Eni colloca un pacchetto del 10% di Saipem: incasso da 393 milioni

Con una mossa che rientra tra le anticipazioni dei mesi scorsi, Eni ha ceduto il 10% delle azioni della controllata Saipem con l'intento di guadagnare risorse

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Eni ha recentemente deciso di cedere una significativa quota di Saipem, monetizzando una parte rilevante della sua partecipazione. La compagnia ha avviato un collocamento accelerato in Borsa, mettendo sul mercato 199 milioni di azioni della società specializzata in servizi ingegneristici e infrastrutturali per il settore energetico. Le operazioni di collocamento hanno destato notevole interesse tra gli investitori internazionali, tanto che in un’ora l’offerta è stata completamente coperta dalla domanda.

Dettagli dell’operazione di collocamento

Il gruppo Eni, sotto la guida di Claudio Descalzi, ha avviato la vendita di una parte significativa della sua partecipazione in Saipem. La procedura di accelerated bookbuilding riguarda 199.556.000 azioni ordinarie della società.

Il risultato finale di questa operazione verrà annunciato oggi, mercoledì 12 giugno 2024, insieme al prezzo di vendita previsto tra 1,98 e 2,065 euro per azione, come riferito da Radiocor. Martedì pomeriggio, le azioni Saipem hanno chiuso in Borsa a un valore che rientra in questo range.

Se confermato, il prezzo al valore minimo rappresenterebbe uno sconto del 4,5%, con un incasso previsto tra 395 e 412 milioni di euro. Secondo fonti di mercato, il book di vendita sarebbe stato completamente coperto in meno di un’ora dal lancio dell’operazione.

Precedenti operazioni del Ministero dell’Economia

Appena un mese fa, il Ministero dell’Economia ha venduto il 2,8% di Eni, ottenendo un ricavo di 1,4 miliardi di euro. Questa operazione rientra nei piani di dismissione del governo di centrodestra, volti a generare risorse in vista dell’approvazione della prossima legge di Bilancio. Anche in questo caso, la vendita delle quote non compromette il controllo statale su Eni.

Situazione delle partecipazioni di Eni e Cdp Equity

Prima della vendita, Eni possedeva il 31,2% di Saipem, con il 12,5% vincolato in un patto parasociale con Cdp Equity, che detiene l’11,8% delle azioni. Questo accordo consente a Eni di gestire liberamente circa il 18,7% del capitale di Saipem. Con la vendita attuale, la partecipazione di Eni scenderà al 21,2%, e l’azienda ha promesso di non cedere ulteriori azioni per i prossimi 180 giorni.

Nonostante questa vendita, è improbabile che Eni riduca ulteriormente la sua partecipazione in Saipem in modo significativo nel prossimo futuro. Qualsiasi riduzione ulteriore potrebbe portare Eni e Cdp Equity a detenere meno del 30% delle azioni, compromettendo così il controllo congiunto della società, che è fondamentale per le due entità pubbliche coinvolte.

Strategia di liberazione risorse di Eni: il perché della cessione

Questa cessione rientra in un più ampio piano di vendite volto a liberare risorse, come già anticipato dai vertici di Eni agli analisti nei mesi scorsi. Nonostante la riduzione della partecipazione, il controllo di Saipem resterà saldamente in mani pubbliche. Eni passerà dal 21,19% del capitale, mentre la Cassa Depositi Prestiti manterrà la sua quota del 12,82%. Entrambe le entità hanno come socio di controllo il Ministero dell’Economia.

Collocamento per investitori istituzionali

L’operazione di collocamento è rivolta principalmente agli investitori istituzionali e sarà gestita da un consorzio di banche. Questo consorzio include Citigroup, Goldman Sachs International, Intesa Sanpaolo, Natixis e UniCredit, che opereranno come Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners. Eni si è impegnata con i Joint Bookrunners a non vendere ulteriori azioni di Saipem sul mercato per un periodo di 180 giorni, salvo il consenso dei coordinatori e alcune esenzioni, secondo le prassi di mercato.