Il ministero del Turismo al lavoro su un “Piano nazionale del mare”, un piano strategico per promuovere lo sviluppo e la crescita turistica (e non solo) nel nostro Paese, che dalle zone costiere trae ad oggi una delle principali fonti di guadagno.
L’annuncio del ministero del Turismo
“Il Governo Meloni, con l’approvazione del piano Nazionale del mare, colma una lacuna per l’Italia, che sino a oggi non aveva nessuna strategia a lungo termine sulle politiche del mare. Grazie al Cipom – ha dichiarato la ministra del turismo Daniela Santanchè – possiamo valorizzare il nostro mare, che è parte integrante dell’identità italiana e rappresenta non solo uno snodo cruciale per i traffici commerciali, ma anche un asset strategico per il turismo”.
Il Mediterraneo, infatti, risulta essere la prima area turistica in assoluto, con quasi 400 milioni di visitatori, oltre 20 milioni di lavoratori e il 32% degli arrivi internazionali da tutto il mondo (qui i numeri dei posti di lavoro creati grazie al turismo in Italia).
“Il turismo legato al mare – si legge poi in una nota pubblicata sul sito del ministero – non è solo quello nautico o quello delle belle spiagge e degli scogli da cui tuffarsi in acque cristalline, che ha comunque dei buoni numeri, ma è anche un intreccio di tipologie di turismo che ci possono consentire di destagionalizzare e di far vivere il comparto dodici mesi l’anno;, basti pensare al pescaturismo o all’ittiturismo, che al tempo stesso fanno rivivere i meravigliosi borghi marini e che contribuiscono, quindi, in modo importante a collocare la nostra Nazione al terzo posto in Europa per quanto riguarda l’economia blu”.
Cos’è il Piano nazionale del mare 2023
Il Piano del mare, previsto dall’articolo 12 del DL 173 del 2022, è lo strumento di programmazione di cui si dotano governo e parlamento per avviare una politica marittima unitaria e strategica. È stato redatto dopo alcuni mesi di confronti e audizioni, a cura di un apposito comitato di esperti, con i principali attori pubblici e privati che operano nel “sistema mare” e secondo la norma di legge, dovrà essere aggiornato con cadenza triennale.
Il Piano nazionale del mare è stato definito come un piano che ha come obiettivo quello di “programmare e avviare una politica marittima unitaria e strategica, coinvolgendo attori pubblici e privati del sistema mare”. Da qui il focus sul turismo, che si integra in maniera complementare con quanto il piano industriale del Ministero prevede in materia di turismo di mare.
È chiaro che una strategia che punta a far crescere e consolidare questo settore, valorizzando le coste italiane e traendone vantaggio, non può sottovalutare l’impatto che la componente turistica ha in questo senso (qui i numeri sui turisti che arrivano in Italia).
“Questo, per il Governo, non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza, una bussola che ci guiderà nei prossimi anni per far crescere l’Italia, che ha nel mare una delle sue principali risorse. Grazie al collega Musumeci per l’ottimo coordinamento e la straordinaria sintesi fatta dall’Esecutivo e dai dicasteri coinvolti” ha affermato a tal proposito la Santanché.
Intanto, il Piano nazionale del mare verrà trasmesso al governo e al parlamento, per poi approdare in Gazzetta.
Funzioni in materia di coordinamento delle politiche del mare
Come funziona di fatto il Piano nazionale del mare possiamo apprenderlo direttamente consultando l’art. 12 del DL 173 del 2022, che disciplina i compiti del Comitato interministeriale per le politiche del mare, tra i quali rientra appunto l’elaborazione del piano.
È infatti il Comitato interministeriale per le politiche del mare che provvede alla elaborazione e approvazione del Piano del mare, con cadenza triennale, contenente gli indirizzi strategici in materia di:
- tutela e valorizzazione della risorsa mare dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico;
- valorizzazione economica del mare con particolare riferimento all’archeologia subacquea, al turismo, alle iniziative a favore della pesca e dell’acquacoltura e dello sfruttamento delle risorse energetiche;
- sviluppo del sistema portuale e valorizzazione delle vie del mare;
- promozione e coordinamento delle politiche volte al miglioramento della continuità territoriale da e per le isole, al superamento degli svantaggi derivanti dalla condizione insulare e alla valorizzazione delle economie delle isole minori;
- promozione del sistema-mare nazionale a livello internazionale, in coerenza con le linee di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane;
- valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni demaniali marittime per finalità (turistico-ricreative).
Il Piano del mare, approvato dal CIPOM 2023, avendo cadenza triennale, sarà valido fino al 2026, a partire dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.