Telefonia, stop agli aumenti automatici: le nuove regole Agcom

Telefonia, l'Agcom ha bloccato gli aumenti legati all'inflazione decisi dai gestori telefonici: cosa cambia per i vecchi e nuovi contratti

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Stop ai rincari di massa della telefonia legati all’inflazione. Dopo mesi di sollecitazioni da parte delle associazioni dei consumatori, l’Agcom ha deliberato il blocco degli aumenti legati all’inflazione decisi dai gestori telefonici dopo la reintroduzione della fatturazione mensile. Aumenti che sarebbero arrivati in automatico per cellulare e Internet a casa a partire dal 2024, di pari passo con l’inflazione.

Telefonia, cosa cambia

Con la delibera dell’Autorità garante delle comunicazioni, cambiano le regole in materia di contratti tra operatori telefonici e utenti finali. In particolare, viene sancito lo stop ai rincari di massa delle tariffe telefoniche in base all’inflazione, che gli operatori telefonici stavano cominciando a prospettare a tutti gli utenti.

Di fatto, l’Agcom ha stabilito dei criteri che limitano la possibilità degli operatori di imporre gli aumenti in modo libero e massivo. Con una distinzione tra vecchi e nuovi contratti.

Aumenti tariffe telefoniche, cosa succede con i vecchi contratti

Per i vecchi rapporti, non basta una semplice comunicazione per far scattare gli aumenti, come era previsto nel piano originale delle compagnie: essendo una modifica contrattuale, serve un’esplicita accettazione dell’utente in forma scritta, che può anche essere rifiutata.

Aumenti tariffe telefoniche, cosa succede con i nuovi contratti

Al contrario, gli operatori potranno inserire la clausola relativa all’aumento delle tariffe indicizzato all’inflazione nei nuovi contratti. In questo caso, Agcom ha previsto una tutela per gli utenti finali: le tariffe possono cambiare solo in misura corrispondente alla variazione dell’indice annuale dei prezzi al consumo. Di conseguenza, se l’inflazione scende, scendono anche le tariffe.

Agcom invita alla trasparenza

Agcom ha sottolineato le necessità della massima trasparenza, invitando gli operatori a informare gli utenti un mese prima della variazione, via lettera, e-mail o direttamente sulla fattura.
Gli operatori dovranno inoltre pubblicare sul sito  la variazione del canone, ma in questo caso due mesi prima dell’entrata in vigore delle nuove tariffe.
Viene richiesta la massima trasparenza sulle clausole di indicizzazione anche al momento della sottoscrizione del contratto, che devono essere ben evidenziate.

Le nuove regole di applicazione

L’applicazione dell’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo non può avvenire prima di 12 mesi dall’adesione contrattuale. La durata massima dei contratti non deve superare 24 mesi e sono previsti interventi a tutela della parte debole sulla proroga dei contratti, la rateizzazione di servizi e apparecchiature terminali, sulla modifica delle condizioni contrattuali (ius variandi), sui diritti degli utenti in caso di discrepanza delle prestazioni rispetto a quanto promesso nel contratto, sul diritto di recesso, sulla cessazione del rapporto contrattuale; riguardo alle informazioni contrattuali sulle procedure di migrazione e la portabilità del numero.

Gli operatori, nelle offerte, dovranno indicare tempi precisi di attivazione dei servizi; nei contratti dovranno riportare gli indennizzi a cui gli utenti hanno diritto in caso di disservizi compresi i ritardi o abusi relativi al cambio operatore e portabilità del numero e i casi in cui i tecnici dell’operatore non si presentino all’appuntamento preso con l’utente.