La ricchezza finanziaria in Italia torna a crescere nel 2023, toccando quota 6.200 miliardi di dollari, con previsioni che la vedono salire a 7.400 miliardi entro il 2028. Questo è uno dei dati chiave del rapporto “Global Wealth 2024: The GenAI Era Unfolds” pubblicato da Boston Consulting Group (Bcg).
Dopo un 2022 caratterizzato da un segno negativo, il 2023 ha segnato un rimbalzo per il nostro Paese, che ora detiene l’11,4% della ricchezza finanziaria complessiva dell’Europa occidentale. Il tasso di crescita annuo è stato del 4,4% dal 2018, segnalando una ripresa dopo la crisi economica che aveva colpito i mercati finanziari globali.
Un’élite di milionari e la concentrazione del patrimonio
Il report di Bcg evidenzia come in Italia vi siano circa 457 mila milionari, individui che detengono un patrimonio finanziario di almeno un milione di dollari, ma che rappresentano meno dell’1% della popolazione totale. Questo ristretto gruppo detiene una quota rilevante della ricchezza complessiva del Paese. Inoltre, vi sono circa 2.300 individui con patrimoni superiori ai 100 milioni di dollari, un dato che sottolinea la concentrazione del benessere nelle mani di pochissimi.
Secondo il report, il numero di questi grandi patrimoni dovrebbe crescere dell’1% nei prossimi cinque anni, mentre i clienti mass, coloro con ricchezze inferiori al milione di dollari, vedranno una riduzione del 3%.
Nonostante il mercato finanziario abbia registrato un rimbalzo del 4,3% nel 2023 a livello globale, dopo un anno di contrazione, la distribuzione della ricchezza resta fortemente diseguale. Il recupero ha beneficiato soprattutto i segmenti più alti della società, amplificando la disuguaglianza economica.
L’aumento contenuto degli asset reali e delle passività
Il report di Bcg non si limita alla ricchezza finanziaria, ma analizza anche l’andamento degli asset reali, che includono immobili e altre proprietà tangibili. Questi hanno registrato una crescita dell’1% annuo dal 2018, raggiungendo i 7.700 miliardi di dollari nel 2023. Si prevede che nei prossimi cinque anni questo incremento rallenterà, con un tasso di crescita previsto dello 0,9% fino al 2028. Parallelamente, le passività sono cresciute dell’1,8% annuo, con una previsione di aumento dell’1,5% fino al 2028.
Gli investimenti in azioni e fondi d’investimento costituiscono il 41% della ricchezza personale italiana nel 2023, e si prevede che continueranno a crescere al ritmo del 5,4% annuo. Il dato più rilevante riguarda la distribuzione di questo patrimonio: il 47% è detenuto dai milionari, mentre il restante 53% è nelle mani di individui con patrimoni inferiori al milione di dollari.
Proiezioni al 2028: ricchezza in espansione
Le proiezioni di Bcg indicano che la ricchezza finanziaria italiana continuerà a crescere nei prossimi anni, seppur a un ritmo leggermente più lento rispetto al passato. Entro il 2028, il patrimonio complessivo dovrebbe raggiungere i 7.400 miliardi di dollari, con una crescita annua stimata del 3,8%. Anche gli asset reali, che comprendono proprietà immobiliari e altri beni tangibili, hanno segnato un incremento dell’1% annuo tra il 2018 e il 2023, arrivando a 7.700 miliardi di dollari. Entro il 2028, questo valore dovrebbe salire a 8.000 miliardi, seppur con una crescita più modesta dello 0,9%.
Le passività del Paese, che includono debiti e obbligazioni finanziarie, sono anch’esse in aumento: dal 2018 al 2023 sono cresciute dell’1,8% annuo, attestandosi a 900 miliardi di dollari. Le previsioni indicano un ulteriore aumento dell’1,5% annuo fino al 2028, segnalando una stabilità nei livelli di indebitamento.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
Secondo gli esperti, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa potrebbe rappresentare una svolta per il settore finanziario. La sua adozione potrebbe consentire una gestione più efficiente dei costi operativi e migliorare l’esperienza cliente. Ma, affinché questo si traduca in risultati concreti, sarà necessario un profondo rinnovamento dei modelli di business, soprattutto in un contesto economico in cui l’inflazione e l’aumento dei costi di finanziamento stanno riducendo i margini di manovra.