Exor, la virata degli Agnelli-Elkann: dalle auto alla Sanità privata

Ma anche altri big della finanza hanno già scelto di puntare su un nuovo business in scia ad una sanità pubblica che arranca sempre di più

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Redazione

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Complici i ripetuti tagli, la sanità pubblica arranca ormai da anni e il privato è già in prima fila pronto a colmare il vuoto, in scia anche ad un dato incontrovertibile : la popolazione è sempre più anziana, questo significa che il ricorso alle cure sarà sempre più necessario. Uno scenario che non è sfuggito alla “galassia” Exor, holding della famiglia AgnelliElkann che ormai da anni opera nel  settore della sanità privata, parallelamente ad un contestuale ridimensionamento della presenza in Italia nel settore auto.

Exor, la virata degli Agnelli

Non è casuale che proprio nel settore della sanità il gruppo ha messo a segno una serie di acquisizioni di peso.  Lo scorso agosto, infatti, ha inglobato il 15% di Philips, multinazionale prima attiva nell’elettronica di consumo e ora leader mondiale nella tecnologia per la salute, con un’operazione da circa 2,6 miliardi di euro.

“In un mondo con una popolazione che cresce e diventa più longeva, si avverte sempre più l’esigenza di ridurre i costi e migliorare la qualità dei sistemi sanitari, creando così interessanti opportunità di impiego del capitale”, ha scritto Elkann, amministratore delegato di Exor,  nell’annuale lettera agli azionisti, sottolineando che quello dell’healthcare “è un settore che continuerà a crescere nel corso dei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana”. Nel 2022 Exor ha “approfondito la conoscenza nel settore della salute e ha investito quasi un miliardo di euro”.

Dalle auto alla Sanità

Tra gli investimenti nella salute Elkann ha anche segnalato quelli fatti con Institut Merieux, Lifenet Healthcare e diverse società tech early stage attraverso Exor Ventures: “Grazie al rapporto sempre più stretto con l’Institut Merieux e la famiglia Merieux, vogliamo sostenere lo sviluppo delle loro società e beneficiare della loro profonda conoscenza e competenza mentre ricerchiamo future opportunità di investimento nei campi della genomica, della proteomica, degli strumenti per l’analisi scientifica, della diagnostica per immagini e della componentistica medica”, ha detto l’Ad, ricordando che Exor ha rilevato il 45% di Lifenet Healthcare, società italiana che si occupa della gestione di cliniche e centri ambulatoriali. Inoltre, “attraverso Exor Ventures stiamo anche sviluppando delle partnership con aziende healthcare che si trovano nella fase iniziale del loro sviluppo”. E sullo stesso solco, si inserisce anche il Gruppo Kos, 550 milioni di fatturato annui, fondato da Carlo De Benedetti nel 2002, presente in 11 regioni italiane e 2 stati esteri, per un totale di oltre 13.000 posti letto. 

Sanità pubblica arranca (sempre di più)

Il tutto mentre va avanti il muro tra governo e sindacati medici sulle discusse misure inserite in Legge di Bilancio, pronti a tirare dritti sullo sciopero del 5 dicembre, che bloccherebbe tutte le attività ospedaliere, escluso pronto soccorso e interventi urgenti. Il confronto con il ministro della Salute, Orazio Schillaci e le sigle dei camici bianchi va avanti, ma il punto di sintesi sembra ancora lontano, come ha dichiarato Pierino De Silverio, segretario nazionale dell’Anaao, il sindacato più rappresentativo della categoria.

“Per revocare lo sciopero chiediamo prima di tutto il ritiro senza se e senza ma della norma che in finanziaria taglia retroattivamente le pensioni maturate dai medici”, dice sottolineando il peso della misura di taglio dell’assegno previdenziale compreso tra il 5% e il 25% all’anno, che si tradurrebbe in “una stangata che colpisce circa 50.000 dipendenti”