L’inflazione si mangia anche la pizza: quanto costa adesso

L'inflazione non risparmia nemmeno la pizza, il cui costo per la preparazione "fai da te" è salito alle stelle: fatale il maxi rincaro degli ingredienti base

Da una parte il settore energetico, dall’altra quello alimentare. Il peso dell’inflazione continua a farsi sentire costringendo gli italiani a rivedere abitudini e consumi. Persino la pizza è finita nella morsa dei rincari: oggi per preparare uno dei simboli made in Italy del mondo bisogna spendere decisamente di più. Al punto che, pur nella sua semplicità, la classica Margherita “fai da te” rischia adesso di finire classificata tra i generi alimentari di lusso.

Quanto è aumentato il costo della pizza

Per tenere conto dell’aumento del prezzo relativo alla preparazione della pizza con un forno elettrico domestico, Bloomberg ha messo a punto il Pizza Margherita Index, un indice elaborato sulla base dei dati dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare e dell’Istat.

Secondo quanto emerso dalla rilevazione, a dicembre 2022 il costo medio del prodotto alimentare è aumentato di quasi il 30% rispetto all’anno precedente. Un valore che rappresenta quasi il triplo del tasso di inflazione registrato in quel periodo (12% circa).

Il dato del maxi rialzo tiene conto sia del consumo di elettricità necessaria per la cottura della prelibata pietanza che di quello legato ai prezzi dei vari ingredienti. Bloomberg evidenza come il costo della pizza “fai da te” sia aumentato molto più rapidamente di quello della versione preconfezionata. In questo caso, nello specifico, il rialzo registrato è del 9,9%.

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Il rincaro degli ingredienti base

L’indice è stato elaborato prendendo in considerazione ingredienti base come farina, pomodori, mozzarella e olio d’oliva. A parte l’energia, il rincaro più marcato è quello della mozzarella, che costa in media il 27% in più rispetto a un anno fa. Poi c’è la farina, che segna un +22%. Per i pomodori si spende invece il 10% in più, mentre per l’olio d’oliva il 13%.

Si tratta tra l’altro di ingredienti che a prescindere dalla pizza occupano i carrelli della spesa di una famiglia italiana molto spesso. A fornire il quadro della situazione sono anche i dati di Borsa Merci Telematica Italiana (Bmti) sui listini all’ingrosso: oggi il prezzo del grano tenero panificabile è aumentato del 4% rispetto a gennaio 2022 e la farina di grano tenero (tipo 00) nello stesso periodo è salita del 18,8%.

Il peso dell’inflazione

L’indice di Bloomberg sulla pizza Margherita è quindi solo uno dei tanti termometri in grado di fornire indicazioni sugli effetti dell’inflazione sui consumi più basilari. Stando a un’indagine di Altroconsumo svolta insieme alle omologhe associazioni di consumatori di Spagna, Belgio e Portogallo, un italiano su tre versa ormai in una condizione economica difficile.

Qui le conseguenze dell’inflazione sui conti correnti degli italiani.

A essere più colpiti sono chiaramente i redditi meno abbienti. La conseguenza del carovita è un drastico taglio ai consumi di qualsiasi tipo. Ad aprile 2022 il 31% delle persone intervistate spiegava di non essere stata in grado di accantonare alcun risparmio alla fine del mese: a dicembre la percentuale è salita al 41%.

Il 37% del campione è dovuto ricorrere ai tesoretti accumulati in passato, arrivando persino nel 13% dei casi a dover chiedere una mano ad amici e parenti. Per quanto riguarda le abitudini legate all’acquisto del cibo, il 20% delle persone ha dichiarato di comprare meno prodotti alimentari. Nel dettaglio, il 31% acquista meno carne e pesce e il 16% riduce il consumo di frutta e verdura.

Qui l’indagine sociale di Confcommercio sugli effetti dell’inflazione.