Censura Rai, l’Ad Roberto Sergio sotto scorta dopo le minacce

Il comunicato di Roberto Sergio ha scatenato durissime proteste in strada e sui social: il Viminale ha assegnato la scorta

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Non si placa il caso censura in Rai, anzi. Giorno dopo giorno la situazione sembra farsi più pesante. Le parole di Ghali sul palco del Festival di Sanremo (“stop al genocidio”) hanno scatenato l’ira dell’ambasciatore israeliano a Roma.

Una frase ripetuta anche a Domenica In, in versione speciale dall’Ariston. Qualcosa che ha messo in difficoltà la conduttrice Mara Venier. Quest’ultima ha infatti appoggiato il pensiero del cantante, per poi tentare di regolare le esternazioni di Dargen D’Amico successive. Lei nega con forza le accuse di censura, parlando di assenza dei necessari tempi per trattare in maniera ampia dei temi delicati e complessi.

La tempesta vera e propria, però, si è scatenata dopo la lettura, da parte della presentatrice, del comunicato stampa redatto in breve tempo dall’Ad Rai Roberto Sergio. In poche parole questi pare abbia voluto prendere le distanze dal pensiero di Ghali. Ha infatti rimarcato la vicinanza a Israele e al popolo ebraico. Oggi l’amministratore delegato è stato posto sotto scorta.

Minacce a Roberto Sergio

Il Viminale ha preso in maniera decisamente seria la mobilitazione social contro l’Ad Rai Roberto Sergio, assegnandogli la scorta. Il suo comunicato è stato letto sia da Mara Venier a Domenica In che nell’edizione seguente del Tg1. Parole che l’amministratore delegato ha dunque voluto ribadire con forza.

Innegabile l’impatto su parte dei cittadini, che sui social (e non solo) hanno criticato l’atteggiamento della Rai, a loro dire problematico.

“Si era parlato di genocidio e io ho aggiunto il pensiero per i giovani trucidati il 7 ottobre e per i bambini, donne e uomini barbaramente uccisi nei kibbutz e per gli ostaggi”. Ecco le parole di Sergio, che ha ricevuto minacce per le quali è giunta una prima informativa delle forze dell’ordine, inviata in procura a Roma.

I pm della capitale, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, avranno il compito di passare in rassegna i carteggi, al fine di valutare eventuali ipotesi di reato. Se ciò dovesse essere, ci sarà l’apertura di un fascicolo di indagine.

Intanto le parole di Roberto Sergio sembrano aver ottenuto l’effetto desiderato. L’ambasciatore israeliano Bar ha infatti definito il comunicato una “dichiarazione importante”. Ai reporter ha spiegato d’aver molto apprezzato il gesto solidale, augurandosi di riceverne molta di più.

Tensioni in tutta Italia

Cresce intanto la tensione, come i fatti di Napoli ben evidenziano. Dieci feriti lievi (cinque per parte) nel corso del presidio indetto dalla Rete sociale per la Palestina di Napoli. Il tutto all’esterno della sede Rai del capoluogo campano, dove le forze dell’ordine sono intervenute con durezza dopo il tentativo di alcuni manifestanti di affiggere uno striscione ai cancelli Rai.

Gli agenti, in assetto antisommossa, hanno reagito anche a colpi di manganello. Virale la foto di Mimì Ercolano, sindacalista del Si-Cobas 45enne, ferita alla testa e immortalata con il volto coperto di sangue: “Eravamo armati solo di bandiere, ma siamo stati manganellati. Una reazione violenta e spropositata, che la dice lunga sul nuovo stile delle questure verso le manifestazioni di piazza”.

Annunciate manifestazioni nei prossimi giorni anche in altre città. Come se non bastasse, si registra un evidente malcontento anche all’interno della stessa azienda. Marinella Soldi, presidente della Rai, ha infatti espresso il proprio disappunto per i contenuti e il metodo del comunicato dell’Ad.