Canone giù? Ma il governo regala alla Rai maxi “contributo straordinario”

La legge di Bilancio riduce il canone da 90 a 70 euro, ma riconosce alla Rai uno stanziamento straordinario di 420 milioni per i prossimi tre anni

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La legge di bilancio del governo Meloni prevede una riduzione del canone Rai nella bolletta dell’elettricità. Nel corso dei prossimi tre anni, l’importo sarà ridotto da 90 a 70 euro all’anno per ogni cittadino. Tuttavia, contemporaneamente, il governo ha stanziato un “contributo straordinario” di 420 milioni di euro all’anno per tre anni consecutivi a favore della Rai. Questi 1260 milioni di euro serviranno a coprire il deficit.

D’altra parte, secondo il Ministero dell’Economia, la riduzione del canone nella bolletta dei cittadini comporterebbe una perdita di 60 milioni di euro per la Rai nel suo complesso. Tuttavia, la Rai stima che, con il canone ridotto a 70 euro e il contributo del governo, incasserà complessivamente 1410 milioni di euro. Ciò significa che la televisione pubblica otterrebbe un aumento di entrate di 30 milioni di euro già nel 2024 rispetto al 2023.

I conti di Viale Mazzini

Viale Mazzini, la sede centrale della Rai, ha l’obiettivo di ridurre i costi interni fino al 20% e l’indebitamento finanziario netto fino al 20%. In questi mesi, il governo ha esplorato diverse opzioni per tagliare il canone Rai, principalmente a causa delle osservazioni dell’Unione Europea sulla natura irrazionale di questa tassa, che mescola le spese per l’elettricità con il finanziamento della televisione pubblica.

Tra le varie opzioni prese in considerazione, c’era l’idea di includere il pagamento del canone nella dichiarazione dei redditi 730, oppure di collegarlo all’utenza del telefono. Secondo l’Ansa, le risorse derivanti dal canone, basate sui dati del consuntivo del 2022 e sul bilancio correttivo del 2023, ammontano a circa 1,85 miliardi di euro.

La stragrande maggioranza di queste risorse è destinata alla Rai, ad eccezione di una quota di 110 milioni di euro all’anno, denominata “extragettito,” che viene assegnata al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Oltre a queste fonti di finanziamento, la Rai può contare sui ricavi derivanti dalla pubblicità.

Per il Mef la Rai dovrà fare economie ragionevoli

Dall’analisi del budget per il 2023 emerge una leggera flessione delle risorse, scendendo da 640 a 622 milioni di euro. Viale Mazzini ha a lungo lanciato l’allarme riguardo alle risorse, soprattutto considerando l’aumento dell’indebitamento che è passato da 500 a 550 milioni di euro tra il 2021 e il 2022.

La Rai rivendica una parte dell'”extragettito” per far fronte agli obblighi previsti dal contratto di servizio per il prossimo quinquennio, che è ormai in dirittura di arrivo. Nel contesto della manovra, a meno che la normativa elaborata dal governo non subisca modifiche, è previsto che gli investimenti per i media multimediali saranno comunque finanziati dallo Stato.

Il Ministero dell’Economia stima che l’intera operazione legata al canone Rai, che include la riduzione a 70 euro e lo stanziamento compensativo di 1260 milioni di euro distribuiti in tre anni, costringerà la sede centrale della Rai a implementare delle economie, anche se in misura ragionevole. Nel corso del triennio, la televisione pubblica perderebbe complessivamente 60 milioni di euro.

Al di là dei numeri, le opposizioni criticano il governo Meloni, sostenendo che la riduzione del canone Rai sia solo un’apparenza. Stefano Graziano del Partito Democratico (Pd) osserva che i fondi compensativi (i 420 milioni) verranno comunque finanziati attraverso le tasche degli italiani. «Palazzo Chigi», accusa il deputato, «è in confusione».