John Elkann svaluta Repubblica, conti in rosso per Gedi: meno 103 milioni solo nel 2023

John Elkann svaluta Repubblica dopo bilancio e i conti in rosso di Gedi: pesa ancora l’inchiesta Inps

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 16 Agosto 2024 15:51

Il 2023 è stato un anno difficile per Gedi, il gruppo editoriale presieduto da John Elkann. Il quotidiano La Repubblica, storica testata del gruppo, ha visto il suo valore scendere ulteriormente.

I problemi di La Repubblica: svalutazione in corso

La Repubblica si è vista svalutata, con un valore che è sceso a 65,5 milioni di euro. È accaduto a causa di una svalutazione di 24,1 milioni di euro per l’anno in corso.

Non è andata meglio alla ex Finegil, il gruppo di quotidiani locali collegato a Repubblica, il cui valore è crollato a 10,2 milioni di euro dopo una maxi-svalutazione di 46,3 milioni di euro. I dati emergono dal bilancio consolidato 2023 di Gedi, che dipinge un quadro preoccupante per il futuro del gruppo.

Illusione del 2022: la conferma dei dati negativi

Il bilancio 2022 aveva lasciato intravedere un barlume di speranza per Gedi. Dopo anni di perdite, il gruppo diretto da John Elkann era riuscito a chiudere l’anno in utile con 2 milioni di euro, grazie soprattutto agli incassi digitali e a una gestione oculata delle risorse.

La ripresa si è rivelata però un’illusione. Già dal mese di aprile 2024, grazie alla documentazione trasmessa all’autorità di borsa americana, era chiaro che il 2023 avrebbe portato nuove difficoltà. E infatti, il bilancio si è chiuso con una perdita netta di 103 milioni di euro, nonostante la vendita di numerose testate locali che Gedi aveva in portafoglio.

Ricavi in calo e valore delle testate dimezzato

Il calo dei ricavi ha contribuito a peggiorare la situazione economica di Gedi. I ricavi complessivi del gruppo sono scesi da 489 milioni di euro nel 2022 a 480,1 milioni di euro nel 2023.

Analizzando i dati, si osserva che:

  • 183,7 milioni di euro provengono dalle pubblicazioni;
  • 262,7 milioni di euro derivano dalla pubblicità;
  • altri 33,6 milioni di euro rappresentano ricavi diversi.

La vendita di numerose testate locali e la svalutazione di quelle rimaste in portafoglio hanno avuto un impatto significativo sullo stato patrimoniale del gruppo. La voce relativa a “testate e marchi” si è più che dimezzata, passando da 192,3 milioni di euro nel 2022 a 89 milioni di euro nel 2023.

In controtendenza, il settore delle frequenze radiofoniche ha mantenuto stabile il suo valore a 92,7 milioni di euro, confermandosi il comparto più solido del gruppo.

L’inchiesta sui prepensionamenti: parte del problema

Un altro elemento che ha condizionato i conti di Gedi nel 2023 è la vicenda giudiziaria legata ai prepensionamenti dei giornalisti. La procura di Roma aveva ipotizzato una truffa ai danni dell’Inps, mettendo ulteriormente sotto pressione il gruppo.

Nella relazione al bilancio, gli amministratori di Gedi hanno specificato che 22,8 milioni di euro di cassa sono attualmente indisponibili per il gruppo, poiché sottoposti a sequestro o ad altri provvedimenti giudiziari. Inoltre, Gedi ha già dovuto sostenere esborsi per 11,3 milioni di euro nei confronti dell’Inps a causa di questa vicenda.

La situazione con l’Inps ha ulteriormente aggravato la svalutazione di La Repubblica, rendendo ancora più complessa la gestione del gruppo sotto la direzione di John Elkann.