Chiara Scotti e le donne in finanza: conquistati gli spazi per essere mamma

La lotta portata avanti dalla famosa economista per evidenziare e superare gli ostacoli delle donne nel mondo del lavoro

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Chiara Scotti è una esperta di politica monetaria, macro-economia empirica, finanza e comunicazione delle banche centrali. Incaricata del ruolo di vicedirettrice della Banca d’Italia e, al tempo stesso, portatrice di un messaggio molto importante.

Ha infatti gettato luce su quanta fatica facciano le donne a districarsi nel mondo della finanza, soprattutto se si mira ai vertici del settore. Il suo è un esempio eccellente, che non vorrebbe restasse isolato.

Donne in finanza: la gestione della famiglia

Quando si parla di donne nel mondo del lavoro ci si ritrova quasi sempre a parlare di famiglia. Tanti gli imprenditori spaventati all’idea che di colpo un’impiegata possa “sparire”, in seguito a una gravidanza.

Un intreccio di elementi, tra assenza politica, impostazione patriarcale societaria e cultura retrograda, contribuisce a rendere la vita impossibile alle donne, in certi ambiti più che in altri. Un esempio chiave è quello della finanza, dove Chiara Scotti si è fatta largo tra una miriade di uomini, pregiudizi e ostacoli.

Quando prende parte a dei convegni, tenta sempre di portare con sé suo marito e le sue figlie. Si tratta di un esempio importante che tenta di dare a tutti, uomini e donne. Conciliare famiglia e lavoro è possibile, anche agli altissimi livelli in cui si muove lei.

Ha lavorato per ben 20 anni presso la Federal Reserve Bank of Dallas, dove ha ricoperto i ruoli di Senior Vice President e Research Director. In tutto questo tempo ha portato avanti questa causa. In passato ha spiegato come nel campo della finanza il numero delle donne sia sempre di molto inferiore a quello degli uomini.

Ben presto si è resa conto delle difficoltà a cui le donne andavano incontro. Se agli inizi non hai la possibilità di farci nulla, la questione cambia col tempo. Devi però volerlo. “Durante la carriera sono riuscita a ritagliarmi degli spazi per la mia famiglia. Ho avuto la mia prima figlia durante il dottorato. Molti professori erano scettici. Mi ha però aiutato a stabilire le mie priorità, diventando molto efficiente nel mio lavoro”.

Il suo esempio è ancora più edificante, se si tiene conto che al tempo in cui è entrata nella Fed, la maternità pagata non esisteva. Si è dovuta prendere tre mesi prima di ricominciare. Si è ritagliata i suoi spazi, lottando, mostrando quanto valesse e come avere una famiglia non rappresenti un peso per una donna, bensì una forza.

Riuscire a restare a certi livelli e imporre dei limiti, però, al fine di restare con i propri cari, non è stato semplice: “Mi sono sempre imposta d’essere a casa per le 17.30/18, così da passare del tempo in famiglia. Continuavo poi a lavorare alla sera. In Fed interessa ciò che produci, non l’input di ore che ci metti”.

Economia femminista

Il suo esempio riporta alla mente il concetto di economia femminista. L’insieme di teorie che mirano, attraverso la messa in pratica, a modificare il sistema economico e societario attuale. Ciò passa anche attraverso una presa di coscienza degli uomini, che tacciono i propri dolori e pretendono un livello di cura casalinga della propria persona impensabile.

Ecco da dove nasce il concetto di donna barricata in casa, costretta a non sognare altro che una famiglia felice dei suoi servigi. Chiara Scotti ha dunque parlato dell’importante della collaborazione di suo marito: “Dev’essere assimilata l’idea che anche l’uomo debba aiutare nella cura dei figli. Questo non solo facilita la donna nel conciliare famiglia e lavoro, ma permette al padre di creare un legame con i figli e responsabilizzarsi”.

La strada è ancora lunga, anche se la pandemia ha portato una maggiore flessibilità di pensiero. Questo è almeno il parere della vicedirettrice della Banca d’Italia. La strada è però ancora lunga, anche se poter alzare lo sguardo e leggere di esempi del genere dà una speranza enorme.