L’Italia guarda con grande interesse all’intelligenza artificiale e al suo sviluppo. Lo ha precisato la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio durante il convegno L’Intelligenza artificiale per l’Italia.
Deve esiste una via italiana, ha annunciato, al fine di costruire una strada verso un futuro che è già qui, e che necessita di ricerca e sperimentazione. Chi si aspettava un approccio più conservatore e restio, resterà deluso. La destra italiana vede nell’IA un’opportunità, anche se di certo nel prossimo futuro sarà necessario discutere di tutele per i lavoratori in svariati settori.
IA, il progetto italiano
“Siamo convinti che debba esistere una via italiana allo sviluppo dell’intelligenza artificiale”, spiega Giorgia Meloni, che intende garantire i fondi per la ricerca ad alcune delle realtà produttive nostrane che già esistono, dice, ma che necessitano d’esser valorizzate per divenire più competitive.
L’economia del domani sta gettando le sue radici e l’Italia non intende perdere questo treno. Nel nuovo ordine economico globale non si può ritenere di restare ancorati a metodi precedenti, ormai datati. L’economia del Paese avrà sempre una base ben delineata sul fronte dell’export ma, al tempo stesso, occorre divenire più competitivi in altri campi. Si pensi ad esempio al Centro Spaziale del Fucino, scelto come centro di controllo per la costellazione Iris 2.
Un obiettivo ambizioso, che necessita dell’intero Sistema Italia. La premier ha ringraziato pubblicamente Cassa depositi e prestiti e Cdp Venture Capital. Ciò perché “il loro impegno consentirà di investire un miliardo di euro sull’IA, sia creando un nuovo fondo di investimento specializzato sull’intelligenza artificiale, sia usando fondi di investimento già attivi che coinvolgano questa tecnologia”.
Nuove norme sull’intelligenza artificiale
Giorgia Meloni è consapevole che tale cifra non possa bastare per essere competitivi in questo campo. Si tratta infatti di un primo passo che mira ad attirare nuovi investimenti. L’Italia ha lanciato un chiaro segnale su scala internazionale. Nel mondo dell’IA ci sarà spazio anche per la nostra bandiera.
L’esecutivo è al lavoro per un provvedimento di legge. Quest’ultimo mirerà a stabilire dei principi cardine. Di fatto una normativa tutta italiana, che la premier promette sarà complementare al regolamento europeo, attualmente in via di approvazione.
Il tutto per scovare delle misure adatte a stimolare il tessuto produttivo nostrano. Un modo per intervenire in maniera specifica, senza dover adattare sul territorio unicamente dei parametri validi per quasi tutto il vecchio continente.
“Stiamo lavorando per individuare l’organismo più idoneo a svolgere il ruolo di autorità competente sull’uso delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale”.
Quando si parla di regole e tecnologia nel campo dell’IA, si fa riferimento soprattutto a un approccio necessariamente etico. Qualcosa che l’Ue sta valutando con attenzione, ma che l’Italia svilupperà a proprio modo. Non è da escludere, dunque, un insieme di norme più stringenti, al fine di “mettere al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni. Questa è la bussola che ha orientato e continuerà a orientare il nostro lavoro a ogni livello”.