Berlusconi: dalla tv alla politica, parabola discendente dell’uomo che ha cambiato l’Italia

Silvio Berlusconi è morto lunedì 12 giugno 2023 all’ospedale San Raffaele di Milano. Ecco chi è stato, nella vita e nella politica

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 12 Giugno 2023 10:42Aggiornato: 27 Dicembre 2023 09:26

Silvio Berlusconi è morto oggi lunedì 12 giugno 2023 all’ospedale San Raffaele di Milano. Il leader di Forza Italia aveva 86 anni. Berlusconi era tornato al San Raffaele lo scorso venerdì, dopo un lungo ricovero durato 45 giorni, per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. I valori continuavano a non rientrare nella norma, fino al precipitare della situazione. A suo capezzale la famiglia, la compagna e quasi moglie Marta Fascina, il fratello Paolo, i figli Piersilvio e Marina.

Era nato a Milano il 29 settembre del 1936 e presto si era fatto notare per le sue abilità da affabulatore. Istrionico, impenitente dongiovanni, populista dentro e fuori, showman in eterna posa sorridente dal narcisismo imperante, capace di parlare alla gente, e pure ossessivo e maniacale, nel 1977 aveva ricevuto dall’ordine al merito del lavoro il titolo di Cavaliere, che gli verrà tolto solo nel 2014 a seguito di una condanna penale.

Berlusconi: il patrimonio

Impossibile pensare, ora, alla storia italiana senza di lui. Partito dal nulla come impresario edile, avventuriero della comunicazione con la creazione della tv commerciale – prima Fininvest nel 1975 e poi Mediaset nel 1993 – presidente del Milan e poi del Monza (ecco quanto ha speso per il calcio in tutta la sua carriera), perennemente a processo, la sua è stata una parabola politica unica.

Secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato in circa 6,9 miliardi di euro, Berlusconi è stato il 6° uomo più ricco d’Italia e il 352º più ricco del mondo. Nel 2009, sempre Forbes l’ha inserito in posizione numero 12 nella sua lista delle persone più potenti del mondo per il ruolo assunto nella politica italiana.

Ben il 62% del suo immenso patrimonio arriva dalle casse della Fininvest, in quanto socio di maggioranza relativa del gruppo televisivo quotato MediaForEurope (MFE), la ex Mediaset. MFE oggi in Italia è editore di tre reti – Canale 5, Italia 1 e Retequattro -, in Spagna controlla Telecinco e Cuatro, mentre in Germania è il primo azionista del polo televisivo ProSiebenSat.1.

Tuttavia, la sua ultima dichiarazione dei redditi è scesa parecchio negli ultimi anni. Guardando alla politica di casa nostra, l’ultimo imponibile lordo riferibile a lui indica una cifra di poco inferiore ai 18 milioni di euro, cifra che lo stacca ampiamente il secondo classificato, il “nemico” di sempre Matteo Renzi, che si ferma a 2 milioni e mezzo di euro.

Berlusconi: la politica

La sua celebre discesa in campo “a reti unificate” nel 1994 con la fondazione di Forza Italia cambia per sempre la storia del nostro Paese. Un partito di centrodestra – nel 2008 confluirà ne Il Popolo della Libertà per poi essere rifondato nel 2013 – che rappresenta un unicum della politica del Belpaese.

Il Berlusconismo entra dritto nelle case degli italiani, così come fuori, intanto, monta il suo contrario, l’opposizione di tutti coloro che si indignano di fronte a Berlusconi, denunciando gli innumerevoli conflitti di interessi, le leggi ad personam, il tentativo perenne, muscolare e sfacciato, di insinuarsi nei gangli della vita pubblica per interesse personale.

Eletto alla Camera nel 1994, è stato confermato nelle successive quattro legislature. Nel 2013 è stato eletto per la prima volta senatore. Quattro volte premier, dicevamo: la prima nella XII legislatura (1994-1995), seconda e terza consecutive nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 ha vinto nel collegio uninominale di Monza, tornando al Senato dopo 9 anni di assenza.

Berlusconi è stato il premier più longevo di tutti. Il suo governo è stato il più lungo della storia repubblicana: 1.412 giorni. Lui, ben 3.339 giorni li ha passati ad occupare il ruolo di Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi, in 4 diversi governi. Come ricorda Truenumbers, prima di Giulio Andreotti (2.678 su 7 governi), Alcide De Gasperi (2.591 su 7 governi), Aldo Moro (2.279 su 5 governi) e Amintore Fanfani (1.659 su 6 governi). Nella storia recente l’unico che si avvicina a Berlusconi è Romano Prodi, con 1.608 giorni su 2 governi, in 6a posizione.

Oggi, per mandare avanti la baracca, la famiglia Berlusconi sborsa parecchio. Forza Italia presenterebbe al momento un debito nei confronti della famiglia di circa 100 milioni di euro, come dimostrerebbero le firme dello stesso Silvio sulle fideiussioni. Proprio negli scorsi giorni i figli del Cavaliere e il fratello Paolo avrebbero versato 100mila euro l’uno nelle casse del partito, per un totale di mezzo milione di euro.

Stessa cifra messa a bilancio sotto la voce contributi da parte della famiglia del leader azzurro nel 2022: nell’elenco delle donazioni dello scorso anno compaiono infatti i nomi della primogenita Marina, Pier Silvio, Eleonora e Luigi, con un versamento di 100mila euro a testa il 16 agosto, mentre Barbara ha fatto la sua parte il 22 dello stesso mese.

Berlusconi: i processi

La storia giudiziaria anche è incredibile. Nel 2019 passa alla storia la sua frase sul fatto che in 25 anni avesse dovuto sostenere 88 processi. Che in realtà – stando ai dati di Truenumbers – sono “solo” 31, più altri 3 ancora in corso. Può essere che 88 sia la somma dei singoli gradi di giudizio, metodo di calcolo che, in ogni caso, sottolineano gli esperti di Truenumbers, viene considerato scorretto perché il processo termina con l’irrevocabilità della sentenza, che sia di condanna o di assoluzione.

Sono ancora in corso, dicevamo, 3 processi a carico di Berlusconi: a maggio 2021 la seconda sezione penale del tribunale di Roma ha stralciato la posizione dell’ex Cavaliere da quella del cantante Mariano Apicella che, secondo l’accusa, sarebbe stato pagato per depositare una falsa testimonianza. La donazione di denaro sarebbe stata di 157mila euro.

C’è poi un secondo filone del processo Ruby ter, a Milano: i pm accusano Berlusconi di aver pagato 10 milioni di euro alle cosiddette Olgettine anche in questo caso per indurle a dare falsa testimonianza.

Terzo processo ancora in corso è a Bari, dove Berlusconi è imputato sempre per presunta corruzione, dove il corrotto sarebbe l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.

È stato imputato in oltre 20 procedimenti giudiziari il leader di FI: 8 sono caduti in prescrizione, mentre l’amnistia ne ha bloccati 2. Le sentenze di assoluzione sono state 10, così come i procedimenti archiviati.

L’unico processo che si è chiuso con una condanna definitiva passata in giudicato è il processo Mediaset per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita del 2013, quando è stato condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione – di cui 3 però “saltati” grazie all’indulto – e all’interdizione ai pubblici uffici per 2 anni, decadendo quindi da senatore e cessando di essere un parlamentare dopo quasi 10 anni di presenza ininterrotta nelle due camere, dall’aprile 1994 al novembre 2013.

Pur avendo scontato la condanna ai servizi sociali alla clinica Sacra Famiglia di Cesano Boscone dal 9 maggio 2014 al 6 marzo 2015, Berlusconi è rimasto pregiudicato per la fedina penale, e per la Legge Severino incandidabile, interdetto, ma con diritto di voto. Solo nel 2018 è stato riabilitato dal punto di vista penale, tornando quindi ad essere candidabile.

L’ultimo capitolo giudiziario che l’ha visto protagonista si è chiuso lo scorso 16 febbraio, quando è stato assolto dall’accusa di corruzione in atti giudiziari nel processo milanese sul caso Ruby ter con la più ampia formula possibile, cioè “il fatto non sussiste”.

Ma quanto sono costati tutti questi processi a mister B.? Anni di processi che hanno fatto ripetere a Berlusconi di essere “l’uomo più perseguitato d’Italia”, anni di “legittimi impedimenti”, di amnistie e depenalizzazioni dei reati che hanno allungato i tempi all’infinito. Difficile naturalmente avere una stima precisa, ma lui stesso ha detto una volta “se vi dico cosa ho speso penso sveniate”. Una volta ha parlato di qualcosa come 600 miliardi di lire, che corrispondono grosso modo a 300 milioni di euro.

Dopo la condanna in primo grado nel processo Mediaset nel 2012 si è messo persino a snocciolare numeri e cifre dei suoi guai giudiziari: “Ho subito più di 60 procedimenti, più di 1.000 magistrati si sono occupati di me. Il mio gruppo ha avuto 188 visite della Polizia giudiziaria e della Guardia di finanza, ci sono state 2.666 udienze in questi 18 anni e abbiamo dovuto spendere più di 400 milioni di euro in parcelle di avvocati e consulenti”.

Nel 2018 la cifra si alza: “Mi è costato 770 milioni pagare i 105 legali che mi hanno assistito nel corso dei processi a mio carico, con oltre 3mila udienze che mi hanno costretto a passare tutti i sabati e le domeniche pomeriggio a lavorare con gli avvocati in vista dei processi”.

Funerale e lutto nazionale

Mercoledì 14 giugno in Duomo a Milano verranno celebrati i funerali di Stato, come prevede la legge. Sono infatti a carico dello Stato le spese per i funerali del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato, del Presidente della Camera dei deputati, del Presidente del Consiglio dei ministri e del Presidente della Corte costituzionale, sia che il decesso avvenga durante la permanenza in carica sia che avvenga dopo la cessazione della stessa, come deciso da una legge firmata dall’amico Bettino Craxi ne 1987.

In contemporanea, però, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha proclamato una giornata di lutto nazionale. Decise anche le bandiere a mezz’asta in tutti gli uffici pubblici, le ambasciate e i consolati da oggi a mercoledì. La legge prevede che il lutto nazionale sia proclamato secondo le modalità e i contenuti indicati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

“A seguito del decesso del dottor Silvio Berlusconi, già presidente del Consiglio dei ministri – si legge nel dispositivo firmato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano – si dispone dal 12 al 14 giugno 2023 l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. Il 14 giugno 2023, giornata di celebrazione delle esequie di Stato, è dichiarato lutto nazionale”.

Per una decisione strettamente privata della famiglia invece (e non per motivi di ordine pubblico come era stato detto inizialmente) non ci sarà la camera ardente di Silvio Berlusconi nella sede di Mediaset a Cologno Monzese. Questa sarà invece allestita in forma assolutamente privata nella sua residenza storica di Arcore, a Villa San Martino, dove in giornata verrà trasferita la salma dal San Raffaele.

La decisione dei funerali di Stato ha già scatenato reazioni fortissime e contrarie da più parti. Personaggio diviso e senza dubbio alcuno pieno di ombre, si fatica a comprendere, in effetti, il tentativo del Governo Meloni di raddrizzare e uniformare in qualche modo l’immagine dell’ex Cav. Chi rilancia le accuse al “Caimano” di essere stato un massone, uno di quelli più influenti con in tasca la tessera della P2, chi lo bolla come responsabile di aver forgiato una politica menefreghista e pericolosa, di puro interesse personale, il Berlusconismo appunto, chi ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le stragi di mafia, e pensa a come i grandi difensori del nostro Paese e della nostra Costituzione ora si stiano rivoltando nella tomba.

Le reazioni della politica

Le parole della premier Giorgia Meloni

Intanto è iniziato il cordoglio di tutto il mondo politico, e non solo. La premier Giorgia Meloni, con cui Silvio aveva siglato il celebre “Patto della Scrofa”, ha lasciato alcune ore dopo la notizia un videomessaggio per l’alleato Silvio. “Silvio Berlusconi era soprattutto un combattente. Era un uomo che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni e sono stati esattamente quel coraggio, quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d’Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione, nel mondo dell’impresa”.

“Con lui – ha proseguito la premier – l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti, ha imparato che non doveva mai darsi per vinta. Con lui noi abbiamo combattuto, vinto, perso, molte battaglie e anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che insieme ci eravamo dati. A Dio, Silvio”.

Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

“Apprendo con profonda tristezza la notizia della morte di Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, protagonista di lunghe stagioni della politica italiana e delle istituzioni repubblicane” ha scritto il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un messaggio per la morte del fondatore di Forza Italia.

“Berlusconi – dice il presidente Mattarella – è stato un grande leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. In una stagione di profondi rivolgimenti, la sua ‘discesa in campo’, con un partito di nuova fondazione, ottenne consensi così larghi da poter comporre subito una maggioranza e un governo. La leadership di Berlusconi ha contribuito a plasmare una nuova geografia della politica italiana, consentendogli di assumere per quattro volte la carica di presidente del Consiglio. In queste vesti ha affrontato eventi di portata globale, come la crisi aperta dall’attentato alle Torri Gemelle, la lotta al terrorismo internazionale e gli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo”.

Per il capo dello Stato, Berlusconi “ha progressivamente integrato il movimento politico da lui fondato nella famiglia popolare europea favorendo continuità nell’indirizzo atlantico ed europeista della nostra Repubblica. È stato una persona dotata di grande umanità e un imprenditore di successo, un innovatore nel suo campo. Ha conquistato posizioni di assoluto rilievo nell’industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del proprio impegno diretto nelle istituzioni. È stato artefice di importanti successi nel mondo dello sport italiano”.

“Desidero esprimere il mio cordoglio e la mia solidarietà ai figli, a tutti i familiari, al suo partito, a coloro che più gli sono stati vicini nella vita e nell’ultima battaglia contro la malattia, combattuta con coraggio ed esemplare ottimismo”, conclude Mattarella.