BTP sotto tiro: Italia messa peggio della Grecia

I rendimenti dei titoli di stato tradiscono una situazione di tensione sotto il profilo finanziario e dei conti pubblici che rischia di compromettere la posizione dell'Italia in UE

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Redazione

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Grecia batte Italia 1-0. E’ proprio il caso di dire che non tutti i mali vengono per nuocere e che l’austerity imposta dalla UE non è stata poi così negativa per l’economia greca. La storia più recente lo conferma: nel secondo trimestre dell’anno la Grecia è uno dei Paesi che ha registrato la crescita più alta in Europa e le agenzie di rating, visti i miglioramenti registrati nelle finanze pubbliche, hanno riportato il merito di credito ad un livello di investment grade da una valutazione “spazzatura”. Ben diversa la posizione dell’Italia, che sta attraversando un periodo di grande difficoltà e rischia di perdere la credibilità faticosamente conquistata in questi ultimi anni.

L’esempio virtuoso della Grecia

Sembrano lontani i tempi in cui la Grecia rischiava il default e venne salvata dalla UE, a patto che venisse implementato un piano di austerity lacrime e sangue. Il PIL greco è cresciuto nel secondo trimestre di quest’anno dell’1,3%, risultando uno dei più alti in UE.

Grandi miglioramenti sono stati registrati anche nelle finanze pubbliche, con un debito che si è portato al 150% del PIL prima del previsto, grazie ad una crescita economica più elevata delle attese. E nel periodo 2023-2027 si preannuncia una incremento del PIL del 2,2% medio annuo, più elevato del periodo pre-pandemia.

Alcune agenzie di rating (DBRS Morningstar) hanno già riportato il merito di credito della Grecia ad un livelli investment grande, mentre Moody’s, pure restando prudente, ha alzato il rating di due gradini.

E le difficoltà dell’Italia

L’Italia, al contrario, dopo un 2022 strepitoso, ha tirato il freno a mano. In scia al rallentamento dell’economia europea e della Germania, che chiuderà il 2o23 in recessione, le nostre esportazioni stanno rallentando in modo evidente e così la produzione ed il PIL. Nel secondo trimestre, l’Italia ha registrato una contrazione del PIL pari a -0,4% e rischia di non centrare il target di crescita dello 0,9% atteso per quest’anno.

Anche il debito è aumentato ancora a 2.858,6 miliardi di euro a fine luglio e risultava pari al 143,5% del PIL alla fine del primo trimestre del 2023. Uno dei più alti in UE assieme alla Grecia, ma con prospettive di ulteriore aumento a causa della bassa crescita del PIL. Tanto che le agenzie di rating sono già in allerta.

Per non parlare della posizione difficile dell’Italia con la UE, con cui sta discutendo il nuovo Patto di stabilità, con poche riforme del PNRR portate in cantiere ed una situazione tesa sotto il profilo die conti pubblici.

I mercati hanno già capito tutto

Le diverse prospettive dei due Paesi sono chiaramente riflesse sul mercato, dove i rendimenti dei decennali greci sono scesi 30-40 punti al di sotto di quelli dei titoli italiani. Come noto il rendimento dei titoli di Stato offre un premio per il rischio, che  risulta tanto più elevato quanto più probabile è l’ipotesi di fallimento o perdita di credibilità di uno Stato.

Oggi, i rendimenti dei bond a 10 anni greci sono al 4,08% a fronte del 4,52% riconosciuto dallo Stato italiano sui BTP decennali. Ma la situazione migliore dei conti pubblici greci si rispecchia su tutta la curva die tassi, dalle scadenze più vicine a quelle più lontane. Una importante conferma per il governo di centro-destra greco, che ha vinto le elezioni e gode di una maggioranza stabile.