La Perla è salva, investitore rilancia marchio: 40 nuove assunzioni

Il marchio simbolo dell’intimo italiano riparte da Bologna con un nuovo progetto industriale: tutelati lavoratori e sito produttivo, con un piano per il rilancio del Made in Italy

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 27 Maggio 2025 12:15

La Perla non chiude. Lo storico marchio della lingerie Made in Italy sarà rilanciato da un nuovo investitore, che si è impegnato a tutelare marchio, produzione e lavoratori. L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del tavolo istituzionale convocato nello stabilimento di Bologna. Il piano industriale prevede anche nuove assunzioni, oltre al reintegro dei 210 dipendenti coinvolti nella crisi.

La svolta arriva dopo anni di incertezza, tra passaggi di proprietà e continui ricorsi alla cassa integrazione. Ora, però, il gruppo sembra pronto a ripartire: “È la vittoria del Made in Italy, della resilienza di chi non ha mai mollato”, ha dichiarato Urso, parlando di un salvataggio che va oltre il simbolico e che si tradurrà in investimenti sul sito produttivo e nell’ampliamento dell’organico.

Salvato simbolo del Made in Italy

“La Perla è salva!, ha detto il ministro Urso, annunciando l’accordo con l’investitore che rileverà lo storico marchio italiano. Il piano prevede la salvaguardia del sito produttivo di Bologna, la riassunzione di tutti i dipendenti coinvolti nella crisi e l’assunzione di 40 nuove unità. Si tratta, secondo il ministro, di “una delle crisi più emblematiche del settore moda”, gestita per la prima volta su più fronti giuridici in diversi Paesi.

“Siamo pronti ad assegnare La Perla a un soggetto unitario che ha manifestato il proprio interesse per marchio, sito produttivo e lavoratori, presentando un progetto industriale concreto”, ha aggiunto Urso. Un annuncio accolto con entusiasmo dalle lavoratrici e dai lavoratori presenti nello stabilimento, protagonisti negli ultimi anni di una lunga e dura battaglia sindacale.

La crisi iniziata del 2008: tra cessioni e cassa integrazione

Fondata negli anni Cinquanta dalla sarta Ada Masotti, La Perla è stata per decenni uno dei nomi simbolo dell’intimo di lusso nel mondo. Il declino è iniziato nel 2008, con la vendita del marchio da parte della famiglia fondatrice e una lunga serie di passaggi di proprietà che non hanno portato a un rilancio stabile.

Tra cessioni a fondi internazionali e piani industriali mai decollati, il marchio ha attraversato una crisi profonda, fatta di incertezze, cassa integrazione e licenziamenti. L’ultimo tentativo fallito risale al 2018, quando l’anglo-olandese Tennor acquisì il marchio senza riuscire a invertire la rotta. Da allora, è stato il personale a portare avanti la battaglia, tra appelli pubblici e tavoli istituzionali. Poi l’interesse di un soggetto unitario e l’avvio del tavolo per la rinascita del brand.

Il piano di rilancio

L’investitore che rileverà La Perla ha presentato un piano industriale che punta a riattivare progressivamente il sito produttivo di via Mattei, a Bologna, confermandolo come cuore manifatturiero del marchio. Il progetto prevede:

  • il reintegro dei 210 lavoratori;
  • l’assunzione di ulteriori 40 persone:
  • un totale di 250 addetti coinvolti.

Secondo il ministro Urso, si tratta di una scelta che va oltre il valore simbolico e “riflette una strategia chiara di valorizzazione del Made in Italy come tratto identitario del brand”. Il rilancio passerà quindi da Bologna, città dove tutto è cominciato.