta nel fatto che Berlino, ormai da diversi anni, è di gran lunga il primo cliente di Gazprom come quantità di importazioni di gas. Ma in un periodo di estrema difficoltà come quello attuale, la situazione appare davvero poco comprensibile (e difficilmente tollerabile): per questo i vertici Ue starebbero facendo pressing sul governo di Olaf Scholz affinché non faccia ostruzione sull’introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas.