Allarme sanità, mancano i professionisti: i numeri dell’emergenza

La mancanza di infermieri, fisioterapisti e ostetrici non riguarda solo il Sistema Sanitario Nazionale, ma anche i corsi nelle Università. E la situazione potrebbe anche peggiorare

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Dopo il boom di nuovi professionisti nel periodo finale e immediatamente successivo alla pandemia Covid, la sanità italiana è finita nel vortice di una crisi economica e di personale senza precedenti nel Nuovo Millennio (ne avevamo parlato anche qui).

Il Sistema Sanitario Nazionale è a corto di figure di corsia, ma non solo: anche nelle Università l’appeal di Scienze Infermieristiche è calato a livelli inediti, con domande di accesso ridotte ai minimi termini. Ecco tutti i dati dell’emergenza.

La crisi e la fuga degli infermieri

Anni di interesse crescente spazzati via in qualche mese: è questo il quadro disegnato da Angelantonio Mastrillo, segretario della Conferenza dei Corsi di laurea delle Professioni Sanitarie. Gli ospedali e le cliniche d’Italia avrebbero bisogno di molti più infermieri, proprio nel momento in cui i bandi garantiscono molti più posti disponibili rispetto al passato. Di colpo la professione non sembra più attrarre i giovani che si affacciano alla vita universitaria e lavorativa.

Prendendo in esame i dati sugli iscritti alle prove d’accesso universitarie per l’anno accademico 2023-2024, si osserva che in alcuni atenei i Corsi di laurea non raggiungono nemmeno il numero di posti a bando. La riduzione media è del 10% rispetto allo scorso anno accademico, così differenziato per macroaree geografiche: -12,6% al Nord, -15% al Centro e -5,7% al Sud. La sanità al collasso (come abbiamo spiegato qui) avrebbe esigenza urgente di ben 65mila infermieri. A comunicare la stima è la Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), avvisando che “senza infermieri, il nostro Paese non avrà più un Servizio sanitario nazionale degno di questo nome”.

La conferma arriva anche dalla Corte dei Conti che, oltre a segnalare 65mila posti vacanti e necessari, calcola che in base agli obiettivi enunciati nel PNRR occorrerebbero almeno altri 20mila professionisti per rispondere alle esigenze di infermieri di famiglia e di comunità. Si prevede inoltre che i 10mila pensionamenti annui raddoppieranno dal 2029 e che la crisi italiana sia alimentata anche dal fatto che quasi 30mila infermieri nostrani si sono trasferiti all’estero. E la “fuga” non sembra volersi arrestare, visto che ne perdiamo oltre 3mila all’anno.

Qui trovate la classifica dei migliori ospedali d’Italia nel 2023.

Il crollo degli iscritti nelle Università

Come riporta Skuola.net, nelle Università statali si è passati dalle 67.704 aspiranti matricole di un anno fa alle attuali 61.783, per un calo dell’8,7%. Considerando anche i sette atenei privati inclusi nell’elenco dei 22 Corsi considerati, la quota sale a 66.574, in ogni caso molto inferiore alle 72.736 iscrizioni registrate nell’anno accademico 2022-2023. Per vari motivi, le professioni sanitarie non sono più considerate tra i percorsi più efficaci per la ricerca di un’occupazione stabile e coerente col titolo post-diploma.

Ad accusare gli effetti di questa crisi sono anche i Corsi di laurea di Fisioterapia e Ostetricia, con quest’ultimo ambito che vede un crollo di addirittura il 20% degli iscritti. Si passa dalle 6.354 candidature della precedente tornata accademica alle 5.059 attuali (-20,4%), a fronte di 1.098 posti disponibili. Nel caso dei test per i Corsi di laurea in Infermieristica, si registra il 10,5% di domande in meno rispetto allo scorso anno (da 25.539 a 22.870, con 19.860 posti a disposizione). Fisioterapia vede invece un calo delle iscrizioni dalle 20.013 dello scorso anno alle 18.572 attuali (-7,2%), a fronte di 2.694 posti.