Tod’s si prepara a dire addio a Piazza Affari: cosa ne pensano gli analisti

L'OPA lanciata dai Della valle assieme al fondo di private equity L. Catterton punta al delisting delle aizoni dalla Borsa di Milano

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Redazione

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Anche la Tod’s della famiglia Della valle si prepara a dire addio alla Borsa, seguendo l’analoga scelta fatta da altre big del lusso, come Bulgari e Damiani, che si sono delistate da tempo da Piazza degli Affari. Ma cosa spinge le grandi maison della moda a tornare private? E perché si fa questa scelta?

L’OPA su Tod’s

I fratelli Diego e Andrea Della Valle, con il sostegno della società di private equity L. Catterton Management Limited, hanno lanciato un’offerta pubblica d’acquisto volontaria totalitaria su Tod’s ad un corrispettivo pari a 43 euro per azione. L’offerta concerne 11.913.128 azioni ordinarie Tod’s, attualmente sul mercato, ed ha l’obiettivo di “ottenere la revoca dalla quotazione” sul mercato Euronext Milan, gestito da Borsa Italiana.

In caso di integrale adesione all’Offerta gli azionisti di maggioranza resteranno titolari di 17.870.511 azioni, rappresentative del 54% del capitale sociale dell’Emittente, L Catterton diventerà titolare indirettamente di 11.913.128 azioni, rappresentative del 36% del capitale, mentre l’azionista di minoranza resterà titolare di 3.309.900 azioni, rappresentative del 10% del capitale sociale dell’Emittente.

Le motivazioni dei Della Valle

Il numero uno della società Diego Della Valle ha spiegato che l’uscita dalla borsa “in questo momento” è “la scelta strategicamente più idonea”. L’operazione effettuata con il fondo di private equity L Catterton – ha aggiunto – ” ci darà la possibilità di svilupparci ulteriormente e di cogliere le opportunità che il mercato offrirà”

L’estraneità di LVMH

Inizialmente si era parlato anche della partecipazione del colosso francese LVMH, presente nel capitale di L Catterton, che ha subito smentito, ribadendo l’estraneità della big d’Oltralpe.
Contrariamente a quanto riportato dalla stampa – si legge – L Catterton non è controllata da Lvmh, che è titolare solo di una percentuale di minoranza degli investimenti in L Catterton“. Il fondo – sottolinea una nota – “opera in modo completamente indipendente da Lvmh. L Catterton ha la discrezione esclusiva sulle decisioni di investimento e di gestione del portafoglio”.

Cosa ne pensano gli analisti

Per i Gabriel Debach, market analyst di eToro, la scelta di Tod’s “rappresenta un segnale rilevante delle sfide attuali che il mercato azionario italiano sta affrontando, nonostante i recenti successi”. “La determinazione di Tod’s nel perseguire una struttura non quotata- sottolinea l’esperto – potrebbe essere fortemente legata alle dinamiche che si stanno vedendo nel settore del lusso. La crescente competizione e la tendenza alla concentrazione potrebbero infatti rendere difficile per un’azienda come Tod’s, con una capitalizzazione di mercato di circa 1,3 miliardi di dollari, concorrere con i grandi conglomerati”.
“Il ritiro dal listino della Borsa di Milano – conclude Debach – riflette probabilmente la convinzione che gli obiettivi a medio e lungo termine del gruppo possano essere meglio raggiunti al di fuori delle restrizioni del mercato, che può dare valutazioni di breve periodo. Ciò consentirebbe maggiore libertà e flessibilità alla società per implementare strategie a lungo termine e adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato del lusso, valorizzando i singoli marchi del gruppo e garantendo loro maggiore visibilità individuale e autonomia operativa.

Per gli esperti di Equita, “la minaccia della fusione è ora più credibile” rispetto all’offerta precedente, “in quanto l’azionista di maggioranza e anche l’azionista di minoranza si sono impegnati con l’Offerente a votare a favore della stessa”.
Dal punto di vista economico-finanziario si nota che il prezzo offerto corrisponde ad un premio del 18% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì e del 21%, 27%, 31% e 31% se paragonato ai prezzi di 12, 6, 3 e 1 mese, oltre che ad un multiplo di 27-22x il PE atteso nel 2024 e 2025 (mediana di settore a 23-19.5 x), ovvero circa 10x l’EV/EBITDA atteso 2024 (rispetto a recenti deal M&A sopra 13.5x, se pur riferiti a società più profittevoli).