Nuovo blitz della GdF contro il “pezzotto”: utenti in corso di identificazione, multe in arrivo

Sventata centrale di trasmissione abusiva dei canali della piattaforma SKY: nuovo blitz della Guardia di Finanza contro il sistema del “pezzotto” abusivo

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Nuovo blitz della Guardia di Finanza contro il sistema del “pezzotto”: sventata centrale di trasmissione abusiva dei canali della piattaforma SKY.

A seguito di numerosi servizi di osservazione e controllo, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale Barletta hanno individuato un locale sito a Canosa di Puglia ove erano installati 5 computer ad alte prestazioni, 33 decoder e 12 encoder, un componente elettronico digitale per fa codificazione del segnale criptato.

Sventata centrale abusiva: il blitz GdF contro il “pezzotto”

I finanzieri del Gruppo di Barletta nell’ambito di un’attività d’iniziativa dedita al contrasto della pirateria televisiva, a seguito di una capillare attività infoinvestigativa, hanno scoperto una centrale di trasmissione abusiva dei canali della piattaforma SKY.

La strumentazione individuata, funzionante ed operativa al momento dell’accesso dei Finanzieri, serviva a trasmettere illecitamente i contenuti della pay tv a migliaia di utenti, in corso di identificazione.

Il gestore della centrale abusiva è stato denunciato a piede libero per la violazione alla normativa sul diritto d’autore, le cui pene sono state ulteriormente inasprite dalla Legge 93/2023, sia per chi trasmette illegalmente i contenuti protetti da copyright, che, per chi “sfrutta” i contenuti illecitamente trasmessi. Grazie all’analisi dei materiali sequestrati sarà possibile individuare i nominativi degli utenti finali e valutare eventuali procedimenti a loro carico.

Cosa rischiano gli utenti

Le investigazioni eseguite dalla Guardia di Finanza mirano a contrastare le multiformi tipologie di pirateria, compreso il sistema del cd. “pezzotto”, che si inquadrano nella violazione dei diritti di proprietà intellettuale e costituiscono inoltre un’attività illecita estremamente lucrativa per le organizzazioni criminali, generando al contempo notevoli danni all’economia legale, per la distorsione della concorrenza e per la cospicua evasione fiscale per via del diffuso traffico illecito. Ma, posto che il responsabile della centrale abusiva di trasmissione dovrà rispondere delle accuse in tribunale, per cui andrà incontro a relativo giudizio, cosa rischiano gli utenti che di questo sistema ne usufruiscono?

La disciplina di riferimento, al riguardo, è la Legge 93/2023, approvata il 14 luglio 2023, contenente “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica”. Si tratta della cd. “Legge anti pezzotto”, che all’art. 5, rubricato sanzioni amministrative, stabilisce che: “Se l’inottemperanza riguarda ordini impartiti dall’Autorità nell’esercizio delle sue funzioni di tutela del diritto d’autore e dei diritti connessi, si applica a ciascun soggetto interessato una sanzione amministrativa pecuniaria” che va da 10 mila euro fino al 2% del fatturato realizzato anteriormente alla notifica della contestazione.

Inoltre, la legge ha riconosciuto all’AGCOM la possibilità di intervenire e oscurare in 30 minuti siti e canali che trasmettono illegalmente i contenuti coperti da copyright, su segnalazione delle parti lese, con conseguenti sanzioni che interessano sia chi trasmette illegalmente i contenuti sia chi ne fruisce, ovvero gli utenti. Nello specifico, i primi rischiano fino a 3 anni di carcere, mentre i secondi fino a 5000 euro di multa.

Va detto che, nell’ambito di questi azioni investigative, essere scoperti come utenti che usufruiscono del servizio non è così difficile. Basta infatti risalire all’indirizzo Ip e le carte di credito utilizzate come mezzo di pagamento, tutti dati facilmente verificabili e accessibili grazie al nuovo sistema IPTV e alle indagini condotte dal Nucleo Speciale Tutela della Privacy e Frode Tecnologica.