Portafogli, svolta europea: spazio a bond e azioni del Vecchio Continente

nella seconda metà dell’anno: la view di MAM nell'analisi a cura di Andrew Lake

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Redazione

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Pubblicato: 11 Giugno 2025 17:17

Guardando alla seconda metà dell’anno, molto dipenderà dall’andamento dei negoziati commerciali, dalle risposte fiscali e dalle dinamiche della crescita globale. Lo sottolinea Andrew Lake, Chief Investment Officer di Mirabaud Asset Management spiegando che in particolare, emergono i seguenti temi:

 Incertezza sui dazi: una rivalutazione globale del rischio

Il ritorno del protezionismo guidato dagli Stati Uniti – spiega l’esperto –  ha accelerato la volatilità nei mercati sviluppati ed emergenti. I dazi hanno agito come tassa sia per i consumatori che per le imprese, con potenziali conseguenze di stagflazione, in particolare negli Stati Uniti, dove la fiducia dei consumatori rimane fondamentale. I responsabili politici europei e asiatici hanno risposto con stimoli fiscali e coordinamento a livello diplomatico, mentre i mercati azionari e obbligazionari si sono adeguati a un sistema commerciale globale più frammentato.

Per gli investitori azionari, la prospettiva di una prolungata interruzione degli scambi commerciali ha determinato un aumento dell’interesse per le società con catene di approvvigionamento locali, potere di determinazione dei prezzi o caratteristiche difensive. Nel comparto obbligazionario, la selezione del credito e le divergenze regionali sono fondamentali, poiché gli investitori valutano l’equilibrio tra i rischi di inflazione e la reattività delle banche centrali.

 Rischi di stagflazione: prezzare il percorso più difficile

Diversi analisti hanno evidenziato il rischio di uno scenario di stagflazione, caratterizzato da una crescita modesta e da una rinnovata pressione inflazionistica, come uno dei principali scenari macroeconomici per il secondo semestre. I fattori che contribuiscono a questo contesto includono le interruzioni nelle catene di approvvigionamento causate dai dazi, l’elevata sensibilità ai prezzi dell’energia e le politiche monetarie divergenti. Questo scenario complica la definizione delle politiche: la Federal Reserve ha un margine ridotto per tagliare i tassi, mentre la Banca centrale europea sembra più aperta a un ulteriore allentamento alla luce dei dati europei più deboli.

In questo contesto, cresce la domanda di credito di qualità, settori azionari difensivi e asset reali in grado di preservare il valore in un contesto di volatilità dei prezzi. Le obbligazioni convertibili, le azioni europee di alta qualità e le posizioni obbligazionarie globali resistenti all’inflazione stanno guadagnando terreno.

 

Rotazione regionale: l’Europa si fa avanti

Uno dei cambiamenti tematici più evidenti è stato il miglioramento della tesi d’investimento relativa degli asset europei. Il sostegno politico coordinato all’Ucraina e la moderata espansione fiscale, incentrata su infrastrutture, innovazione e sanità, stanno aumentando la credibilità dell’Europa come contrappeso geopolitico ed economico agli Stati Uniti. Il risultato: una maggiore disponibilità degli investitori a riconsiderare le allocazioni azionarie europee e una rotazione lontano dal rischio di concentrazione percepito negli Stati Uniti.

Questa tendenza si ritrova anche nel reddito fisso, dove la possibilità di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE e le aspettative di un calo dell’inflazione stanno creando un contesto favorevole per le obbligazioni europee.

 Opportunità selezionate in un contesto di dispersione

La gestione attiva si è dimostrata essenziale con i mercati sempre più idiosincratici. Nel comparto azionario, la dispersione tra e all’interno dei settori si sta ampliando. I titoli ciclici statunitensi potrebbero beneficiare di un’inversione della politica tariffaria, mentre i titoli legati alle infrastrutture per l’intelligenza artificiale rimangono sensibili all’andamento degli investimenti in conto capitale. Al contrario, i titoli difensivi tradizionali, come i farmaceutici e i beni di prima necessità, devono affrontare l’incertezza politica e la pressione sui margini.

Nei mercati del credito, il posizionamento si è spostato verso titoli di qualità superiore e maggiore liquidità. Ci sono interessanti opportunità bottom-up nei mercati emergenti, nei titoli convertibili e nel credito europeo mid-cap, dove le valutazioni potrebbero già scontare notizie negative significative.

 Divergenze nelle politiche monetarie e volatilità valutaria

Le divergenze tra le banche centrali, in particolare tra la Fed e la BCE, hanno innescato la volatilità valutaria e una nuova domanda di flessibilità nei portafogli per adattarsi alle evoluzioni macro. Gli investitori sono sempre più consapevoli del rischio che i costi di copertura e un’esposizione non protetta possano evolvere in modo imprevedibile, rafforzando l’importanza di una gestione dinamica del rischio, conclude l’esperto.