Nuovo record per il buco dell’ozono, mai così grande in 44 anni: è 3 volte il Brasile

Il 16 settembre, le misurazioni dallo Spazio del satellite Copernicus Sentinel-5P mostrano che il buco si è allargato

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 10 Ottobre 2023 14:03

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide, che era precedentemente in fase di restringimento con la prospettiva di chiudersi definitivamente entro qualche decennio, sta ora dimostrando dimensioni sorprendentemente grandi secondo le nuove misurazioni. I dati acquisiti dal satellite Copernicus Sentinel-5P il 16 settembre 2023 indicano un’area con uno strato di ozono ridotto che copre una superficie di 26 milioni di chilometri quadrati. Per mettere questa cifra in prospettiva, equivale a una superficie tre volte più grande del Brasile. Il buco dell’ozono sopra l’Antartide si posiziona al decimo posto tra le estensioni rilevate negli ultimi 44 anni. Il record di estensione massima si è verificato nel 2000, quando il buco dell’ozono copriva un’area di 29,9 milioni di chilometri quadrati.

Cos’è il buco dell’ozono

Il buco dell’ozono è un fenomeno atmosferico che ha catturato l’attenzione del mondo scientifico e dell’opinione pubblica negli ultimi decenni. Il buco dell’ozono è una regione dell’atmosfera terrestre in cui la concentrazione di ozono è drasticamente ridotta rispetto ai livelli normali. Si trova principalmente nella stratosfera, a circa 15-35 chilometri sopra la superficie terrestre. L’ozono è una molecola composta da tre atomi di ossigeno, ed è fondamentale per la vita sulla Terra poiché svolge un ruolo cruciale nel bloccare i dannosi raggi ultravioletti (UV) del sole.

Perché è importante

  1. Protezione dai raggi UV: l’ozono stratosferico agisce come uno scudo protettivo, assorbendo la maggior parte dei raggi UV-C e UV-B nocivi provenienti dal sole. Senza questa protezione, la vita sulla Terra sarebbe esposta a livelli pericolosi di radiazione UV, causando danni alla pelle, al DNA e aumentando il rischio di cancro alla pelle
  2. Impatto sulla fauna e la flora: il buco dell’ozono influisce negativamente sugli ecosistemi terrestri e marini. Piante, alghe marine e organismi terrestri sensibili subiscono danni diretti a causa dell’eccessiva esposizione ai raggi UV, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per la catena alimentare
  3. Conseguenze per la salute umana: l’esposizione prolungata ai raggi UV dovuta al buco dell’ozono può causare problemi di salute umana, tra cui aumento del rischio di melanoma, cataratta e problemi immunitari

Cause del buco dell’ozono

Il principale colpevole nella formazione del buco dell’ozono è rappresentato da sostanze chimiche conosciute come clorofluorocarburi (CFC) e halon. Questi composti sono stati utilizzati ampiamente in passato in prodotti come aerosol, refrigeranti e schiume isolate. Quando rilasciati nell’atmosfera, i CFC e gli halon migrano verso la stratosfera, dove vengono scomposti dalla radiazione solare, rilasciando cloro e bromo. Questi elementi reagiscono con le molecole di ozono, causando la loro distruzione.

Sforzi per la protezione dell’ozono stratosferico

Fortunatamente, la comunità internazionale ha agito prontamente per affrontare il problema del buco dell’ozono. Nel 1987, è stata adottata la Convenzione di Vienna per la Protezione dello Strato di Ozono e il Protocollo di Montreal, che ha imposto restrizioni sull’uso di CFC e altri composti dannosi per l’ozono. Questi accordi internazionali hanno portato a una significativa riduzione delle emissioni di sostanze che danneggiano l’ozono.

Risultati positivi

Grazie agli sforzi globali per ridurre l’uso di CFC e altri composti dannosi, c’è stato un miglioramento nella situazione dell’ozono stratosferico. In alcune regioni del mondo, il buco dell’ozono si è ridotto in dimensioni e ha iniziato a guarire. Tuttavia, nonostante questi progressi, il problema non è stato completamente risolto. Anzi, come detto, dalle ultime misurazioni, la situazione sembra ora essere peggiorata in maniera preoccupante.

Buco dell’ozono 2023: dimensioni record

Antje Inness, una scienziata del Copernicus Atmospheric Monitoring Service (CAMS), ha spiegato che il servizio di monitoraggio e previsione dell’ozono ha rivelato che il buco dell’ozono del 2023 si è formato in modo precoce e si è espanso rapidamente a partire dalla metà di agosto. I dati raccolti dal satellite Copernicus Sentinel-5P indicano che il buco dell’ozono che si trova sopra l’Antartide, quest’anno, è uno dei più grandi mai registrati, raggiungendo una dimensione di 26 milioni di chilometri quadrati il 16 settembre 2023.

L’impatto dell’eruzione vulcanica sull’ozono antartico

Negli anni ’70 e ’80, l’ampia diffusione di sostanze dannose chiamate clorofluorocarburi, presenti in prodotti come i refrigeranti per frigoriferi e le bombolette spray, ha causato danni all’ozono presente nell’alta atmosfera. Questi danni hanno portato alla formazione di un buco nell’ozono sopra l’Antartide.

Le dimensioni di questo buco nell’ozono seguono un ritmo regolare: crescono gradualmente da agosto a ottobre, raggiungendo la massima estensione durante questo periodo, per poi tornare alla normalità entro la fine di dicembre, quando il vortice polare si indebolisce. Tuttavia, quest’anno il buco nell’ozono si è aperto in anticipo, a causa dell’eruzione del vulcano Hunga-Tonga, che è avvenuta tra dicembre 2021 e gennaio 2022. Questa eruzione ha introdotto grandi quantità di vapore acqueo negli strati superiori dell’atmosfera.

Secondo gli esperti, la presenza del vapore acqueo potrebbe aver contribuito al rafforzamento della formazione delle nubi stratosferiche polari, dove i clorofluorocarburi possono accelerare la riduzione dello strato di ozono. Inoltre, la presenza del vapore acqueo potrebbe anche aver contribuito al raffreddamento della stratosfera antartica, migliorando ulteriormente la formazione di queste zone stratosferiche polari e portando a un vortice polare più robusto.