Pensione anticipata, quali i nuovi requisiti dopo le ultime riforme?

Opzione Donna, Salvacondotto, Salvaguardia... Facciamo chiarezza sui requisiti richiesti per anticipare l'uscita dal lavoro dopo le ultime riforme

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

La pensione anticipata, introdotta dalla Legge Fornero, ha rimpiazzato la pensione di anzianità, presentando requisiti basati sui contributi versati anziché sull’età del lavoratore. Per accedervi, gli uomini devono vantare un minimo di 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre per le donne sono richiesti almeno 41 anni e 10 mesi. Questi requisiti restano invariati fino al 31 dicembre 2018. È importante però notare che nel biennio 2019-2020, si prevede un aumento di 4 mesi per entrambi i generi. Successivamente, un incremento di 3 mesi ogni due anni.
Tale variazione progressiva si inquadra in un contesto più ampio di adeguamento del sistema previdenziale alle mutate esigenze demografiche e finanziarie. L’aumento graduale dei requisiti, infatti, mira a garantire una maggiore sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo termine, considerando l’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento della popolazione.
Ciò nonostante, le disposizioni sulla pensione anticipata continuano a offrire una via per consentire ai lavoratori di ritirarsi in anticipo dal mondo del lavoro, seppur con requisiti più rigorosi rispetto al passato. Il suggerimento è quindi quello di monitorare eventuali aggiornamenti normativi che potrebbero influenzare i requisiti e le condizioni per accedere a questo tipo di pensione. Inoltre, è consigliabile valutare attentamente le proprie opzioni pensionistiche e considerare eventuali alternative, come il lavoro oltre l’età pensionabile o l’accumulo di risparmi previdenziali supplementari, al fine di garantire una stabilità finanziaria nel periodo di pensionamento.

Contributivo

Per i contribuenti il cui calcolo del trattamento avviene interamente col metodo contributivo (in quanto non possiedono versamenti precedenti al 1996, o perché hanno optato per tale metodo di calcolo) è prevista un’ulteriore tipologia di pensione anticipata: la cosiddetta pensione anticipata contributiva. Per raggiungerla, è necessario possedere:

  • almeno 63 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 20 anni di contributi effettivi;
  • un trattamento che sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale (quindi a circa 1268 euro).

Oltre alla pensione anticipata ordinaria e contributiva, esistono ulteriori possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro:

  • il Salvacondotto per i nati sino al 31 dicembre 1952: questi soggetti possono pensionarsi, nel 2016, a 64 anni e 7 mesi di età, se possiedono, al 31 dicembre 2012, almeno 35 anni di contributi, se uomini, o 20 anni di contributi, se donne; la possibilità è preclusa ai dipendenti pubblici ed a chi risulta disoccupato al 28 dicembre 2011;
  • l’Opzione Donna: si tratta dell’opportunità, aperta alle sole donne, di pensionarsi con 57 anni e 3 mesi di età (58 e 3 mesi se lavoratrici autonome) ed il possesso di 35 anni di contributi, previa attesa di una finestra di 12 mesi (18 mesi per le autonome) e calcolando il trattamento col sistema contributivo; per fruire dell’Opzione, è necessario aver maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2015 (dovrebbero, a breve, essere comunque disposte delle proroghe);
  • la Salvaguardia: si tratta della possibilità, riservata ad alcune categorie di lavoratori, cosiddetti esodati, di pensionarsi con i requisiti antecedenti alla Riforma Fornero;
  • l’anticipo per chi svolge lavori usuranti o notturni: in questo caso, i requisiti per la quiescenza variano a seconda della categoria del lavoratore; si parte, comunque, da un minimo di 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi (il calcolo dei requisiti è effettuato con le vecchie quote).

Norme settoriali

Sopravvivono, inoltre, numerose normative “settoriali”, che consentono a ristrette categorie di lavoratori di pensionarsi prima. Alcune leggi anticipano la pensione consentendo il computo agevolato delle giornate di lavoro: è il caso dei lavoratori agricoli e di quelli dello spettacolo.

Altre leggi sono invece volte a tutelare i lavoratori in condizioni di svantaggio, come gli invalidi.
Infine, non dimentichiamo il nuovo anticipo della pensione APE, che dovrebbe entrare in vigore a breve e consentirà di uscire dal lavoro 3 anni prima.

A cura di Noemi Secci
Esperta in materia di pensioni, fisco e diritto del lavoro