Al termine di una campagna elettorale che ha visto le due coalizioni politiche del nostro Paese dividersi sulla presentazione dei candidati in diverse città da Nord a Sud, nella giornata di domani (domenica 12 giugno 2022), dalle ore 7 alle 23, quasi 9 milioni di italiani saranno chiamati a recarsi alle urne per rinnovare la carica di sindaco del proprio comune (con relativa giunta), assieme ai componenti del consiglio comunale.
Elezioni amministrative 2022, le diatribe tra i partiti e le incertezze sulle alleanze
I partiti di centrodestra si presentano divisi in diversi capoluoghi, tra cui Genova, Palermo, Verona e Parma, a causa delle frizioni continue tra i leader in campo: mentre Giorgia Meloni (visti i numeri sempre più in crescita nei sondaggi) pare essere già proiettata alle politiche del prossimo anno, Matteo Salvini ha compiuto il suo classico tour per marcare il territorio, forte di un radicamento ormai consolidato grazie ai moltissimi circoli di partito presenti in ogni regione.
Dall’altra parte, il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle hanno faticato a trovare un accordo in diverse realtà chiamate al voto: la causa va ricercata nelle continue diatribe a livello nazionale tra Enrico Letta e Giuseppe Conte, con quest’ultimo che sta portando avanti una vera e propria battaglia sull’invio di armi all’Ucraina da parte del governo di Mario Draghi.
Viterbo, la campagna elettorale che nessuno poteva immaginare
Tra elettori dubbiosi sulle modalità di accesso alle strutture in tempo di pandemia (soprattutto per chi ha contratto il Covid nell’ultimo periodo) e candidati depennati ancora prima del via per illeciti giudiziari di assoluta gravità, c’è però un caso davvero particolare che sta tenendo banco sulle pagine dei giornali locali e sui siti delle agenzie di stampa: si tratta della sfida per la poltrona di primo cittadino di Viterbo, feudo del centrodestra nel Lazio, dove da circa 6 mesi il commissario prefettizio Antonella Scolamiero sta accompagnando la macchina comunale al termine della legislatura dopo le dimissioni forzate dell’ex sindaco Giovanni Arena, eletto nel 2018 con Forza Italia.
Qui c’è un nuovo aspirante sindaco che ha impostato la propria campagna elettorale puntando su uno slogan che in pochi si sarebbero potuti immaginare: il ritorno alla Lira.
Il ritorno alla Lira: l’idea di Viterbo
A lanciare l’idea è stato Marco Cadorna, candidato sindaco per Italexit (il movimento fondato dal giornalista e senatore Gianluigi Paragone), che nel suo programma elettorale ha inserito l’introduzione di una moneta complementare locale destinate ad affiancare l’Euro. Il suo sogno sarebbe quello di chiamarla Lira, proprio come lo storico conio italiano rimasto in auge fino all’introduzione della moneta unica europea nel 2002.
Stando a quanto dichiarato da Cadorna in questi mesi di campagna elettorale, l’eventuale valuta complementare di Viterbo avrebbe un rapporto di 1:1 con l’Euro e il Comune potrebbe emetterla anche in formato elettronico. Alla base di questa proposta – come spiegato dallo stesso candidato in un’intervista a Repubblica) ci sarebbe la volontà di sgravare i commercianti e tutti i cittadini in difficoltà attraverso una moneta che “non sarà spendibile ma utilizzabile nell’economia circolare in tutti gli esercizi di prossimità che entreranno a far parte del circuito”.