La Fed fa un passo indietro: ecco cosa ha detto sui tassi

I verbali del FOMC confermano la possibilità di tagli nel 2024 ma anche incertezza su tempistiche e misura

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Redazione

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La Fed promette, ma non assicura: tagli dei tassi d’interesse ci saranno nel 2024 anche se non si conosce la tempistica né la misura dei relativi tagli. Lo confermano le Minutes dell’ultima riunione di politica monetaria del Federal Open Market Comitee, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, pubblicati ieri sera, che ribadiscono anche l’ancoraggio delle decisioni del Board ai dati macroeconomici in uscita.

Tassi vicini al picco

“Nel discutere le prospettive di politica monetaria – si legge nei verbali del FOMC – i partecipanti hanno ritenuto che il tasso ufficiale fosse probabilmente pari o vicino al suo picco per questo ciclo di inasprimento, anche se hanno notato che il percorso effettivo dipenderà da come si evolve l’economia”.

Inflazione sotto controllo e mercato del lavoro florido

I membri del FOMC hanno riconosciuto i progressi compiuti nella lotta contro l’inflazione ed il miglioramento nelle catene di approvvigionamento globali, che avevano contribuito in modo sostanziale all’impennata dei prezzi verificatasi sino a metà 2022. I banchieri hanno anche citato i progressi nel mercato del lavoro e confermato che le condizioni del mercato del lavoro hanno continuato a essere tese, con guadagni occupazionali moderati ma ancora forti e un basso tasso di disoccupazione.

Tagli “appropriati” ma non garantiti

Citando i miglioramenti delle prospettive di inflazione, i membri del FOMC hanno giudicato “appropriato” un taglio dei Fed funds “entro la fine del 2024”. Ma le Minutes hanno rilevato anche un “grado di incertezza insolitamente elevato” sul percorso per arrivare a questo risultato e la mancanza di unanimità di vedute: alcuni membri hanno ribadito che potrebbe essere necessario mantenere i tassi più alti se l’inflazione non collabora, mentre altri hanno sottolineato il potenziale di ulteriori aumenti in base all’evolversi delle condizioni economiche.
“Più in generale, i partecipanti hanno sottolineato l’importanza di mantenere un approccio attento e dipendente dai dati macroeconomici nel prendere le decisioni di politica monetaria ed hanno riaffermato che sarebbe opportuno che la politica rimanesse su un orientamento restrittivo per un po’ di tempo fino a quando l’inflazione non si sarà chiaramente spostata in modo sostenibile verso il target”.

La reazione nervosa di Wall Street

Le indicazioni giunte dalla Fed hanno certamente raffreddato le aspettative più ottimistiche dei mercati, che si aspettavano tagli più decisi quest’anno e più anticipati. Alcuni analisti erano arrivati ad ipotizzare un taglio di 1,5 punti dei tassi in un intervallo del 3,75-4%, contro i tre quarti di punto rivelati dai “dot plot” del FOMC. Si ipotizzava poi un primo taglio già nel mese di marzo 2024, che ora non è garantito.
Per questo motivo Wall Street ha chiuso gli scambi di malumore ed anche l’Asia ha reagito con un po’ di pessimismo alle indicazioni arrivate dalla Fed, mentre i rendimenti dell’obbligazionario sono tornati a salire.