Divorzio, Guardia di Finanza chiamata a fare accertamenti patrimoniali sui coniugi

Il Tribunale di Milano ha demandato alla Guardia di Finanza la facoltà di compiere accertamenti patrimoniali sulle banche dati riservate. Sarà impossibile mentire sull'entità dei propri beni o occultare risorse al coniuge

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 30 Giugno 2024 15:00

Il Tribunale di Milano avrà presto un’arma in più nell’ambito degli accertamenti che possono essere effettuati durante le cause di separazione e divorzio: un ufficiale della Guardia di Finanza entrerà in servizio per coadiuvare giudici e parti, smascherando quindi quasi in tempo reale quei furbetti che rendono false dichiarazioni al fine di pagare meno sul mantenimento. La sinergia nasce grazie a un protocollo d’intesa fra le toghe e le fiamme gialle. Al momento tale collaborazione viene messa in atto solo nel capoluogo meneghino, tuttavia ormai il totem è stato infranto e il precedente è stato creato: è dunque possibile che anche altri tribunali italiani seguano l’esempio di quello milanese.

Indagini della Guardia di Finanza in caso di divorzio

L’ufficiale della Guardia di Finanza che entrerà in servizio permanente per coadiuvare le indagini del Tribunale di Milano potrà compiere accertamenti patrimoniali accedendo anche alle banche dati riservate, cosa prima impossibile per avvocati e giudici. Un’arma in più per le toghe e una virata in direzione della trasparenza. Sarà dunque più difficile, se non impossibile, mentire in merito all’entità del proprio patrimonio, occultare capitali e beni o trasferire somme di denaro o opere d’arte all’estero.

L’iniziativa è stata promossa dal Corpo in tandem con il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia. Una nota spiega che si consolida così “la sinergica collaborazione istituzionale tra l’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza”. L’ufficiale della Guardia di Finanza “collaborerà direttamente con i giudici nell’esecuzione degli accertamenti attraverso l’acquisizione di atti di polizia giudiziaria e l’elaborazione delle risultanze emerse dalle interrogazioni alle banche dati in uso al Corpo”.

Questa collaborazione “non solo consentirà di assicurare una risposta giudiziaria maggiormente efficace, ma anche di valorizzare gli esiti degli accertamenti eseguiti in fase istruttoria da parte dei giudici nell’ambito delle attività di polizia economico-finanziaria di più ampio respiro svolte dalla Guardia di Finanza anche attraverso verifiche delle consistenze patrimoniali detenute illecitamente”.

I controlli fiscali sul divorzio sono già più stringenti in seguito alla riforma Cartabia. Riforma che ha dato, fra le altre cose, maggiore peso al parere dei figli che in taluni casi può diventare dirimente. Un’altra recente riforma su questo fronte è quella del divorzio veloce.

Quanti sono i divorzi in Italia

Gli ultimi dati Istat disponibili sono riferiti all’anno 2022. Nel 2022 sono stati celebrati 189.140 matrimoni (dieci anni prima erano stati 207.138).

Le nozze in Italia sono sempre più internazionali: nell’anno considerato i matrimoni in cui entrambi i coniugi erano italiani sono stati 159.566 (dieci anni prima erano stati 176.414).

Rispetto a dieci anni prima le separazioni sono cresciute di poco: 89.907 contro 88.288.

I divorzi invece, in dieci anni, hanno fatto un balzo in avanti non di poco conto: 82.596 contro i 51.319 del 2012.

Che altro cambia al Tribunale di Milano

Oltre alla nuova intesa con la Guardia di Finanza, il Tribunale di Milano ha introdotto anche un’altra novità. Novità che si ripercuote anche, e forse soprattutto, sulle cause di separazione e divorzio che sono talvolta piuttosto concitate. La presidente della nona sezione, Anna Cattaneo, e l’avvocata Giulia Sapi hanno siglato un regolamento sullo svolgimento delle udienze. Il regolamento prevede l’obbligo di evitare ogni possibile discussione, interruzione e insulto fra le parti in sede di dibattimento. Introdotte anche nuove e più stringenti regole per il dress code al fine di garantire un abbigliamento decoroso.