Mid-Small Cap: focus torna sui fondamentali dopo sfilza delisting

Le evidenze emerse dal Report di febbraio sulle Mid-Small Cap italiane a cura di Intermonte che analizza e performance ed i numeri del 2023

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Redazione

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Nell’ultimo mese la performance del mercato è stata sostenuta dalla pubblicazione di una serie di risultati positivi per l’anno fiscale 2023, ma anche dall’annuncio di nuove acquisizioni. E’ quanto emerge dal report mensile sull’andamento delle PMI quotate sul mercato italiano realizzato per il mese di febbraio da Andrea Randone, Head of Mid Small Cap Research di Intermonte, che conferma una visione positiva sulle mid/small cap, in particolare sui titoli con elevata visibilità sulle stime e modelli di business resilienti, come le società che supportano la trasformazione digitale, le utilities, alcuni industriali legati a piani di investimento a lungo termine e i consumers con un buon posizionamento e pricing power.

Le performance

Il mercato azionario italiano (prezzi al 16 febbraio 2024) ha registrato una performance positiva del 4,4% nell’ultimo mese ed è in rialzo del 4,3% su base annua. L’indice FTSE Italy Mid-Cap (+2,7%) ha sottoperformato l’indice principale dell’1,7% nell’ultimo mese (-2,1% su base annua relativa), mentre l’indice FTSE Italy Small Caps (+0,1%) ha registrato una performance del 4,3% inferiore al mercato e del -6,8% su base relativa dall’inizio del 2024. Guardando alle performance delle mid/small cap in Europa, l’indice MSCI Europe Small Caps è salito del 2,4% nell’ultimo mese, registrando una performance quasi in linea con le mid-cap italiane.

Stime di utile

“Dall’inizio del 2024, – evidenzia Randone – abbiamo attuato una revisione al rialzo del +3,5%/+1,3% delle nostre stime sugli EPS per il 2023/2024. Concentrandoci sulla nostra copertura delle mid/small cap, invece, abbiamo ridotto gli EPS per il 2023/2024 del -1,2%/-1,3%. In particolare, la revisione delle stime sulle mid/small cap è stata attuata quasi interamente nel corso dell’ultimo mese sulla base di indicazioni aggiornate da parte del management.

Valutazioni elevate

Da un confronto tra la performance YtD e la variazione delle stime per l’esercizio ‘24 nello stesso periodo, emerge che i titoli del FTSE MIB hanno registrato un re-rating YtD del 3,0% (invertendo il trend negativo registrato un mese fa); le mid-cap si sono rivalutate del 3,5%, mentre le small-cap hanno registrato un de-rating dello 0,9%. Su base P/E, – rileva il report – il nostro panel è scambiato con un premio del 33% rispetto alle large cap, ben al di sopra del premio medio storico (17%), ma in linea con il livello di un mese fa (33%).

Liquidità

“Osservando l’andamento degli indici ufficiali italiani, – prosegue Randone – notiamo che la liquidità delle large cap nell’ultimo mese (misurata moltiplicando i volumi medi per i prezzi medi in un determinato periodo) è superiore dell’1,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa ed è in crescita del 6,3% a livello annuale. Il quadro è più preoccupante per le mid/small cap: nello specifico, la liquidità per le mid cap è scesa del 3,1% YoY, mentre è scesa del 26,7% YoY per le small cap, che hanno registrato dati molto deboli nell’ultimo mese.

Strategia d’investimento

Nell’ultimo mese, la performance del mercato è stata sostenuta dalla pubblicazione di una serie di risultati positivi per l’anno fiscale 2023, ma anche dall’annuncio di nuove acquisizioni (Tod’s, Saras e UnipolSai) che hanno reso ancora più difficile per gli stock picker sovraperformare il mercato. “Manteniamo – sottolinea Randone –  la nostra visione fondamentale che assume un graduale calo dei tassi di interesse e confermiamo la nostra visione positiva sulle mid/small cap italiane nonostante le tensioni geopolitiche. In vista delle settimane cruciali della stagione dei risultati, riteniamo che nel segmento vi siano diversi titoli con eccellenti prospettive di crescita e valutazioni generalmente interessanti. La nostra preferenza va in particolare a quei titoli con elevata visibilità sulle stime e modelli di business resilienti, come le società che supportano la trasformazione digitale, le utilities, alcuni industriali legati a piani di investimento a lungo termine e i consumers con un buon posizionamento e pricing power. Il quadro della liquidità resta un aspetto negativo, che penalizza soprattutto le small cap, ma stiamo riscontrando un interesse crescente, anche da parte degli investitori internazionali, che lascia sperare in un’inversione di tendenza”.

Deflussi dai PIR sono proseguiti

Nella sua revisione trimestrale del 22 novembre 2023, Assogestioni ha pubblicato i dati aggiornati sulla raccolta PIR del terzo trimestre ‘23. Nel corso del trimestre, i PIR ordinari hanno registrato deflussi per 731 milioni di euro, mentre i PIR alternativi hanno registrato afflussi per 7,5 milioni di euro. In termini di AuM, i PIR ordinari hanno gestito 16,3 miliardi di euro, mentre 1,5 miliardi di euro sono stati investiti in fondi PIR alternativi. Secondo l’Osservatorio PIR del Sole 24 Ore, i dati sui deflussi in ottobre, novembre e dicembre sono rimasti poco incoraggianti, rispettivamente pari a -172,1 milioni di euro, -153,8 milioni di euro e -112 milioni di euro. L’ammontare totale dei riscatti per il 2023 (combinando i dati ufficiali di Assogestioni per i primi nove mesi dell’anno e le indicazioni del Sole 24 Ore per gli ultimi quattro) tocca i 2,59 miliardi di euro. “La tendenza dovrebbe stabilizzarsi nel corso del 2024, ma la visibilità su una potenziale ripresa – conclude il report – rimane per il momento molto bassa”.