Ita-Lufthansa, compagnie low cost all’attacco: “Devono liberare il 30% degli slot”

Perché i vettori low cost, come Ryanair e Easyjet, potrebbero bloccare l'operazione? Ecco cosa sono gli slot degli aeroporti

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Continuano ad accumularsi problematiche per quanto riguarda la trattativa Ita Airways e Lufthansa. Stavolta a far sentire la propria voce, con forza, sono le compagnie low cost, pronte a mettere i bastoni tra le ruote ai due vettori.

Slot per le low cost

La storia tra Ita Airways e Lufthansa ha ormai le caratteristiche di una sceneggiatura da fiction televisiva. Continuano ad accumularsi problematiche. Oggi si parla delle compagnie low cost che chiedono ai due vettori di lasciare il 30% degli slot, in relazione ai diritti di decollo e atterraggio degli aeromobili.

È questa la condizione per non creare problemi in merito alle nozze annunciate e non ancora celebrate. Calerà il silenzio in merito sia presso l’Antitrust che, in un futuro prossimo, presso la Corte di giustizia Ue.

Nello specifico si parla di Ryanair e Easyjet. Nel primo caso si mira ad aumentare la presenza negli aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino. Nel secondo, invece, lo sguardo è rivolto principalmente all’aeroporto di Milano Linate. Proprio qui il vettore britannico vorrebbe aprire una nuova base.

Per il momento non si parla di comunicati ufficiali, bensì di strategie rivelate dal Corriere della Sera, che ha riportato quanto emerge dalle conversazioni avute con i capi delle due compagnie a basso costo.

Ita-Lufthansa si farà?

Impegnato presso il summit sul trasporto aereo, tenuto da Airlines for Europe, il capo del gruppo Lufthansa, Carsten Spohr, si è detto particolarmente ottimista in merito allo stato della trattativa con la Direzione generale della Concorrenza Ue.

Miriamo a ottenere l’ok europeo il prima possibile per l’investimento in Ita. Ogni politico con il quale io abbia parlato, a Bruxelles, Berlino o Roma, comprende che Ita merita un futuro. L’economia italiana merita d’essere collegata anche in futuro e questa cooperazione è la risposta”.

Sembra essere dello stesso parere Michael O’Leary, ben noto amministratore delegato del gruppo Ryanair, a patto di alcune concessioni. Ha parlato della necessità di un obbligo a liberare almeno il 30% degli slot a Malpensa, Linate e Fiumicino: “Così da incrementare le offerte alternative di voli”.

Allo stato attuale, stando ai dati della piattaforma Cirium, la combinata Ita Airways e Lufthansa occuperebbe il 67% degli slot nel 2024 nel solo aeroporto di Linate.

Il consolidamento dell’industria aerea europea deve avvenire, necessariamente, per poter restare competitivi. O’Leary ne è certo e crede fortemente che le fusioni tra vettori rappresentino la strada giusta da seguire. Vorrebbe l’approvazione della Commissione, ma non in maniera unilaterale. Il suo sguardo non è rivolto unicamente all’operazione citata, bensì anche alla privatizzazione di Tap e l’acquisizione di Air Europa da parte del gruppo in controllo di British Airways, Vueling, Iberia e Aero Lingus, ovvero Iag, tra le altre.

Allo stato attuale è invece più paziente e silenzioso Johan Lundgren, ceo di Easyjet. Al Corriere si è così espresso: “Non è un segreto che vorremmo quegli slot, e di certo ce ne aspettiamo diversi. L’auspicio è che siano un numero sufficiente da consentirci di aprire una base a Linate. L’aeroporto si incastra perfettamente con i nostri piani di sviluppo”.