Gas, calo record del prezzo: di quanto è sceso e cosa ci aspetta

Dopo 18 mesi il gas scende sotto i 50 euro per la prima volta da dicembre 2021, per un calo dell'80% dal picco di agosto. La crisi è davvero passata?

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Maurizio Perriello

Giornalista

Maurizio Perriello è un giornalista. Nato a Melfi nel 1988, si laurea a Pisa in Storia e consegue un Master a Milano. Esperto di tematiche green, in particolare di climate change.

Dopo la terribile crisi energetica provocata dal conflitto in Ucraina, che ha acuito gli aumenti già registrati in precedenza, le quotazioni del gas tornano su livelli pre-guerra, segnando un nuovo storico record (gas e riscaldamento, scatta nuovo sconto: come funziona).

Dopo 18 mesi “l’oro azzurro” scende sotto i 50 euro per la prima volta da dicembre 2021. Ad Amsterdam i future Ttf, punto di riferimento per il prezzo del metano in Europa, hanno chiuso in apertura di seduta con un dato estremamente positivo: il prezzo ha toccato i 49,5 euro al megawattora, con una flessione del 4%. Da inizio anno le quotazioni hanno registrato complessivamente una flessione del 34,7% (la crisi è davvero finita? Ne abbiamo parlato qui).

Di quanto è sceso il costo del gas e perché

I prezzi del metano sono crollati di oltre l’80% rispetto al picco registrato ad agosto 2022, quando i tagli alle forniture provenienti dalla Russia spinsero il costo fino alla somma record di 343 euro al megawattora. A inizio gennaio 2022, prima dello scoppio della guerra in Ucraina, il gas scambiava a 75 euro al megawattora. Le ragioni della brusca inversione di tendenza registrata in Europa sono legate essenzialmente a quattro fattori:

  • un inverno mite;
  • la riduzione dei consumi;
  • la diversificazione degli approvvigionamenti;
  • un ricorso maggiore al GNL (gas naturale liquefatto) proveniente soprattutto da Stati Uniti e Qatar.

Scampato pericolo?

Gli analisti invitano però i cittadini europei a non esultare troppo, perché il pericolo di nuovi aumenti delle bollette non è stato scongiurato in maniera definitiva. I prezzi potrebbero infatti salire nuovamente in caso di colpi di coda dell’inverno e nuove ondate di freddo prolungato, nonché da interruzioni delle forniture. Anche la concorrenza con i mercati asiatici per accaparrarsi il GNL potrebbe comportare un nuovo rialzo.

In quest’ottica, gli alti livelli di stoccaggio rappresentano uno scudo efficace a questo pericolo. La media europea in questo senso si aggira intorno al 65%. L’Italia è perfettamente in linea con questo dato, anche se decisamente meno virtuosa di Portogallo (100%) e Svezia (95%). Seguono la Germania, con circa l’80%, la Francia col 60% e la Lettonia col 40%.

Da parte sua, la Russia è convinta che continuerà a giocare un ruolo di primo piano nell’approvvigionamento di gas naturale, la cui domanda secondo Putin “è destinata ad aumentare”. Intanto però Austria e Germania, il Paese europeo più dipendente dai flussi russi, hanno sottoscritto un accordo bilaterale sulla responsabilità e sull’uso condiviso degli impianti di stoccaggio di gas naturale Haidach e 7Fields, che si trovano in Austria ma sono collegati alla rete tedesca.

Cosa succederà nel 2023

Tuttavia, se si osservano i dati assoluti, il prezzo del gas appare ancora alto, circa il doppio della media storica del periodo. Il calo record del costo è però promettente anche sul versante dell’elettricità, che in Italia viene prodotta in larga parte (circa il 40%) da centrali alimentate a metano. La diminuzione delle spese per l’energia farà sentire i suoi effetti anche sull’andamento dell’inflazione (che intanto si mangia anche la pizza, come abbiamo spiegato qui).

Ma non è tutto oro quel che luccica: il calo record del prezzo del gas nasconde anche diverse insidie. Al netto delle scorte che ci tengono al caldo e sereni, col ritorno dell’autunno e dell’inverno a fine 2023 la partita sarà di nuovo tutta da giocare. E con una Cina che, come accennato, rilancerà la sua concorrenza sul mercato del GNL. Tutto questo potrebbe portare a un nuovo rialzo dei prezzi rispetto all’attuale valutazione dei futures.

Dall’altro lato, se si prospettasse un altro inverno mite, si ripresenterà un altro grande problema: l’aumento dell’inquinamento, dal quale dipende l’aumento della temperatura globale. Con conseguenti pericoli di siccità e, chiudendo il circolo vizioso, di utenze ed energia.