Stellantis rallenta e litiga con Londra: la crisi dell’auto non è solo in Italia

I ricavi di Stellantis sono in calo del 12% mentre l'azienda ha un contenzioso aperto con il governo inglese

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Nel primo trimestre del 2024 Stellantis ha fatto registrare un calo dei ricavi del 12%. Un risultato negativo per la prima parte dell’anno che va anche al di sotto delle previsioni degli analisti. Le motivazioni sarebbero legate a un calo dei volumi di auto vendute e al contempo a una politica rigida sui prezzi.

L’amministratore delegato Carlos Tavares ha ribadito però che Stellantis non ha intenzione di vendere le proprie auto in perdita anche al governo inglese. Nel Regno Unito l’azienda sta infatti facendo fatica a rispettare il sistema di quote pensato dal governo per allontanare gradualmente il mercato dell’auto dai motori a combustione.

Stellantis rallenta: cosa c’è dietro i dati del primo trimestre

I ricavi del gruppo Stellantis, che include anche tutti i marchi automobilistici italiani dell’ex gruppo Fiat e FCA, oltre che a Peugeot e Citroen, ha registrato un calo del 12% dei propri ricavi nei primi tre mesi del 2024. In totale l’azienda ha fatturato 41,7 miliardi di euro netti, quasi 1 miliardi di euro sotto alle previsioni degli analisti che avevano ipotizzato per la compagnia un primo trimestre da 42,6 miliardi di euro. Alla pubblicazione dei dati le azioni di Stellantis sono crollate del 4% circa, riprendendosi soltanto in parte alla chiusura di venerdì 3 maggio.

Le consegne di auto sono scese del 10%, arrivando a 1,3 milioni di unità. Questa è la ragione principale dei problemi di Stellantis. Il mercato dell’auto sta rallentando da diversi mesi e, come sottolineato dalla principale dirigente finanziaria del gruppo Natalie Knight, le aziende che ricadono sotto il controllo di Stellantis stessa hanno avviato un procedimento di svuotamento delle scorte in vista del lancio di nuovi modelli.

In sostanza Stellantis sta attraversando un momento di transizione tra due fasi della sua produzione. Questo ha avuto un effetto anche sui prezzi, che sono rimasti relativamente rigidi nonostante il caldo dei volumi. L’amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares ha sottolineato che nessuna azienda di Stellantis venderà le sue auto in perdita, cioè per meno denaro di quanto ne sia costato per costruirle.

Scontro Stellantis-Londra: le cause delle tensioni con il governo inglese

Questa frase di Tavares è stata rivolta al governo inglese, durante un duro scambio avuto tra il dirigente di Stellantis e l’esecutivo di Londra. Ragione del contendere sarebbero le quote con cui il Regno Unito prevede di regolare la transizione ecologica del proprio mercato automobilistico. Non facendo più parte dell’Unione europea, la Gran Bretagna ha dovuto dotarsi di una propria legge per dare alle case automobilistiche una data entro la quale avrebbero dovuto smettere di vendere vetture con motori a combustione.

A differenza di quanto fatto in Ue però, Londra non ha dato una semplice scadenza, ma ha creato un sistema di quote annuali. Ogni anno le aziende saranno tenute a vendere una percentuale sempre più alta di auto elettriche sul totale, fino ad arrivare al 100% nel 2035. La quota del 2024 è il 22%, ma nel primo trimestre Stellantis è arrivata soltanto al 13%. Tavares ha chiesto al governo di attenuare la legge, includendo anche i modelli prodotti in Inghilterra e poi esportati all’estero.