Auto, cosa prevede il piano del Governo per rinviare lo stop a benzina e diesel dal 2035

L’Italia è pronta a presentare il proprio piano per rivedere lo stop delle auto benzina previsto dal 2035: per Urso occorre modificare lo schema per salvare l’automotive

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 23 Settembre 2024 21:05

Il Governo di Giorgia Meloni ha avviato la sua battaglia contro l’Ue affinché venga rinviato l’addio ai veicoli a benzina, attualmente fissato dal Green Deal europeo al 2035. Nel corso dei prossimi giorni il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso presenterà il piano italiano per chiedere il rinvio, o almeno un ammorbidimento, degli attuali limiti fissati. Il primo passaggio del prospetto italiano è anticipare alla prima parte del 2025 la revisione del Regolamento, visto che al momento tale pratica non è prevista prima del 2026. Il piano italiano, qualora non si dovesse arrivare a efficaci modifiche e rinvii delle regole attuali, avanza la proposta di un Fondo europeo per compensare i produttori di automobili e i consumatori che devono fronteggiare i costi legati alla transizione ecologica.

Il piano italiano per l’auto

In attesa di conoscere il testo del piano italiano per l’auto, che verrà reso noto nei prossimi giorni, è possibile indicare quali saranno i punti cardine dello stesso:

  • anticipo, dal 2026 ai primi mesi del 2025, della revisione del Regolamento previsto dal Green Deal per le auto;
  • rinvio o addolcimento dello stop all’immatricolazione di modelli con motori endotermici (benzina e diesel), attualmente fissato al 2035;
  • l’istituzione di un Fondo europeo in supporto di produttori e consumatori alle prese con la transizione ecologica.

L’Italia punta dunque a sfruttare la clausola di revisione prevista nel Regolamento Ue che è stata introdotta a seguito dei negoziati sul Green Deal. Questa, attualmente, prevede che la Commissione nel 2026 riesamini “l’efficacia e l’impatto del presente regolamento” in relazione degli “sviluppi tecnologici” e “dell’importanza di una transizione economicamente sostenibile ed equa dal punto di vista sociale verso l’azzeramento delle emissioni”. Solo dopo la revisione sarà possibile presentare un modifica sostanziale del Regolamento stesso.

Gli step del piano di Urso

Il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha già fornito una parziale road map per la presentazione del nuovo piano italiano per l’auto. “Ho intenzione – ha detto Urso nel corso delle scorse settimane – di parlarne nel meeting che la presidenza di turno ungherese ha organizzato per il 25 settembre a Bruxelles sul settore e il giorno successivo presenterò la proposta al Consiglio sulla competitività che si terrà sempre a Bruxelles”.

“Vorrei proporre in Europa un approccio responsabile“, ha aggiunto il titolare del Mimit sottolineando che il piano italiano, che “ha avuto il conforto e supporto, in un documento, dell’associazione dei costruttori europei”, sia una “proposta molto saggia“.

Alle ore 16:00 del 23 settembre il ministro Urso ha anche incontrato i rappresentanti di Confindustria e dei sindacati per presentare in anteprima il piano.

Il Green Deal va cambiato per il governo italiano

A spingere l’Italia verso la richiesta di cambiamento del Green Deal è, come detto, la profonda crisi continentale accusata dal comparto auto. “Il processo del Green Deal – ha detto Urso – prevede una clausola di revisione entro la fine del 2026, ma chiunque conosca il sistema produttivo sa che gli investimenti si fanno se c’è certezza”.

“Il collasso dell’industria automobilistica europea, incapace di sostenere il rischio che le è stato imposto senza adeguate risorse e investimenti pubblici. Chiedo di anticipare questa decisione perché se lasciamo l’incertezza fino al 2026 si rischia un’ondata di scioperi e proteste europee come hanno fatto gli agricoltori e rischiamo il collasso dell’industria”.