Impennata di separazioni in Italia: quanto costa lasciarsi

Il numero di separazioni s'impenna e torna ai livelli pre-Covid. Il costo di una separazione in Italia può variare dalle sole spese di cancelleria a migliaia e migliaia di euro. Tutto dipende dal percorso scelto dalla coppia.

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Tramontato l’effetto coronavirus sulla tenuta delle coppie italiane. Se il primo anno di pandemia ha fatto crollare il numero di separazioni, con l’andare avanti dei mesi e con l’allentamento di restrizioni e timori, il numero delle separazioni si è impennato fino a raggiungere i livelli pre-pandemici. E non solo: gli italiani scelgono sempre di più la via dell’accordo stragiudiziale.

Separazioni in aumento in Italia

Questi i dati ricavati dalle serie storiche dell’Istat: nel 2019 in Italia si sono contate 97.474 separazioni fra coniugi, un numero più o meno in linea con gli anni precedenti.
Poi la pandemia con le sue restrizioni, tribunali e professionisti impossibilitati a lavorare, e la grande paura globale: nel 2020 il numero delle separazioni è crollato a quota 79.917.
Nel 2021 i numeri s’impennano e tornano ai livelli pre-Covid: 97.913 separazioni (+22,5% rispetto all’anno precedente) e 83.192 divorzi (+24,8%).

Per gli amanti delle statistiche riportiamo anche le progressioni registrate da MoneyFarm, servizio di consulenza finanziario, che ha preso nota dei maggiori incrementi per regione. Nel periodo che va dal 2010 al 2019 le regioni del Meridione hanno trainato il trend delle separazioni: +66% in Calabria, +45% in Abruzzo e +34% in Molise. Inversione di marcia invece in altre tre regioni: -9% nel Lazio, -7% in Friuli Venezia Giulia e -1% in Liguria. Nel periodo considerato, in totale, le separazioni sono aumentate del +11%.

Mentre le separazioni s’impennano rispetto al periodo più duro della pandemia, oggi si assiste anche a un aumento sostanziale degli addii stragiudiziali: nel 2021 le separazioni stragiudiziali (cioè quelle risolte tramite negoziazione assistita dagli avvocati e accordi presso lo stato civile del Comune) sono aumentate del +27,8% rispetto all’anno precedente, arrivando a quota 23.267.

La via stragiudiziale per separarsi e divorziare è stata introdotta dal decreto legge 132/2014, pensato per alleggerire il carico dei tribunali.

Quanto costa separarsi

Che il matrimonio sia in comunione o in separazione dei beni, il costo della separazione stragiudiziale è più basso rispetto a quanto si dovrebbe pagare per una separazione giudiziale. Non esiste una tariffa standard e il costo è lasciato alla libera negoziazione fra professionista e cliente. In linea di massima si può comunque affermare che i costi vanno da un minimo di 700 euro a coniuge a un massimo di circa 3.000.
Con la negoziazione assistita i costi possono essere più bassi. Mentre una separazione giudiziale costa da un minimo di 3.500 euro fino a oltre 10.000 euro.

Separazione senza avvocato

Possibile anche intraprendere un percorso di separazione senza avvocato. Le strade sono due:

Separazione e riforma Cartabia

Intanto dal 28 marzo 2023, data di entrata in vigore della riforma Cartabia, viene parzialmente modificato anche il diritto di famiglia. Obiettivo della riforma è come sempre quello di decongestionare i tribunali, sommersi da pratiche arretrate, e fornire risposte più celeri ai cittadini. Dal 1° marzo 2023 non servono più due riti distinti. Si potrà procedere con separazione e divorzio con un unico procedimento. Eventuali inadempienze verso gli accordi stipulati saranno sanzionate. I minori vengono coinvolti per esprimere il loro pensiero in tutte le fasi del procedimento. Il parere del minore diventa dirimente ai fini della decisione finale. I criteri per la procedibilità sono due: sentenza passata in giudicato sulla separazione e cessazione della convivenza fra i coniugi.