Il testo della Manovra in Cdm con il decreto fiscale, si decide su pensioni e aliquote Irpef

Pensioni, aliquote Irpef e molto altro nel Cdm del 15 ottobre sulla Manovra 2025: dalle banche arriveranno 3-4 miliardi di euro, taglio ai ministeri del 5% delle spese

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 15 Ottobre 2024 19:39

Manovra 2025, decreto fiscale collegato, tagli del 5% alle spese dei ministeri, nuove aliquote Irpef, pensioni e bonus casa. Questi i temi principali al centro del Cdm di oggi, 15 ottobre 2024. Sul tavolo anche il Documento programmatico di bilancio che il governo italiano dovrà inviare entro la mezzanotte a Bruxelles e il decreto fiscale collegato.

I fondi per la Manovra 2025 dalle banche

Per la Manovra 2025 il governo di Giorgia Meloni non ha mai negato l’esigenza di reperire fondi atti alla copertura delle spese. Nelle scorse settimane si è molto discusso dei contributi che l’esecutivo intende chiedere alle banche, ipotesi questa confermata e arricchita dalle dichiarazioni del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha parlato di 3-4 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dagli istituti. “Comunque non ci saranno nuove tasse, questo è sicuro”, ha precisato il leader di Forza Italia.

A conferma di quanto detto da Antonio Tajani ci sono anche le parole che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto alla Camera in sede di replica nel dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo. La premier ha, nello specifico, respinto l’accusa dell’opposizione di applicare un extraprofitto sulle banche, sottolineando il suo “governo ha avuto più coraggio di quello che ha avuto la sinistra quando era al governo”.

I tagli del 5% alle spese dei ministeri

Un’altra fonte di finanziamento per la Manovra 2025 dovrebbe essere rappresentata dal taglio delle spese dei ministeri che, come riportano fonti di Palazzo Chigi, dovrebbe essere pari al 5%.

Taglio del cuneo fiscale e aliquote Irpef

Oltre la metà della Manovra 2025 riguarderà la conferma del taglio del cuneo fiscale e dei tre scaglioni dell’Irpef. La stima è di 14 miliardi di euro.

Per ciò che attiene il taglio del cuneo, dovrebbero essere superati alcuni difetti con una doppia azione. Il sistema, a partire dal prossimo anno, potrebbe rimanere contributivo per i redditi entro i 20mila euro e trasformarsi in fiscale con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino alla soglia dei 35mila euro. In seguito partirebbe il cosiddetto decalage per i redditi fino a 40mila euro.

Vi è inoltre la possibilità che il governo decida di ridurre l’aliquota intermedia per redditi fino a 50 mila euro dal 35 al 33%, ma solo se i proventi del concordato preventivo e dal collegato ravvedimento dovessero rivelarsi insufficienti.

Il restyling delle detrazioni

Il governo è chiamato a esprimersi anche in merito all’annunciato restyling delle detrazioni, che farà da apripista alla successiva e più complessa razionalizzazione delle tax expenditures. L’esecutivo, così come trapela da Palazzo Chigi, starebbe elaborando per la Manovra 2025 l’introduzione di un importo massimo che potrà essere detratto. Tale tetto dovrebbe essere modulato in base al nucleo familiare, in quello che rappresenta un primo passo verso il quoziente familiare.

Il decreto fiscale

In Consiglio dei ministri è previsto anche l’esame dello schema del decreto fiscale e del Disegno di Legge di Bilancio che, secondo la road map, dovrebbe essere approvato entro il 20 ottobre. I due provvedimenti (decreto e manovra), come fatto intuire da fonti governative, potrebbero anche essere approvati nella riunione di questa sera.

Confermato il bonus ristrutturazioni al 50%

In Manovra, così anticipato nei giorni scorsi dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, dovrebbe trovare spazio anche la proroga di un anno del bonus ristrutturazioni al 50% per le prime case. In questo modo, nei piani dell’esecutivo, si potrà evitare il calo al 36% previsto dalle attuali norme.

Più fondi alla Sanità

Obiettivo dichiarato dal governo Meloni è garantire maggiori fondi alla Sanità. Il Fondo sanitario nazionale dovrebbe salire a un totale di 138 miliardi nel 2025, ovvero di poco più di 3 miliardi. C’è attesa, in questo caso, di vedere se verrà inserito anche lo stanziamento per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.

Per le pensioni tutto è in bilico

A fronte di misure che sicuramente faranno parte della Manovra 2025 c’è ancora molta nebbia fumosa per quanto riguarda il tema delle pensioni. C’è, come noto, da scongiurare il ritorno alla Legge Fornero, con le misure agevolative di pensionamento delle Quote che cesseranno di esistere nel nuovo anno.

Sembra tuttavia certo che non ci saranno delle riforme strutturali su questo tema, con gli interventi che dovrebbero riguardare solo la piena indicizzazione dell’assegno rispetto all’inflazione e l’aumento delle pensioni minime. Non sarebbe inoltre da escludere l’incentivo alla previdenza complementare e il perfezionamento del bonus Maroni che premia chi decide di rimanere a lavoro nonostante abbia i requisiti per il pensionamento.