Mercati ancora ostaggio delle banche centrali

La banca centrale europea mantiene la rotta sui tassi. Il dato sull’inflazione americana spegne le speranze di un ampio taglio del costo del denaro da parte della Federal Reserve

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Redazione

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Pubblicato: 13 Settembre 2024 19:07

La settimana per i mercati finanziari si è conclusa in territorio positivo. A fare da catalizzatore alle borse sono state ancora una volta le banche centrali. Se da un lato nessuno scossone è arrivato dall’annuncio sulle decisioni di politica monetaria da parte della Banca centrale europea che ha tagliato i tassi di 25 punti base (gli investitori si aspettavano una BCE più dovish con maggiori indicazioni su prossimi tagli nei mesi a venire), dall’altro lato, invece, l’inflazione americana ha sorpreso leggermente al rialzo, spegnendo le speranze di un ampio taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, che si riunirà la prossima settimana. Restando in tema di banche centrali, più membri della Bank of Japan hanno confermato che la BoJ continuerà la correzione, in senso restrittivo, della sua politica monetaria.

All’attenzione degli investitori c’è stato anche il dibattito tra Donald Trump e Kamala Harris, che ha toccato una serie di questioni chiave, tra cui i diritti all’aborto, la politica sull’immigrazione e l’economia. Gli analisti di ING hanno fatto notare che, a differenza del primo dibattito presidenziale tra Trump e Biden – in cui quest’ultimo è uscito chiaramente sconfitto – questo non è stato interpretato come una vittoria “a sorpresa”. Tuttavia, i mercati sembrano aver assegnato a Harris una vittoria ai punti e un sondaggio della CNN ha mostrato che il 63% degli elettori pensava che Harris avesse vinto il dibattito.

La BCE mantiene la rotta

La BCE continua a mantenere il suo approccio dipendente dai dati. Tuttavia, la Presidente, Christine Lagarde ha affermato che un percorso di riduzione del costo del denaro è abbastanza scontato, dunque, sono previsti ulteriori tagli dei tassi. Ora gli addetti ai lavori stimano che, la prossima data per un altro taglio, sia dicembre.

“Come previsto, la BCE ha effettuato un taglio dei tassi di 25 punti base senza ulteriori indicazioni di policy. Con una crescita dei salari di gran lunga superiore a quella della produttività e un’inflazione dei servizi in ripresa, il Consiglio direttivo non ha motivo di accelerare il ritmo di riduzione dei tassi o di impegnarsi in ulteriori riduzioni dei tassi in questa fase”, commenta Sylvain Broyer, Chief Economist di S&P Global Ratings. “È improbabile – aggiunge l’esperto – che l’imminente riduzione di 35 punti base del tasso repo abbia un impatto significativo. Sebbene possa fungere da limite massimo per i tassi del mercato monetario nel lungo periodo, le banche sono attualmente poco incentivate ad attingere dai mercati, in quanto il loro fabbisogno di liquidità è pienamente soddisfatto dalla BCE”.

Lo scenario macroeconomico

L’indice CPI USA, diffuso in settimana, è stato accolto negativamente dagli investitori a causa della componente core che, nel mese di agosto, è tornata ad accelerare il passo, salendo su base mensile a un ritmo superiore alle attese degli analisti. Il dato ha ridotto ulteriormente le scommesse del mercato su un taglio dei tassi, da parte della Fed di Jerome Powell, pari a 50 punti base, nella imminente riunione del 17-18 settembre. L’indice dei prezzi al consumo headline degli Stati Uniti per il mese di agosto ha centrato le attese degli analisti sia per la lettura su base mensile sia per quella su base annuale (+2,5% dal +2,9% di lugli). Però, i cosiddetti prezzi al consumo core, che eliminano voci più volatili come cibo e carburante, sono aumentati dello 0,3% mese su mese, risultando superiori delle stime dello 0,2%.

PIL UK in stallo: una sfida per il Governo e la BoE

Gli ultimi dati sul PIL del Regno Unito hanno evidenziato una stagnazione preoccupante della crescita economica. Per due mesi consecutivi – giugno e luglio – infatti l’economia è rimasta ferma, facendo seguito a una precedente fase di ripresa, in quanto la crescita nei primi due trimestri del 2024 ha registrato rispettivamente lo 0,7% e lo 0,6%. “Questo stallo, spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, desta preoccupazione sia tra le imprese che a Whitehall, mentre il Cancelliere è alla ricerca di ulteriori fonti di reddito per sostenere i servizi pubblici. Sebbene la crescita dello 0,5% nei tre mesi fino a luglio, possa rassicurare sulla tenuta di fondo, il mancato rispetto delle previsioni di crescita dello 0,2% per il mese di luglio evidenzia la fragilità dell’economia britannica. I dati degli ultimi due giorni, che mostrano una forte crescita dei salari e un’attività economica anemica, evidenziano le sfide che la Banca d’Inghilterra continua a dover affrontare. La risposta del governo, insieme al posizionamento di policy della BoE, sarà fondamentale per affrontare i prossimi due trimestri”, conclude l’esperto.

Spread, valute e commodities

Sul mercato valutario, una BCE meno dovish del previsto ha portato il cambio EUR/USD a salire da 1,1010 a 1,1040. Dal lato del dollaro, si è registrato un lieve rafforzamento nel giorno in cui il dato sull’inflazione di agosto sembra aver di fatto escluso la possibilità di un deciso taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, nel mese in corso. Da segnalare anche il rafforzamento dello yen: a fare da assist alla valuta nipponica, sono state le dichiarazioni rilasciate dall’esponente della Bank of Japan, Junko Nakagawa, secondo il quale la banca centrale del Giappone continuerà ad alzare i tassi di interesse, se l’economia e l’inflazione si muoveranno in linea con le sue previsioni. Anche il banchiere, Naoki Tamura, esponente falco del board, ha affermato che la banca centrale giapponese sembra pronta a proseguire con un’importante stretta monetaria.
Tra le commodities, in rialzo l’oro che si conferma vicino ai massimi, a 2.500 dollari l’oncia. Sul fronte petrolio, il Brent chiude sopra 72 dollari e il WTI a 69 dollari: l’EIA ha fatto sapere che le scorte di greggio negli Stati Uniti, nell’ultima settimana, sono aumentate meno del previsto

Goldman Sachs vede lo spread BTP-Bund 10 anni a fine 2024 a 150

Per Javier Rouillet, senior vice president del team Global sovereign ratings di Morningstar Dbrs, l’impegno del governo a stabilizzare e infine ridurre il rapporto debito pubblico/PIL dell’Italia rimarrà un elemento chiave sia per gli investitori sia per la Commissione Europea. “D’altro canto, la scadenza media relativamente lunga del debito italiano, le ampie disponibilità delle autorità europee e la sana domanda del settore retail contribuiscono ad attenuare l’impatto di un aumento dei rendimenti e/o di oscillazioni temporanee del sentiment degli investitori”, spiega Rouillet. Secondo gli strategist di Goldman Sachs, “le prospettive fiscali vulnerabili sono coerenti con uno spread Btp-Bund 10 anni a fine 2024 a 150 punti base”. Invece, il prossimo anno, una crescita nominale in calo e un eventuale mancato raggiungimento degli obiettivi di consolidamento del bilancio potrebbero avere un impatto negativo sui prezzi dei titoli di Stato italiani, la cui domanda da parte degli investitori privati e stranieri ha ormai raggiunto i livelli pre-crisi del debito sovrano del 2010.

La performance settimanale delle borse

La performance settimanale delle principali borse europee consegna la palma dei rialzi alla piazza di Madrid che porta a casa un guadagno di oltre 2 punti percentuali, Nel resto d’Europa, Francoforte sale dello 0,66%, seguita da Londra (+0,38%) e Parigi (+0,45%). In controtrend, invece, Piazza Affari con il FTSE MIB in calo dello 0,25%. Il finale si prepara più che positivo per gli indici americani, con il Nasdaq 100 in rialzo di oltre 2 punti percentuali, così come per l’S&P 500 e il Dow Jones Industrial.

I migliori e peggiori a Piazza Affari

Fra i migliori titoli della settimana, si segnala il buon andamento del comparto utilities, con Enel, Terna, Hera e Italgas che sul FTSE MIB portano a casa un guadagno di oltre 2 punti percentuali. Bene anche il settore bancario che aveva già scontato il fatto che le banche centrali si avviano a tagliare i tassi. Nel comparto, va segnalata Unicredit (+0,20%) protagonista in settimana di un annuncio che sembra aver sorpreso positivamente gli analisti. L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha rilevato il 9% della tedesca Commerzbank e l’amministratore delegato, Andrea Orcel ha spiegato che “una fusione o un’acquisizione sono temi in cima ai colloqui”. Dal lato dei ribassi, si posizionano in fondo al listino i titoli industriali come, Stellantis (-4,7%) e STM (-3,3%). Fuori dal principale paniere FTSE MIB, va segnalata l’ottima performance di TIM (+3,10%) forte di un report di BofA che alza il prezzo obiettivo a 34 centesimi per azione.