Poste Italiane, stop al collocamento del 14% del capitale: le ragioni

L'azienda ha confermato le voci che si rincorrevano da ieri ed ha parlato di una "interruzione temporanea" dell'iter di collocamento delle proprie azioni

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Redazione

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Pubblicato: 17 Ottobre 2024 16:38

E’ ufficiale: il collocamento azionario di Poste Italiane ha subito una battuta d’arresto o per dirla con le parole dell’azienda una “temporanea interruzione”. Dello stop all’Offerta Pubblica di Vendita  del 14% del capitale da parte del MEF si vociferava da ieri, ma l’ufficialità è arrivata questa mattina. Una conferma che il mercato ha accolto con favore, visto  che il titolo è schizzato in Borsa.

Il collocamento sarebbe dovuto partire il prossimo lunedì 21 ottobre (qui tutti i dettagli del collocamento), ma stando al “tam-tam” borsistico sarà calendarizzato dopo il 6 novembre, data in cui usciranno i risultati del terzo trimestre di Poste. Prima data utile potrebbe essere il successivo lunedì 11 novembre.

La nota “stringata” di Poste

“Poste Italiane comunica di aver avviato, congiuntamente al MEF, il procedimento presso la Consob per l’approvazione del prospetto relativo all’offerta di azioni da parte dello stesso MEF, a seguito dell’approvazione del DPCM del 17 settembre scorso”, informa una nota sintetica dell’azienda partecipata dallo Stato, aggiungendo “tale procedimento è stato temporaneamente interrotto in pendenza delle decisioni e delle valutazioni in corso riguardo alle modalità e ai tempi dell’offerta“.

L’impennata del titolo in Borsa

Quel che è certo è che il mercato ha accolto positivamente la notizia. Le azioni di Poste Italiane si sono subito messe in luce all’interno del paniere del FTSE MIB, spingendosi sul massimo storico di 13,46 euro, in rialzo del 3,6% rispetto alla vigilia. Il titolo nel primo pomeriggio si conferma il migliore fra le Blue-Chips e vanta scambi in aumento ed un controvalore di 57,4 milioni.

I motivi dello slittamento dell’OPV

Lo slittamento dell’Offerta, stando a fonti di mercato, sarebbe stato sollecitato dalle 11 banche d’affari che compongono il consorzio di collocamento, in vista dell’uscita dei numeri dei nove mesi il 6 novembre prossimo. Conti positivi, infatti, potrebbero consentire ai collocatori di spuntare una valutazione più alta e questa considerazione avrebbe convinto il MEF a rinviare l’operazione.

Per qualcun altro, il rinvio avrebbe una valenza più politica e sarebbe da collegare alle parole della Premier Giorgia Meloni che, rispondendo ad una domanda sul collocamento di Poste e di un possibile interesse di BlackRock ad aumentare la sua partecipazione nell’azienda che gestisce il servizio postale, avrebbe messo i paletti ad una vendita riservata ad investitori istituzionali, dichiarando che il collocamento è rivolto ai risparmiatori retail e che Poste deve restare in mano agli italiani.

L’OPV infatti dovrebbe riservare agli investitori retail un “ampio spazio”, con una quota compresa fra il 25% ed il 35% del collocamento, mentre un altro 3% sarebbe appannaggio dei dipendenti. Proprio in vista di un collocamento rivolto perlopiù ai piccoli risparmiatori, si parla di una riduzione del pacchetto minimo a 250 azioni, per non rendere il lotto minimo eccessivamente oneroso agli attuali prezzi del titolo per i piccoli risparmiatori.